Il dato teletrasmesso ( Davide Crippa )

In una memoria depositata nel corso di un’audizione in Commissione Attività produttive, il Ministero dello Sviluppo economico sostiene che «la trasmissione del dato a valle dello strumento di misura – cioè del contatore, ndr – non è, ad oggi, affidato alle competenze di metrologia legale»: in poche parole nessuno controlla che i dati trasmessi siano quelli esatti.

Tocca all’Autorità e alle norme Cei, chiarire i protocolli di comunicazione tra contatore e trasmettitore del dato.

Peccato che ad oggi venga segnalato come non siano ancora stati programmati nemmeno i chiarimenti sulla gestione del dato post-misura.

Un’audizione dalla quale abbiamo avuto conferma di quanto sosteniamo da tempo: le fatture che riportano la quota potenza sono illegali perchè si riferiscono a una quantità non misurata e non oggetto di misurazione.

E lo dice la stessa Enel con 30 milioni i contatori.

AGCOM e AGID ne segnalano il rischio di sostituzione massiva.

Insomma, una sostituzione bis. Un danno per tutti i consumatori per un costo stimato di 4 miliardi di euro caricato sulle bollette.

Il MISE va oltre: «La lettura del dato del contatore di energia elettrica attiva, risultato della misurazione, è il valore che costituisce la base su cui è calcolato il prezzo che dovrà corrispondere».

In sostanza il MISE non riconosce la possibilità di modificare i parametri di misura del contatore, come avviene di fatto con la tele gestione a distanza del contatore stesso.

Per dirlo con parole più semplici: già oggi è possibile che il distributore modifichi i parametri di misura del contatore, ad esempio potenza massima erogabile, ed incidendo anche sulla variabile tempo può incidere sulle fasce di misura. Insomma una gestione prima della misura che il Mise sembra non conoscere.

Qui ci si sta dimenticando il fatto che il consumatore paga anche in base alla potenza disponibile massima del suo contatore 3, 4,5,6 kW. Insomma il dato è gestibile anche a distanza: è possibile che a nessuno venga in mente di verificare che quel parametro sia tracciato e correttamente fatturato?

Senza considerare che si pagherà la fattura in base alle ore di utilizzo dell’energia elettrica e pertanto c’è un leggero corto circuito – per restare in tema – su chi ci fornirà i tracciati delle nostre fasce di consumo.

Se si può agire a distanza anche sulla variabile tempo, di conseguenza si può agire a distanza sui kWh fatturati in bolletta, perché il MISE non assicura un “register counter”, un raccoglitore di eventi sui parametri di modifica sui contatori di tutti i consumatori.

Auspichiamo che il periodo di transitorietà ipotizzato dal Mise possa servire per conoscere i reali COSTI/BENEFICI del sistema per il consumatore finale, così come peraltro richiesta dalla direttiva sull’efficienza energetica .

Lo riportiamo per semplicità:

Articolo 9: “Gli Stati membri provvedono affinché, nella misura in cui ciò sia tecnicamente possibile, finanziariamente ragionevole e proporzionato rispetto ai risparmi energetici potenziali, i clienti finali di energia elettrica, gas naturale, teleriscaldamento, teleraffreddamento e acqua calda per uso domestico, ricevano a prezzi concorrenziali contatori individuali che riflettano con precisione il loro consumo effettivo e forniscano informazioni sul tempo effettivo d’uso.
Un tale contatore individuale a prezzi concorrenziali è sempre fornito quando:
a) è sostituito un contatore esistente, salvo ciò sia tecnicamente impossibile o non efficiente in termini di costi in relazione al potenziale risparmio energetico stimato a lungo termine;”

L’Autorità ha detto già diverse volte di NON aver eseguito alcuna valutazione dei COSTI/BENEFICI dei nuovi contatori 2.0.

L’Autorità non sembra aver chiaro che è necessario un unico sistema di trasmissione dei dati di misura rilevati per la gestione dei consumi gas, acqua e elettricità, e quindi si sta procedendo con protocolli di comunicazione non unitari e moltiplicazione dei sistemi di gestione dei dati.

Quel che è peggio è che l’Autorità ha riconosciuto che la potenza non è un termine oggetto di misura, pur essendo evidente che la stessa sia una caratteristica che deve essere costante nel tempo, visto anche che in fattura al consumatore viene inserito la cosìdetta “Quota Potenza” che viene espressa come €/Kw/anno.

Questo parametro è telegestibile, tanto che basta una telefonata per aumentare o abbassare la potenza, non viene registrato e non ha un riscontro di monitoraggio nel tempo, pertanto la domanda è: chi certifica che quella potenza contrattuale venga erogata e mantenuta nel tempo.

Immaginiamo questa situazione nel futuro immediato con il consumatore parte attiva nel mercato della domanda (limitando la propria potenza in deterninati periodi giornalieri, partecipamdo al bilanciamento della rete).

Fermiamo il percorso di sostituzione dei contatori, sino a quando non saranno note le modalità comunicative di trasmissione dei dati chain 2 e non venga chiarito come deve essere registrata la disponibilità di potenza.

Davide Crippa (Commissione Attività produttive-Camera dei Deputati)

Gli aumenti calmierati

Ogni tre mesi, l’Autorità per l’energia aggiorna le tariffe dei contratti di maggior tutela che, per ora, riguardano 23 milioni di utenti che consumano un quarto dell’energia elettrica nazionale.

L’aumento del 3%, stabilito per il secondo trimestre del 2017, dicono sia dovuto allo spegnimento di alcune centrali nucleari francesi e al freddo (?). E in effetti il prezzo europeo dell’energia é esploso in gennaio, ma l’allarme era già rientrato a febbraio.

Leggendo la delibera si scopre che l’utente domestico tipo, che  secondo l’Autorità consuma 2700 kWh all’anno, paga

  • 40€ a copertura degli oneri finanziari di chi ci vende energia e totalmente ingiustificati visto che paghiamo consumi stimati, sempre maggiori di quelli reali.
  • 52€ per il funzionamento dell’ Acquirente Unico il cui compito di acquistare energia elettrica alle condizioni più favorevoli sul mercato e di cederla alle imprese di vendita al dettaglio per rifornire gli utenti domestici e le piccole imprese che non acquistano sul mercato libero. La perdita finanziaria dell’Acquirente unico é pari a circa 15 milioni di euro;
  • 120€ per gli oneri di sbilanciamento della rete
  • 12€ per l’aggregazione delle misure,

Ma la delibera fa intraveder un ulteriore aggravio massimo di 486€, di dubbia interpretazione, soggetto ad aggiustamenti sul pregresso che devono essere ancora calcolati.

Il 3% di aumento risulterebbe quindi essere solo un anticipo di aumenti ben più consistenti, continuando a far sembrare più vantaggioso il mercato tutelato rispetto a quello libero per il quale, dice l’Autorità, l’utente non é preparato.

Da parte sua, il presidente della commissione Industria del Senato, Massimo Mucchetti, annuncia che la fine del mercato tutelato, prevista per il 2018 dal ddl Concorrenza all’esame del Parlamento, “comporterà un aumento assai robusto” delle bollette.

In attesa di sapere quanto sarà robusto, ogni consumatore dovrebbe cominciare a fare adesso quattro conti sulle proprie bollette per prepararsi al peggio o sperare in un rinvio della fine del mercato tutelato, come sembra orientato ormai il governo.

La regolazione all’italiana

L’allegato di una delibera dell’Autorità per l’energia lasciava un buco normativo sul quale, per quasi un decennio, hanno campato in tanti.

  • 14.6 – Gli utenti del dispacciamento delle unità fisiche di produzione e consumo sono tenuti a definire programmi di immissione e prelievo utilizzando le migliori stime dei quantitativi di energia elettrica effettivamente prodotti dalle medesime unità, in conformità ai principi di diligenza, prudenza, perizia e previdenza.
  • 14.7  – Terna segnala all’Autorità significativi e reiterati scostamenti dall’applicazione dei principi enunciati al comma precedente, per l’adozione dei relativi provvedimenti di competenza.

L’Autorità avvertiva: “state attenti, non esagerate! Se Terna si sveglia e vi becca, noi poi vi puniamo”.

I principi di diligenza, prudenza,perizia e previdenza non erano quantificabili né era chiaro verso chi bisognava adottare queste condotte.

Il bubbone scoppia l’estate scorsa: con petrolio e gas ai minimi, le bollette aumentano del 5%. Qualcuno non la prende bene e l’Autorità richiama la delibera e chiede a Terna la lista dei cattivi che, dopo più di una anno, verranno sanzionati retroattivamente.

In ballo, forse, un paio di miliardi di euro.

Le società di trading, meno capitalizzate e più ingorde, sono destinate a sparire. D’altro canto,l’AD di Enel, appena insediatosi, aveva definito i traders “parassiti”.

In questa commedia, tutta italiana, Terna ha atteso anni per segnalare i traders che non si comportavano bene e che avrebbero, nientemeno, condizionato il mercato. Le delibere dell’Autorità, copiaincolla dello stesso documento, sono ad aziendam: i dati sono secretati.

La stessa Terna non deve rispondere all’Autorità sulla scelta delle centrali di produzione, chiamate per coprire gli sbilanciamenti, ma all’Antitrust.

La più cospicua capacità di sbilanciare é proprio di Enel e dei grandiproduttori; e-distribuzione (Enel) installerà 44 milioni di contatori, con l’auspicio del MISE che invece dovrebbe pronunciarsi sulla metrologia legale ma con la benedizione dell’Autorità per l’energia alla quale invece non compete. Così potrà gestirli da remoto come meglio riterrà opportuno, facendo rilevare a Terna le misure che avrà deciso, mentre il Servizio Elettrico Nazionale (Enel) venderà l’energia agli utenti ora in maggior tutela.

Non ci vuole molto a capire che la ricreazione é finita e la liberalizzazione pure.

 

La sostituzione dei contatori

Ci stanno sostituendo i contatori del gas e un lettore di Milano riceve un avviso da una società che nemmeno conosce, perché non é quella che gli invia la bolletta.

L’avviso infatti é del distributore, quello che, in teoria, dovrebbe venire a leggerci il contatore,ma poi non viene mai e così paghiamo sempre consumi stimati.

Della sostituzione dovrebbe avvisarci il fornitore – che é la nostra controparte contrattuale – ma non é così: é il distributore che avvisa per conoscenza.

Invece di venire a leggere i contatori, come in tutta Europa, i distributori, con la benedizione dell’Autorità per l’energia, hanno deciso di sostituirli con quelli elettronici per un unica ragione, perché li pagheremo noi con le bollette.

Ci raccontano che é tutto gratuito ma non é vero: centinaia di euro spalmati negli anni per un servizio del tutto inutile per il consumatore, il quale già non legge il contatore meccanico e non leggerà neppure quello elettronico.

In compenso il nuovo contatore sarà letto e gestito da remoto consentendo a chi lo controlla di decidere cosa dovremo consumare.

Restano infatti irrisolti rilevanti problemi di metrologia legale di competenza del  MISE – Ministero dello Sviluppo Economico – che non si pronuncia da decenni.

Per il gas viene data facoltà al consumatore di chiedere la verifica metrologica del contatore installato, consigliata sempre e in particolare nel caso il vostro contatore sia stato fabbricato prima del 1980, perché costa solo cinque euro.

Ma la stessa facoltà non viene invece concessa per i contatori della luce che, essendo illegali non possono neppure essere provati in contraddittorio perché mancano le norme di riferimento.

La loro sostituzione comporterà quindi la distruzione della prova di misurazioni illegali.

 

Oneri di sistema: Bortoni

Più del 30% del valore delle bollette viene incassato da chi ci vende energia elettrica, per conto di terzi.

Per chi vende energia elettrica sono voci di costo passanti: oneri di sistema, trasporto, distribuzione e gestione del contatore.

Una recente sentenza del TAR sembra esonerare i venditori, non solo dall’obbligo di prestare garanzie, ma anche di versare ai distributori gli oneri che non siano stati effettivamente riscossi dai clienti finali.

Quella voce di costo resta così scoperta perché, per ora, i distributori non non hanno alcun titolo per riscuotere direttamente dai clienti e la morosità delle bollette, tra gas ed energia, vale miliardi di euro.

Così, per il presidente dell’Autorità “servirà un mix di soluzioni” e finirà male per che quelli che già pagano le bollette che dovranno pagare anche per quelli che non lo fanno.

Bortoni che non ritiene “opportuno che le imprese di distribuzione si interfaccino direttamente con i clienti, per ragioni di unbundling”  esprime “perplessità su soluzioni alternative che pesino in bolletta, quali un fondo ad hoc o l’imposizione della garanzia per gli oneri direttamente in capo al cliente finale”.

Il problema avrebbe potuto essere affrontato molto prima di una sentenza del TAR mentre Bortoni sa benissimo che i distributori s’interfacciano già con i consumatori, quando, senza alcun titolo, pretendono di sostituire il contatore.

Che gli oneri di sistema stessero esplodendo non é una novità, tanto che lo sempre Bortoni ipotizzava di trasferirli sulla fiscalità generale perché le bollette non sono più in grado di sostenerli. E infatti, anche per la precaria situazione del paese, la morosità aumenta.

Oggi si vorrebbe che i consumatori  fossero consapevoli dopo averli presi in giro per anni con bollette incomprensibili, imposte dalla stessa Autorità, con il risultato che nessuno conosce, tra canoni TV e letture stimate, quanto consuma.

Una regolazione seria avrebbe evitato il c.d. turismo energetico di consumatori che, nel portafoglio di agenti senza scrupoli, cambiavano fornitore ogni mese senza pagare.

La mancanza di una regolazione seria non solo ha danneggiato i venditori seri, ma tutti i cittadini che saranno chiamati, con le bollette e con le tasse, a coprire il buco.

Uno degli errori fondamentali dell’Autorità é stato quello di identificare il consumatore unicamente con un POD o un PDR, alimentando così un vero e proprio mercato illegale di questi codici, senza collegarli al numero di matricola del contatore.

Un errore che potrebbe essere evitato, adesso che vogliono sostituirceli ma, anche in questo caso, l’Autorità resta contro i consumatori.

Liberi di consumare energia dell’Enel

“Saremo tutti più liberi di comprare gas dall’Eni”  fu il commento di Franco Tatò sul decreto Letta che 16 anni fa intendeva liberalizzare il mercato del gas.

L’allora AD di Enel aveva ragione: il codice di rete della Snam, che trasportava tutto il gas nazionale per l’ENI, venne preso per buono dall’Autorità per l’energia e tutto restò come prima.

Con la benedizione di Renzi, Enel ha deciso ora di sostituire 40 milioni di contatori e le specifiche sono state predisposte dall’Autorità per l’energia, che non ha alcuna competenza sul tema.

Sui contatori, e sulla loro illegale gestione da remoto, dovrebbe esprimersi il MISE, a cui compete la metrologia legale ma,invece, silenzio!

Il consumatore, che nel corso degli anni ha pagato bollette sempre più care, pagherà anche i nuovi contatori che non gli serviranno a nulla.

La nuova strategia di Enel é il completamento della “felice intuizione” ( Francesco Starace – attuale AD di Enel di Tatò che creò dal nulla il contatore elettronico, che nessuno gli aveva chiesto, che Prodi legalizzò con un decreto e che nessuno ha mai capito come funzioni.

La “felice intuizione”  fu di metterci in casa, facendoceli pagare, milioni di contatori illegali perché nessun ente terzo indipendente li aveva omologati; nessuno ha mai stabilito per quanto tempo possano funzionare; sono milioni quelli con il visualizzatore spento e non possono neppure essere letti, così le bollette ci addebitano sempre consumi stimati.

Siccome i soldi li metteremo noi, come cittadini e come utenti, Enel ha deciso così di sostituirli.

Contemporaneamente, l’Autorità per l’energia ha deciso anche la sorte dei traders – non per niente appena insediatosi al vertice di Enel Starace li definì parassiti –  che saranno multati, retroattivamente, per avere speculato sugli sbilanciamenti e condizionato il mercato.

Enel, che é anche il produttore di riferimento, consoliderà così il monopolio della distribuzione e della misurazione presentandosi ai consumatori che lasceranno il mercato tutelato, con il nuovo nome – Servizio Elettrico Nazionale – che sottende una certa ambizione.

L’ interrogazione del M5S riuscirà a svegliare il Ministero, l’Antitrust o la Commissione Europea?

I signori dell’energia: Terna

“In 10 anni di lavoro e con 10 miliardi di euro di investimenti, abbiamo creato una delle reti più moderne in Europa, con tecnologie all’avanguardia. Questo ha già consentito a cittadini e imprese di risparmiare 7 miliardi di euro, che grazie ai futuri sviluppi diventeranno 33 miliardi. Un grande risparmio firmato da Terna: utili per il Paese”

Terna campa essenzialmente sulle nostre bollette: realizza due miliardi di euro di fatturato all’anno; é facile quindi annunciare risparmi futuri visto che gli oneri di sistema delle nostre bollette, che includono anche Terna, sono letteralmente esplosi.

Una parte dei soldi delle nostre bollette finisce ai cinesi, per le lungimiranti scelte del governo Renzi, che non si é limitato ad accoglierli nella più importante infrastruttura elettrica del paese, ma anche nella Snam, quella del gas.

Occupandosi del trasporto in alta tensione, e dovendo garantire che l’Italia non resti al buio, Terna ha carta bianca su progetti che, secondo il MISE e con l’avvallo dell’Autorità per l’energia, possono essere o meno utili al paese come, per esempio, i  progetti  di interconnessione. Progetti che stanno in piedi solo perché pagati dai consumatori.

E così Terna rileva la rete elettrica dalle Ferrovie, che i cittadini avranno pagato chissà quante volte e stabilisce quali siano le centrali elettriche essenziali a garantire l’energia elettrica nel paese con risultati a dir poco sorprendenti.

Dovendo garantire il bilanciamento dell’energia in rete, un’attività alla quale provvede decidendo in modo poco trasparente, quali centrali sono essenziali le é stato anche conferito il compito di decidere quali traders di energia potranno sopravvivere perché, secondo l’Autorità per l’energia, avrebbero sbilanciato la rete.

Troppo potere a Terna?  E senza alcun controllo!

 

 

 

 

 

 

 

 

La crisi francese e la tempesta perfetta

Il PUN – Prezzo Unico Nazionale – dell’energia elettrica si forma in borsa, e vale più di un terzo della bolletta.

Negli ultimi anni il PUN é calato costantemente ma non ce ne siamo accorti perché le altre voci della bolletta, tra cui gli oneri di sistema, sono letteralmente esplosi.

In ottobre, numerose centrali nucleari francesi sono state fermate e il prezzo dell’energia europea é decollato.

Da noi il PUN é raddoppiato rispetto a sei mesi fa.

Nei prossimi mesi l’Italia potrebbe restare senza l’energia, che importa da sempre dalla Francia, una media di 4,5 TWh al mese, quasi il 20% dell’energia che produce. Saremo quindi costretti a produrla con il fossile a due/tre volte il prezzo dell’energia nucleare francese che importavamo.

Sequestrate le centrali a carbone perché inquinano, bisognerà usare il gas.

Come ogni inverno, si ripresenterà il problema ucraino: ogni anno ci mettiamo i soldi: paghiamo ai russi il gas con il quale si scaldano gli ucraini, cosicché gli ucraini permettono che ci arrivi il gas russo.

Probabile quindi un aumento del prezzo del gas, anche perché i russi da anni lo vendono a prezzi di saldo.

Anche se i modelli prevedono un inverno mite, e speriamo sia così, l’aumento delle bollette é scontato.

Il presidente dell’Autorità per l’energia “numeri non ne dà” ma, entro l’anno, dovrà aggiornare le tariffe applicabili nel primo trimestre del 2017.

Ma, per chi potrà pagare sarà il male minore perché, sia in Francia che in Inghilterra, si prospetta anche razionamento dell’energia elettrica.

In questa situazione, eccezionale e imprevista,si aggiunge il conguaglio degli incentivi agli energivori che verrà scaricato sulle bollette, assieme a tutto il resto.

In questo modo chi consuma di meno pagherà di più.

A botte di miliardi di euro da pagare in più, il 2017 potrebbe essere un anno indimenticabile.

La situazione si sta facendo talmente grave che il governo sta valutando il trasferimento di una parte degli oneri di sistema sul bilancio dello stato.

A giugno il presidente dell’Autorità per l’energia dichiarava: “é competenza del Decisore politico affrontare la riforma complessiva della ridistribuzione degli oneri generali di sistema, componenti parafiscali delle forniture di famiglie e imprese, prendendo in considerazione il trasferimento, anche parziale, del fabbisogno annuale su voci di fiscalità generale, a garanzia della maggiore sostenibilità economica della bolletta elettrica”.

Cambiare fornitore

Nei prossimi mesi, milioni di utenti dovranno saranno costretti a passare al mercato libero: sarà impossibile sottoscrivere un contratto di “tutela simile” senza internet e un corso d’informatica.

Così saranno in molti a concludere contratti al telefono e senza capirli, diventando preda di fornitori senza scrupoli.

Pochi verificano la lettura finale del vecchio contratto che permette al vecchio fornitore di fregare per l’ultima volta l’utente che ha deciso di lasciarlo.

L’operazione dipende dal distributore che, per abitudine, non legge i contatori pur essendo pagato per farlo.

Succede così che il vecchio fornitore addebiti una quantità di energia stimata maggiore di quella effettivamente consumata, lasciando all’utente l’unica possibilità di rivalersi sul fornitore che subentra, il quale invece non c’entra nulla e comincerà a fatturare energia partendo da un dato di consumo sbagliato.

Inizia così una serie di azioni di rivalsa da parte dell’utente che ha tutto il diritto di non pagare una bolletta falsa.

Il cambio di fornitore dovrebbe prevedere la lettura contestuale del contatore cosa che invece, inspiegabilmente, l’Autorità per l’energia nega.

 

Liberi tutti:paga il consumatore!

In un paese dove:

  • il trasporto dell’energia elettrica é controllato indirettamente dallo stato con Terna.
  • la distribuzione dell’energia elettrica é controllata indirettamente dallo stato con Enel;
  • la misurazione dell’energia elettrica é controllata indirettamente dallo stato con Enel
  • una buona parte della produzione dell’energia elettrica é controllata indirettamente dallo stato con Enel;
  • il parlamento e i governi decidono cosa dobbiamo pagare con le bollette e l’Autorità dell’energia stabilisce come lo faremo;
  • sulle tariffe dell’energia elettrica vengono scaricati gli errori di altri

parlare di liberalizzazione é improprio.

Il sistema infatti non é assolutamente liberalizzato e ingrassa società statali in mano a manager che millantano efficienza e poi, quando il Codacons scopre che tutto è fuori controllo, l’Autorità, non sapendo che pesci prendere, invoca goffamente vaghi principi di “autoregolamentazione” , avendo fallito nell’imporre regole chiare, delega ai singoli operatori di mettere in atto azioni virtuose.

Come può un’autorità regolatoria richiamare nelle sue delibere la prudenza, la diligenza,la perizia e la previdenza che i produttori e i traders di energia elettrica avrebbero dovuto rispettare e che, secondo l’Autorità, non lo hanno fatto?

Così le regole, che non c’erano, vengono deliberate dall’Autorità in tutta fretta a luglio ma con effetti retroattivi al 2015; traders e produttori dovrebbero pagare Terna, solo perché Terna non è stata in grado di gestire gli sbilanciamenti della rete, come invece avrebbe dovuto essendo profumatamente pagata per farlo.

Il giochetto è sempre lo stesso: per bilanciare la rete Terna chiama l’accensione di centrali che così vendono la loro energia a più di dieci volte il valore di mercato; ci sono bilanci da sistemare, ci sono banche che devono rientrare dei crediti e una bella miliardata scivola per intanto nelle bollette di ognuno di noi.

 

 

Breve storia dell’energia (5):ritorno al monopolio

“In Italia, Enel è la più grande azienda elettrica. Opera nel campo della generazione di elettricità da impianti termoelettrici e rinnovabili con quasi 31 GW di capacità installata. Di questi, più di 3 GW sono costituiti da impianti di generazione da fonti rinnovabili gestiti attraverso EGP. Inoltre, Enel gestisce gran parte della rete di distribuzione elettrica del Paese e offre soluzioni integrate di prodotti e servizi per l’elettricità e il gas ai suoi 31 milioni di clienti italiani”.

Lo si legge oggi sul sito di Enel e lo denunciava l’Antitrust, già nel 2007.

Il picco della richiesta di energia elettrica del luglio scorso é stato di 53 GW.

Enel avrebbe potuto coprirne il 58%, condizionando il mercato.

Il nuovo AD, appena insediatosi, definì “parassiti” i traders e ricordò il passato:

“In Italia è stata avviata, tra i primi paesi al mondo, una importante innovazione tecnologica per un’intuizione di Franco Tatò che oggi ha reso il nostro paese l’unico a livello globale ad avere completamente digitalizzato la rete di distribuzione con l’istallazione di 36 milioni di contatori digitali all’interno di un sistema completamente digitalizzato. 

La rete oggi è in grado di gestire grandi complessità, come i 600 mila impianti di generazione presenti sul territorio dai quali affluisce l’energia, senza particolari problemi. 

E posso annunciare che presto si compirà un ulteriore salto in avanti: dal 2016 metteremo in funzione un nuovo contatore digitale, per dare una serie di servizi aggiuntivi e ulteriori capacità di gestione di questa rete”

L’intuizione del kaiser Franz Tatò fu quella di piazzarci in casa un contatore illegale che, ancora oggi, viene sequestrato mentre il sistema “completamente digitalizzato” lo conosce solamente Enel.

Enel avrebbe poi dovuto separare da anni l’attività di distribuzione da quella di vendita ma l’ha fatto solo un mese fa, dopo aver perso il ricorso al TAR, contro l’Autorità per l’energia che le imponeva semplicemente la direttiva europea.

Secondo Enel, l’Autorità non aveva autorità per imporlo.

Quando invece serve, l’Autorità ha l’autorità di approvare i contatori di seconda generazione che, con la scusa della banda larga, Enel ci vorrebbe rimpiazzare in casa.

Il mercato tutelato finirà tra un anno e mezzo e in questa situazione sarà facile per Enel rafforzare la posizione offrendo contratti di lungo termine come spiegava Starace:

“Nel 2003 l’Unione Europea decise che i contratti a lungo termine tra i produttori e i consumatori dovevano essere impediti, inserendo obbligatoriamente una clausola che garantisse ai clienti la possibilità di recedere senza alcuna penale in ogni momento. Una scelta che in quella fase era corretta, perché in Europa in quel momento c’era scarsità di produzione e un eccesso di potere contrattuale dei produttori…..i clienti andavano dunque protetti. Dopo 11 anni lo scenario è cambiato. Il potere di mercato si è addirittura invertito, con un eccesso di capacità produttiva a livello europeo che consentirebbe a qualunque consumatore di avere un vantaggio contrattuale importante a patto di mettere di nuovo in gioco anche la durata nel tempo del contratto….. Sì, sono sicuro che contratti più lunghi e quindi più vincolanti sarebbero davvero più convenienti”. 

Qui finisce la breve storia dell’energia e l’illusione della liberalizzazione del mercato.

(fine)

Quanto ci costa l’Autoritá per l’energia 

Luigi Gabriele di Codici ha fatto i conti di AEEGSI.

Un bilancio trionfale per i tempi che corrono , un servizio inesistente per i consumatori ma utile per il sistema che li vessa.

Basta confrontare le nostre bollette con quelle europee, pubblicate nel blog.

L’attività principale dell’autorità è negoziare con il “sistema” il modo di spalmare in bolletta i costi che lo mantengono per poi denunciare che gli oneri di sistema sono ormai fuori controllo: 16 miliardi all’anno.

Così paghiamo l’energia più cara d’Europa. 

Invece dimettersi,come voleva Renzi, regoleranno anche i rifiuti.

E si permettono di comprare, con i nostri soldi, un immobile a Milano per 40 milioni e ce ne vorranno altrettanti per la ristrutturazione.

Il riallaccio post-morosità.

Le bollette della luce vanno pagate; se non lo fate, dopo qualche sollecito, vi ridurranno da remoto la potenza a disposizione e tornare alla normalità non sarà facile.

Quanto previsto dall’Autorità é infatti pura teoria:

Il distributore, quindi, deve procedere a riattivare la fornitura entro un giorno feriale (tutti i giorni tranne i festivi) dalla data di ricevimento della richiesta da parte del venditore (un giorno lavorativo se il contatore è telegestito)”.

Solo i distributori sanno quali sono i contatori tele-gestiti (o forse non lo sanno neppure)  delle decine di milioni di contatori illegali funzionanti in Italia, e così al consumatore, in prima battuta, il fornitore risponde: “noi non c’entriamo, sono affari del distributore”.

Nonostante le ottimistiche versioni date dal call center del fornitore, che ha preteso via fax la conferma di pagamento delle bollette arretrate, preparatevi a vivere per settimane con quattro lampadine, senza frigorifero e senza acqua calda.

Quando poi il distributore prenderà atto che non può riaumentare la potenza da remoto perché il contatore, oltre che essere illegale, é anche una ciofeca cinese illeggibile, allora forse arriverà qualcuno.

Sappiate che il sabato é un giorno festivo, anche se non lo dicono.

Non provate per credere!

 

 

L’Autorità senza autorità

La messa in mora dell’Italia è dell’anno scorso, per non aver recepito la direttiva europea che imponeva la netta separazione tra chi fornisce e chi distribuisce energia elettrica.

L’Autorità per l’energia aveva tentato di imporla ad Enel, che ha fatto ricorso al TAR.

Unbundling è un termine ostico per il consumatore che a malapena sa  quanto consuma; sa chi gli manda le bollette ma non sa chi gli porta l’energia in casa o chi la misura.

Il consumatore riceva bollette da “Enel, l’energia che ti ascolta” e  paga,anche se inascoltato.

Gli altri fornitori, che dipendono dai dati rilevati dalle decine di milioni di contatori gestiti da Enel, tramite i quali Enel conosce i consumi di decine di milioni di utenti, hanno vita un po’ più difficile perché i dati sono un immenso patrimonio commerciale di Enel.

Forti di questa posizione equivoca di Enel, gli agenti senza scrupoli millantano di tutto.

Con la fine del mercato di maggior tutela milioni di consumatori non sapranno cosa fare ed é quindi meglio mantenerli confusi.

Replica del presidente dell’Autorità per l’energia: “in effetti ci avevano detto di fare l’umbunling, ma nessuno ci ha spiegato come”.

E chi doveva spiegarlo?

Forse l’ Antitrust, che denunciava la posizione dominante di Enel già nel 2007?

Il ricorso di Enel si basa sulla tesi che ” l’Autorità non ha autorità”.

Ma l’Autorità é la stessa che ha approvato i contatori di seconda generazione, che Enel ci piazzerà in casa come ha già fatto quindici anni fa che potranno essere forniti dalla Ducati energia, società che fa capo alla famiglia dell’ex-Ministro delle Sviluppo Economico, fatto del quale sembra essersi accorto finalmente anche il senatore Mucchetti.

In questo caso, per Enel, l’Autorità ha autorità, che invece, per legge, non ha perché l’omologazione del gruppo di misura, inteso come contatore e sistema di gestione del dato da remoto, compete al Ministero dello Sviluppo Economico e non all’Autorità.

Queste sono le liberalizzazioni all’italiana: finirà che pagheremo bollette e multe all’Europa!

 

Ma che c’entra l’Antitrust ?

L’Antitrust avviava, alcuni mesi fa, quattro procedimenti nei confronti di Acea, Edison, Enel ed Eni per questioni inerenti la fatturazione e siamo ancora in attesa dei risultati.

Il tema compete all’Autorità per l’energia e non all’Antitrust, che avrebbe ben altro di cui occuparsi, come la posizione dominante di Enel, denunciata proprio dall’Antitrust nel 2007, e invece:

A fronte di numerosi reclami e segnalazioni, ricevute anche da diverse associazioni dei consumatori, l’indagine è volta ad accertare eventuali violazioni del codice del Consumo in merito a varie condotte degli operatori: la fatturazione basata su consumi presunti; la mancata considerazione delle auto-letture; la fatturazione a conguaglio di importi significativi, anche a seguito di conguagli pluriennali; la mancata registrazione dei pagamenti effettuati, con conseguente messa in mora dei clienti fino talvolta al distacco; nonché il mancato rimborso dei crediti maturati dai consumatori”

I fornitori di energia elettrica fatturano sempre consumi stimati, nonostante le decine di milioni di contatori intelligenti e illegali.

Frequenti le mancate registrazioni dei pagamenti ricevuti dai fornitori, con distacco automatico, e senza alcuna raccomandata come imponeva l’Autorità per l’energia.

L’auto-lettura comunicata dall’utente non viene presa in considerazione perché il fornitore resta in attesa della validazione del distributore, che però non lo fa.

Frequente la richiesta di conguagli pluriennali, solo perché nessuno legge i contatori.

Partite economiche gigantesche restano in sospeso per anni dando un’idea della quantità di denaro gira nel settore.

Lo Stato gongola perché dalle fatture di consumi stimati, sempre maggiori di quelli effettivi, incassa più accise, più imposte e più tasse.