Per il fallimento della Alter Eco, due anni fa andava all’asta un campo fotovoltaico da 1 MW , finanziato con il quinto conto energia del 2012.
Il prezzo base d’asta – 650 €/kW – era otto volte inferiore al valore iniziale.
Solamente la speculazione spiega l’installazione di gran parte degli impianti fotovoltaici, installati tra il 2010 e il 2012.
Impianti pagati dalle nostre bollette con i “conti energia” , per miliardi di euro all’anno e per vent’anni.
Il futuro lo insegnano i cinesi, gli stessi che abbiamo arricchito strapagando i pannelli, oppure Enel, che si vanta di vincere gare in giro per il mondo a prezzi anche dieci volte inferiori a quelli strappati in Italia dai conti energia.
Un paese serio avrebbe dato priorità strategica a progetti basati sulle necessità locali, come fanno ora in Germania, e non più di 600.000 impianti sparsi nelle campagne, dove i primi furbi che arrivano fanno i soldi.
Un paese serio decide per una strategia energetica a vantaggio non di avidi fondi lussemburghesi, ma di tutta la popolazione.
Un paese serio fa bandi per acquisti poliennali di energia prodotti da impianti di decine MW di potenza installata e non di kW.
Un lettore racconta la sua esperienza.
Nel 2006, con mezzi propri, ha installato 22 kW (primo conto energia) aggiungendone altri 23 nel 2009 (secondo conto energia): il pareggio – capitale investito e incentivi incassati – arriva solo nel 2017, ma non tiene conto dei mancati interessi e del tempo dedicato a superare gli innumerevoli ostacoli burocratici. Adesso il GSE lo paga con un anno di ritardo.
Nel 2006 in effetti erano pochi quelli che ci credevano e non c’era speculazione.
Facile immaginare quello che è successo dopo, quando tutti hanno creduto di fiutare l’affare, hanno acceso un mutuo gonfiato, mettendo magari a garanzia solamente il terreno.
A quando il loro pareggio?
Secondo le stime di Banca d’Italia, i NP delle rinnovabili ammontano a 707 milioni di euro.