Breve storia dell’energia (2): il CIP 6

Il 1992 é l’anno di “Tangentopoli” .

Enel diventa una S.p.A. e per un po’, il tempo per capire quanti miliardi siano girati in tangenti ai partiti, non costruirà più centrali.

La politica deve così trovare altri metodi per fare cassa.

Come sempre viene in aiuto l’Europa dove si parla da tempo di energia rinnovabile e, miracolo, ecco gli incentivi a pioggia.

Solo per gli incentivi, i privati costruiranno centrali al posto di Enel e gli incentivi saranno d’ora in poi prelevati direttamente dalle bollette.

Con il CIP 6 saranno i privati a produrre energia,vendendola ad un prezzo “politico”.

Ma la vera invenzione del decreto CIP6 é l’energia “assimilata” sulla quale c’è gente che campa dal 1992.

Come possano venire assimilati alle energie rinnovabili, gli scarti di raffineria, i rifiuti e lo stesso gas naturale resta un mistero.

La “Convenzione  CIP6” lasciava ampi spazi interpretativi e veniva rilasciata in base a graduatorie, stilate per tipologia di impianto e di combustibile.

La graduatoria nasceva sulla base di semplice richiesta: bastava indicare un sito, che poteva anche non essere quello definitivo, e la potenza installata.

Senza neppure verificare i titoli del richiedente, una volta in graduatoria, veniva concessa la possibilità di trasferire, non solo la titolarità della Convenzione, e quindi la sua proprietà, ma addirittura il sito produttivo.

Si creavano così veri e propri crediti finanziari trasferibili: piccole società, o i loro titolari, entravano in graduatoria con più siti, rivendibili speculando.

Con il CIP6 vengono cosí costruite centrali dappertutto.

Ne approfittano subito i grandi gruppi industriali, che già producono energia per proprie esigenze, e le municipalizzate, con i primi inceneritori.

Ma ne approfittano anche società di scopo senza alcun impianto, che solamente intendano utilizzare, qualsiasi tipo di combustibile come per es. il catrame, i combustibili da rifiuti, gli scarti di lavorazione e i cascami termici.

Si racconta che il termine assimilate venne aggiunto di notte, in un momento di distrazione generale dei parlamentari; i lobbisti si superarono spiegando a chi votava che, in fin dei conti, anche il gas naturale era in qualche modo rinnovabile, anche se in milioni di anni.

Il decreto viene ancora oggi periodicamente aggiornato e, ad ogni inutile tentativo di ridurre il costo delle bollette, si parla di cifre diverse.

Non c’è traccia delle prime graduatorie, come se si volesse dimenticare la vicenda, che invece pesa ancora come un macigno sulla voce A3 della bolletta.

(continua…)

 

#dodobeltrame

Incentivi e truffe secretati

La voce “oneri di sistema” delle bollette vale dai 15 miliardi di euro all’anno e i consumatori,che li pagano con le bollette, hanno il diritto di sapere dove finiscono e come vengono utilizzati.

Una delibera dell’Autorità per l’energia – ARERA – fa capire invece come funziona.

Un produttore di energia elettrica “assimilata alle rinnovabili” (che risulta essere ancora incentivata con il decreto CIP 6 del 1992 per centinaia di milioni all’anno) immette in rete più energia di quella concordata incassando, per anni, più incentivi del dovuto.

E’ una truffa, ma la Magistratura non viene coinvolta e l’indagine viene affidata da ARERA al GSE, cioè lo stesso ente che riconosce gli incentivi al produttore.

Pacifico conflitto d’interessi a parte, ARERA delibera il recupero amministrativo di quanto indebitamente incassato dal produttore,ma non è chiaro perché:

  • siano necessari dieci anni per chiedere la restituzione dei soldi ammesso che possano essere ancora recuperati;
  • nessuno ha mai controllato;
  • se ne occupino ARERA, il GSE, la Guardia di Finanza e non la Magistratura;
  • l’Allegato A della delibera, con i dettagli della convenzione tra GSE e produttore e su quanto indebitamente incassato, non viene reso pubblico, “perché contiene dati e informazioni commercialmente sensibili”. 

I dati sono sensibili per chi ha fatto il furbo e ha rubato, e non per il consumatore che ci ha messo i soldi?

ARERA ha comunque avviato una ricognizione.

Da pag.165, la relazione annuale di ARERA enumera gli interventi ispettivi effettuati.

Non sono tanti 258 controlli, tenuto conto delle cifre in ballo, come sono insignificanti le poche decine di milioni  di euro recuperati, su oltre tredici miliardi versati.

Con più di 600.000 produttori di  energia fotovoltaica, quanti sono quelli che hanno fatto e continuano a fare i furbi e quando c’è ne accorgeremo?

Sarebbe sufficiente confrontare l’energia verde prodotta (rapporti di Terna) con quella verde venduta, o solamente dichiarata verde.

E cosa accadrebbe se, per esempio si scoprisse che l’energia elettrica venduta è il doppio di quella prodotta! E che magari si stia speculando anche con quella!

Le comunità energetiche

Tra pochi giorni Arera aggiornerà le tariffe dei contratti in tutela e, a meno dei soliti giochi di prestigio, sarà una bella botta.

D’altro canto, nulla è stato fatto in questi anni per migliorare la situazione con il risultato che, quando scende la materia prima aumentano gli oneri di sistema e quando la materia prima sale, come nell’ultimo anno, la bolletta esplode.

Il governo non è interessato al tema bollette e alla difficoltà di pagarle per milioni di consumatori.

Promette invece incentivi a pioggia senza dire chi li pagherà e così, magari dopo mesi o anni, ce li troveremo in bolletta.

Un decreto del MISE promuove l’autoproduzione dell’energia elettrica nelle c.d. “comunità energetiche”.

I governi che si succedono alla guida del paese, vedono solo il lato “onirico” della medaglia, quello dell’ambiente più sano delle rinnovabili e, più attuali, dell’idrogeno o del biometano.

Meglio quindi ricordare il passato per capire cosa ci riserva il futuro.

Il decreto arriva quindici anni dopo il “primo conto energia“, al quale ne sono seguiti altri quattro, con il risultato che oggi paghiamo oneri di sistema per 13 miliardi ai produttori di energia rinnovabile.

Sono cifre importanti: verificate la voce “oneri di sistema” sulle vostre bollette e moltiplicatela per le decine di milioni di consumatori. Oppure dividetela per i kWh consumati.

Gli ultimi “conti energia” risalgono al 2014 e avevan una durata ventennale, estesa da Renzi a 25.

Siccome più di 600 mila impianti di energia rinnovabile, sparsi per tutta la penisola, sbilanciano la rete, sono già previsti 15 GW di potenza convenzionale a gas per ri-bilanciarla.

Lo scherzetto vale un miliardo di euro che verrà spalmato in bolletta ma nessuno lo dice, come nessuno dice che le bollette aiutano ogni anno Alitalia, Alcoa, Ilva e i monopolisti storici come Terna,Enel,Smam etc.

Il comunicato del MISE sulle comunità energetiche:

Il provvedimento rende, infatti, operativa una misura introdotta nel dicembre 2019 con il decreto Milleproroghe, che anticipando l’attuazione di una direttiva europea consente di costituire l’autoconsumo collettivo, attivabile da famiglie e altri soggetti che si trovano nello stesso edificio o condominio, e le comunità energetiche, a cui possono partecipare persone fisiche, PMI, enti locali, ubicati in un perimetro più ampio rispetto a quello dei condomini

In Germania le comunità energetiche esistono da sempre e gli impianti sono stati realizzati in base alle loro necessità.

Da noi no, impianti a pioggia dappertutto tanto pagano le bollette!

Anche in questa occasione il rischio è che si formino società di scopo che installino potenze superiori alle reali necessità locali, proprio per riversare in rete l’eccesso di energia, facendoselo pagare il doppio del prezzo di mercato.

E quali sarebbero le ragioni per stabilire, adesso, il prezzo del surplus di energia prodotta, se non per dare la possibilità di sovradimensionare gli impianti, invece di calibrarli sull’effettiva domanda locale?

È un nuovo CIP6 , che ancora,dopo trent’anni continua ad elargire incentivi ai produttori, prelevandoli dalle bollette?

Anche i conti energia limitavano la potenza degli impianti a 1 MW, ma poi abbiamo visto come sono andate le cose con le aggregazioni fittizie e la creazione di impianti monstre, specialmente al sud.

Accorgersi che molti ne approfittano non è facile anche perche i controlli, dopo anni, si fanno così.

Una priorità del nuovo governo era affrontare il problema degli oneri di sistema delle bollette con l’obbiettivo di ridurli.

Con questo decreto, si va nella direzione opposta e così, prima di metterli in bolletta, il presidente di Arera può gridare, a vuoto, in Parlamento che gli oneri di sistema sono troppi.

La commedia è sempre la stessa dove, al governo, tutti recitano la propria parte con la certezza che, alla fine, arrivano consumatori con i soldi.

Breve storia dell’energia (3): liberalizzazione, tangenti e rinnovabili

Dal CIP6 in avanti, gli incentivi verranno utilizzati per scaricare nelle bollette qualsiasi balzello come il canone RAI che con l’energia elettrica non c’entra per niente.

Dal 1995 AEEG – Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas poi Arera – stabilisce come gli incentivi daranno spalmati nelle bollette.

Peró è meglio che il consumatore non sappia come gli vengono sfilati i soldi dalle tasche e così le bollette diventano sempre più complicate.

Il 1999 è l’anno del decreto Bersani “di liberalizzazione” e visti i risultati, in termini di costo e di qualità di servizio, il fallimento é evidente.

Nel 2002 Enel vende il 60% della sua capacità produttiva. Una parte delle centrali viene rilevata dalla spagnola Endesa, che poi tornerà Enel, e la rete di trasmissione passa a Terna, che diventa così il monopolista concessionario dell’alta tensione. Enel mantiene il monopolio della distribuzione, si fa i contatori che risultano poi illegali.

Enelpower si lancia in ardite e sconclusionate acquisizioni all’estero mentre in Italia tornano le tangenti.

L’energia viene ora venduta alla borsa elettrica; Berlusconi cerca di tagliare fuori ENI, impegnandosi direttamente con i Russi per il gas. Enel lo va a cercare in Nigeria, s’impegna a comprarlo ma poi non riuscirà a farlo arrivare in Italia e dovrà passare dalla Francia.

Senza una strategia e con la benedizione delle banche, le centrali esistenti vengono convertite a gas e ne vengono costruite nuove dovunque.

Le ultime non sono ancora entrate in servizio, ma ne abbiamo già pagata una parte con il buco MPS che ha salvato anche Sorgenia, quando si scopre la vera energia rinnovabile, quella da sole e vento.

Verrà trionfalmente incentivata con le bollette e con i cinque conti energia.

Pagheremo tutto noi: oggi 15 miliardi di euro all’anno e per vent’anni.

Con la garanzia delle bollette, le banche finanziano qualsiasi progetto: c’è chi mette i terreni e chi addomestica i funzionari comunali; i pannelli sono cinesi progettati in Germania.

I primi ad annusare l’affare sono i fondi verdi stranieri che oggi incassano incentivi multipli del prezzo d’energia in borsa.

Come accaduto per il CIP6, si assegnano anticipatamente i diritti anche a piccole società locali, spesso legate all’illegalità e al malaffare; si specula sulla rivendita dei diritti e gli utili finiscono esentasse in Lussemburgo.

Le rinnovabili, e il crollo della domanda, mettono definitivamente fuori mercato le centrali a gas appena ultimate.

Sorgenia verrà salvata da MPS.

Con il “capacity payment” : pagheremo anche le centrali proprio perché non producano.

Adesso tutti vogliono chiuderle, Enel per prima 23, perché non sono remunerative e abbiamo una potenza installata più che doppia del picco della domanda.

Sono tutti indebitati e cercano compratori e alleati.

Enel sembra ripetere gli stessi errori di Enelpower,con investimenti nelle rinnovabili di dubbio ritorno economico.

L’industria elettromeccanica nazionale è sparita: Ansaldo è dei cinesi che entrano anche nel capitale dei nostri fondi infrastrutturali e delle stesse strutture.

(continua…)

I signori dell’energia: Assorinnovabili

Il CIP6 e il capacity payment, il salvataggio di Sorgenia in conto MPS, le posizioni monopoliste di Enel, Eni e Terna, sono solo esempi di come vanno le cose in Italia, dove le bollette mantengono tutti con la benedizione dell’Autorità per l’energia.

A difesa degli incentivi alle rinnovabili provvede un comunicato del presidente di Assorinovabili, che parla di “sviluppo di un settore che ha generato occupazione, senza contare i benefici per l’ambiente e la nostra salute e che, non ultimo, ci ha resi più indipendenti dai produttori di energia da fonti fossili”.

Assorinnovabili sa benissimo che i consumatori pagano l’energia ai suoi associati, a un prezzo di 7/8 volte quello di mercato;  sono loro che immettono in rete energia anche quando non serve a nessuno e sono loro a incassare.

Analizziamo il settore e chiediamoci chi sono i beneficiari.

Prima di tutto sono i produttori stranieri dei pannelli; poi ci sono quelli che vendevano le autorizzazioni, i proprietari dei terreni, gli azzeccagarbugli che gestivano pratiche con i comuni, le banche e i fondi verdi.

In cambio di una modesta, e dequalificata occupazione generata per i soli installatori, il fotovoltaico ha annientato l’intero comparto termo-elettromeccanico nazionale, con devastanti effetti occupazionali sulle grandi imprese, già duramente provate dall’uscita dal nucleare.

Il paese sarà anche più indipendente dai produttori di energia da fonti fossili ma gli utenti, che sono poi il paese, dipendono a vita da quelli che producono energia rinnovabile, con l’aggravante che il prezzo delle fonti fossili si é ridotto mentre gli incentivi alle rinnovabili non calano e non caleranno per i prossimi 15 anni.

Assorinnovabili vorrebbe così le nostre bollette sempre più appesantite da incentivi per evitare la crisi del settore green, ma la crisi c’è ed è ora che anche la finanza green, speculativa quanto l’altra, finisca di pescare dalle nostre tasche trasferendo, esentasse, i profitti all’estero.