Gli aumenti calmierati

Ogni tre mesi, l’Autorità per l’energia aggiorna le tariffe dei contratti di maggior tutela che, per ora, riguardano 23 milioni di utenti che consumano un quarto dell’energia elettrica nazionale.

L’aumento del 3%, stabilito per il secondo trimestre del 2017, dicono sia dovuto allo spegnimento di alcune centrali nucleari francesi e al freddo (?). E in effetti il prezzo europeo dell’energia é esploso in gennaio, ma l’allarme era già rientrato a febbraio.

Leggendo la delibera si scopre che l’utente domestico tipo, che  secondo l’Autorità consuma 2700 kWh all’anno, paga

  • 40€ a copertura degli oneri finanziari di chi ci vende energia e totalmente ingiustificati visto che paghiamo consumi stimati, sempre maggiori di quelli reali.
  • 52€ per il funzionamento dell’ Acquirente Unico il cui compito di acquistare energia elettrica alle condizioni più favorevoli sul mercato e di cederla alle imprese di vendita al dettaglio per rifornire gli utenti domestici e le piccole imprese che non acquistano sul mercato libero. La perdita finanziaria dell’Acquirente unico é pari a circa 15 milioni di euro;
  • 120€ per gli oneri di sbilanciamento della rete
  • 12€ per l’aggregazione delle misure,

Ma la delibera fa intraveder un ulteriore aggravio massimo di 486€, di dubbia interpretazione, soggetto ad aggiustamenti sul pregresso che devono essere ancora calcolati.

Il 3% di aumento risulterebbe quindi essere solo un anticipo di aumenti ben più consistenti, continuando a far sembrare più vantaggioso il mercato tutelato rispetto a quello libero per il quale, dice l’Autorità, l’utente non é preparato.

Da parte sua, il presidente della commissione Industria del Senato, Massimo Mucchetti, annuncia che la fine del mercato tutelato, prevista per il 2018 dal ddl Concorrenza all’esame del Parlamento, “comporterà un aumento assai robusto” delle bollette.

In attesa di sapere quanto sarà robusto, ogni consumatore dovrebbe cominciare a fare adesso quattro conti sulle proprie bollette per prepararsi al peggio o sperare in un rinvio della fine del mercato tutelato, come sembra orientato ormai il governo.

L’Autorità senza autorità

La messa in mora dell’Italia è dell’anno scorso, per non aver recepito la direttiva europea che imponeva la netta separazione tra chi fornisce e chi distribuisce energia elettrica.

L’Autorità per l’energia aveva tentato di imporla ad Enel, che ha fatto ricorso al TAR.

Unbundling è un termine ostico per il consumatore che a malapena sa  quanto consuma; sa chi gli manda le bollette ma non sa chi gli porta l’energia in casa o chi la misura.

Il consumatore riceva bollette da “Enel, l’energia che ti ascolta” e  paga,anche se inascoltato.

Gli altri fornitori, che dipendono dai dati rilevati dalle decine di milioni di contatori gestiti da Enel, tramite i quali Enel conosce i consumi di decine di milioni di utenti, hanno vita un po’ più difficile perché i dati sono un immenso patrimonio commerciale di Enel.

Forti di questa posizione equivoca di Enel, gli agenti senza scrupoli millantano di tutto.

Con la fine del mercato di maggior tutela milioni di consumatori non sapranno cosa fare ed é quindi meglio mantenerli confusi.

Replica del presidente dell’Autorità per l’energia: “in effetti ci avevano detto di fare l’umbunling, ma nessuno ci ha spiegato come”.

E chi doveva spiegarlo?

Forse l’ Antitrust, che denunciava la posizione dominante di Enel già nel 2007?

Il ricorso di Enel si basa sulla tesi che ” l’Autorità non ha autorità”.

Ma l’Autorità é la stessa che ha approvato i contatori di seconda generazione, che Enel ci piazzerà in casa come ha già fatto quindici anni fa che potranno essere forniti dalla Ducati energia, società che fa capo alla famiglia dell’ex-Ministro delle Sviluppo Economico, fatto del quale sembra essersi accorto finalmente anche il senatore Mucchetti.

In questo caso, per Enel, l’Autorità ha autorità, che invece, per legge, non ha perché l’omologazione del gruppo di misura, inteso come contatore e sistema di gestione del dato da remoto, compete al Ministero dello Sviluppo Economico e non all’Autorità.

Queste sono le liberalizzazioni all’italiana: finirà che pagheremo bollette e multe all’Europa!

 

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