Nuovi o vecchi, smart o scemi, legali o meno, accesi o spenti, di prima o di seconda generazione, sembra che leggere i contatori sia diventata un’attività optional, con il risultato che spesso paghiamo in bolletta il servizio di misura, anche se nessuno la fa.
E così paghiamo un consumo stimato, basato sui consumi precedenti, che è sempre maggiore di quello reale.
Eppure, quando nel 2002 ci installarono i primi contatori elettronici, che sarebbero stati gratis ma non lo erano, ci raccontarono che avremmo pagato i consumi effettivi.
Erano tutte balle, i contatori erano intelligenti solo per quelli che l’energia la distribuiscono e la vendono, molto meno per quelli che la consumano.
La procedura corretta é: il distributore legge il contatore e comunica il dato al fornitore il quale emette la bolletta.
Ma il distributore, anche se è pagato per farlo, ha la tendenza ha non leggerli e se anche il dato di consumo si perde nella trasmissione, può continuare a denunciare consumi stimati.
Per sopperire alle sue carenze, l’utente viene allora invitato a fare l’auto-lettura – che in questa situazione è fondamentale – un’ulteriore regalo al distributore. Non farla è un errore perchè i consumi stimati diventano storici e la differenza tra il consumo stimato indicato nelle bollette e quello reale, si amplifica.
Se poi l’utente riesce a leggere il contatore, e confronta i numeri con quelli delle bollette, si accorge della differenza, scrive al fornitore il quale risponde con la lettera qui sotto.
Il fornitore scarica la responsabilità sul distributore che non fa il suo dovere e, in assenza di dati, avvisa l’utente che le fatturazioni sono in linea con i consumi: anche se non è vero!
E’ inaccettabile che i consumatori paghino con la bolletta un servizio non reso quando, come in questo caso, i contatori elettronici erano stati installati, a loro spese, proprio per leggere puntualmente i consumi effettivi.
Molti consumatori si dimenticano del contatore, molti non sanno dov’è, magari è spento o magari è quello del vicino di casa.
Le giustificazioni del fornitore richiamano proprio le norme vigenti che invece impongono le letture.
Mentre l’Autorità dorme sonni tranquilli, il fornitore preannuncia anche un rimborso, relativo ai consumi di due anni prima, dicendo di aver sollecitato i dati al distributore: e così la presa in giro è completa.
Nella sostanza, il fornitore si finanzia a spese dell’utente, e lo Stato incassa accise, imposte e IVA non dovute.
Quanti sono i casi come questo? E quanti sono i milioni di euro in ballo ?
Conviene a tutti che i contatori non vengano letti, a tutti meno che al consumatore.
Ecco la lettera del fornitore.
#contatorillegali

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