Le bollette non pagate di luce gas, in carico alle società di recupero del credito, valevano 6,4 miliardi nel 2015. Una cifra che non tiene conto delle sofferenze delle società che non erano ancora ricorse al recupero dei loro crediti.
La stessa cosa sta accadendo in Germania.
Finisce così tutto in mano agli intermediari finanziari, prevalentemente stranieri, che comprano a sconto le bollette scadute e provano a recuperare il credito con formule negoziali o piani di rimborso, ad un costo che va dal 2% al 10% del valore nominale.
Lo schema é lo stesso dei mutui e dei NPL. Ipotizzando un 2016 peggiore del 2015, ricordo che, grosso modo, un terzo della bollette va al fornitore, un terzo agli oneri di sistema e l’ultimo terzo allo Stato tra tasse, accise e IVA.
Quindi, nell’ottimistica ipotesi che il buco per luce e gas sia di dieci miliardi, le società fornitrici meno capitalizzate salteranno, lo stato incasserà 3,3 miliardi in meno e il sistema che garantisce le infrastrutture di trasporto e distribuzione, oltre agli incentivi alle rinnovabili e assimilate, dovrà rinunciare a un quinto di quanto previsto.
A chi verrà chiesto di coprire il buco? Si accettano scommesse!
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