Contratti vocali

Attenzione alle proposte telefoniche!

Enel Energia scrive all’utente “che il Codice Civile non stabilisce l’obbligo della forma scritta ed é prevista espressamente la possibilità di stipula del contratto di fornitura attraverso forme di comunicazione a distanza quale il telefono”.

Il contratto vocale  rappresenta la conclusione legittima dell’accordo tra le parti, senza che lo stesso debba essere sottoscritto dall’utente.

Uno specifico decreto regola la materia, mentre ulteriori considerazioni sono reperibili qui.

Entro un paio d’anni, tutti dovremo scegliere un fornitore di mercato libero ma i fornitori si sono attivati da tempo con un autentico bombardamento di telefonate.

La quasi totalità degli utenti non é in grado di capire e di valutare quanto viene proposto in una telefonata, fatta spesso in un italiano stentato, che si conclude con una registrazione.

Ovvio che in famiglia l’argomento dovrà essere affrontato per evitare che persone impreparate, o senza titolo per rispondere, possano prendere impegni e cadere nella trappola.

I conti in tasca all’Autorità

Clamoroso aumento dei contributi a favore dell’Autorità per l’energia il gas e l’acqua al 0,35 per mille dei ricavi dei soggetti operanti in Italia nei settori dell’energia elettrica e del gas.

Il bilancio di AEEGSI , che andrebbe letto con cura, presenta un avanzo di 18,4 milioni su un totale di entrate di 84,8.

Sorprende anche il versamento al bilancio dello Stato di 6,7 milioni che fa presumere che  sia stato il governo ad imporre l’aumento.

Il criterio di contribuzione prevede che pochi grandi operatori partecipano per decine di milioni di euro mentre i piccoli per mille volte di meno.

In questa situazione é lecito mettere in dubbio l’effettiva autonomia dell’Autorità la cui remunerazione dovrebbe dipendere da altri indicatori come, per esempio, dal rapporto tra i tassi d’interesse e la remunerazione del capitale dei regolati.

Stanti le esigenze dell’Autorità, il mercato dovrebbe valere 240 miliardi di euro? Quante volte il mercato “fisico”?

Nulla cambia per i consumatori costretti a pagare anche questo aumento e a mantenere una struttura che poco ha fatto per loro.

Chi paga il conto?

Più del 30% del valore delle bollette viene incassato da chi ci vende energia elettrica, per conto di terzi.

Per chi vende energia elettrica sono voci di costo passanti: oneri di sistema, trasporto, distribuzione e gestione del contatore.

Una recente sentenza del TAR sembra esonerare i venditori, non solo dall’obbligo di prestare garanzie, ma anche di versare ai distributori gli oneri che non siano stati effettivamente riscossi dai clienti finali.

Quella voce di costo resta così scoperta perché, per ora, i distributori non non hanno alcun titolo per riscuotere direttamente dai clienti e la morosità delle bollette, tra gas ed energia, vale miliardi di euro.

Così, per il presidente dell’Autorità “servirà un mix di soluzioni” e finirà male per che quelli che già pagano le bollette che dovranno pagare anche per quelli che non lo fanno.

Bortoni che non ritiene “opportuno che le imprese di distribuzione si interfaccino direttamente con i clienti, per ragioni di unbundling”  esprime “perplessità su soluzioni alternative che pesino in bolletta, quali un fondo ad hoc o l’imposizione della garanzia per gli oneri direttamente in capo al cliente finale”.

Il problema avrebbe potuto essere affrontato molto prima di una sentenza del TAR mentre Bortoni sa benissimo che i distributori s’interfacciano già con i consumatori, quando, senza alcun titolo, pretendono di sostituire il contatore.

Che gli oneri di sistema stessero esplodendo non é una novità, tanto che lo sempre Bortoni ipotizzava di trasferirli sulla fiscalità generale perché le bollette non sono più in grado di sostenerli. E infatti, anche per la precaria situazione del paese, la morosità aumenta.

Oggi si vorrebbe che i consumatori  fossero consapevoli dopo averli presi in giro per anni con bollette incomprensibili, imposte dalla stessa Autorità, con il risultato che nessuno conosce, tra canoni TV e letture stimate, quanto consuma.

Una regolazione seria avrebbe evitato il c.d. turismo energetico di consumatori che, nel portafoglio di agenti senza scrupoli, cambiavano fornitore ogni mese senza pagare.

La mancanza di una regolazione seria non solo ha danneggiato i venditori seri, ma tutti i cittadini che saranno chiamati, con le bollette e con le tasse, a coprire il buco.

Uno degli errori fondamentali dell’Autorità é stato quello di identificare il consumatore unicamente con un POD o un PDR, alimentando così un vero e proprio mercato illegale di questi codici, senza collegarli al numero di matricola del contatore.

Un errore che potrebbe essere evitato, adesso che vogliono sostituirceli ma, anche in questo caso, l’Autorità resta contro i consumatori.

Cambiare fornitore

Nei prossimi mesi, milioni di utenti dovranno saranno costretti a passare al mercato libero: sarà impossibile sottoscrivere un contratto di “tutela simile” senza internet e un corso d’informatica.

Così saranno in molti a concludere contratti al telefono e senza capirli, diventando preda di fornitori senza scrupoli.

Pochi verificano la lettura finale del vecchio contratto che permette al vecchio fornitore di fregare per l’ultima volta l’utente che ha deciso di lasciarlo.

L’operazione dipende dal distributore che, per abitudine, non legge i contatori pur essendo pagato per farlo.

Succede così che il vecchio fornitore addebiti una quantità di energia stimata maggiore di quella effettivamente consumata, lasciando all’utente l’unica possibilità di rivalersi sul fornitore che subentra, il quale invece non c’entra nulla e comincerà a fatturare energia partendo da un dato di consumo sbagliato.

Inizia così una serie di azioni di rivalsa da parte dell’utente che ha tutto il diritto di non pagare una bolletta falsa.

Il cambio di fornitore dovrebbe prevedere la lettura contestuale del contatore cosa che invece, inspiegabilmente, l’Autorità per l’energia nega.

 

Il nuovo contatore della luce

ext

Poche notizie sul nuovo contatore della luce se non che sarà “un oggetto di design“.

“Enel sta per sostituire 35 milioni di contatori elettrici. Il nuovo contatore renderà possibile lo sviluppo di servizi energetici postcontatore. Ciò favorirà ulteriormente la crescita della consapevolezza del cliente e permetterà di indirizzare la tematica del demand/response e di incrementare i servizi di domotica. Saranno le aziende, tra cui c’è ovviamente Enel Energia, a cavalcare queste nuove opportunità grazie a un’interfaccia aperta in grado di dialogare con tutti gli elettrodomestici e i dispositivi della casa”

Restano peró alcuni problemi da risolvere come  l’umbundling e il protocollo di comunicazione dei dati di consumo, che dev’essere aperto a tutti gli operatori.

Poi c’è la MID: “il misuratore deve essere dotato di un visualizzatore metrologicamente controllato, facilmente accessibile al consumatore senza alcun ausilio”.

È’ sicuro invece che pagheremo di nuovo noi, anche se i vecchi contatori hanno funzionato per pochi anni, e nessuno dice quanto ci costerà.

Con l’avvento del mercato libero Enel rafforzerebbe la posizione dominante, allargandosi sulla telefonia.

I gruppi telefonici e Terna sono però scesi in campo e stanno studiando un proprio contatore.

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