Secretato il sequestro dei contatori

Interpellato alla Camera, il Ministero  non lo ammette, ma a Milano il locale Ufficio Metrico fa sequestrare i contatori illegali dalla Prefettura.

Uno degli ultimi provvedimenti riguardava  64 contatori, installati in un edificio del centro di proprietà del Comune.

Sono previste sanzioni per il distributore, cioè la società che li ha installati e li gestisce, e per il fornitore, che incassa quanto gli viene comunicato dal distributore.

Sono decine di milioni i contatori che operano nella stessa situazione e se tutti gli Uffici Metrici si comportassero come a Milano, 700 € di sanzione per ogni contatore farebbero una bella cifra.

La responsabilità principale é quindi del distributore, che ha installato strumenti illegali, e il fornitore dovrà rivalersi su si esso.

In una puntata di Rai Report del 2005, alla domanda della giornalista:

“Posso chiedere al MAP se un contatore della luce, voi che siete il Ministero delle attività produttive e vi occupate di metrologia legale, se pensate che sia uno strumento metrico o no e mi potete rispondere no o mi potete rispondere si”

venne risposto:

“No! No perché capisco come è capziosa questa domanda è questo il mio problema. Nel senso che questo significa che a un certo punto poi la conclusione è allora i contatori non sono controllati da nessuno e c’è un mercato che non è controllato e il consumatore non è cautelato. Io questo non riesco a capire e quindi a questa domanda non rispondo. Domande capziose che possono essere capovolte anziché nel ben fare nel cattivo fare”

Dopo dieci anni, gli ispettori dell’Ufficio Metrico di Milano non sono stati interdetti e continuano a fare il loro lavoro mentre il Ministero, come dieci anni fa, fa finta di niente.

 

Contatori e Carabinieri

Un utente di Sestri Levante si oppone alla sostituzione del contatore di energia elettrica: è un suo diritto, come gli ha confermato il call center indicato sull’avviso di sostituzione, lasciato sulla porta di casa.

L’addetto della società incaricata della sostituzione prima minaccia l’utente di chiamare i Carabinieri e poi li chiama davvero!

Arrivati sul posto, come se non avessero cose più importanti da fare, dopo i saluti di rito, non verbalizzano nulla perché non c’è nulla da verbalizzare: il vecchio contatore resta al suo posto e se ne vanno soddisfatti.

C’è qualcosa che non torna in questa incredibile farsa, che dovrebbe essere chiarita.

Come dovrebbero essere riviste le delibere di Arera che hanno creato questa giungla.

Queste forzature trovano giustificazione solo dai soldi succhiati ai consumatore per installargli un sistema di misura illegale.

Siccome il distributore,più contatori sostituisce e più viene premiato in tariffa, tenta l’intimidazione utilizzando nientemeno che i Carabinieri.

Bisognerebbe capire quanto è isolato questo caso.

Per non farvi sostituire il contatore, in effetti, è sufficiente chiedere a chi interviene se ha intenzione di verbalizzare e sottoscrivere i consumi letti sul contatore vecchio.

La risposta sara negativa perché non sono autorizzati a farlo eppure, quei dati sono l’unica cosa legale dell’operazione.

 

 

 

Il ricalcolo dei consumi

Un lettore segnala il suo caso di ricalcolo dei consumi tutt’altro che chiaro, che può essere spiegato solo ricorrendo all’esempio del salumiere:

“Signora, in merito al prosciutto che le vendo ogni giorno dal 2011, volevo dirle che credevo che la bilancia funzionasse bene e invece mi dicono solo ora quelli che la leggono da sei anni, che non è così. Per sei anni ho creduto di venderle ogni giorno un etto di prosciutto ma mi accorgo solo ora che pesava un etto e dieci grammi e quindi ora, dopo sei anni, mi deve pagare i dieci grammi in più per ogni suo acquisto degli ultimi sei anni. Se vuole, può pagarmi a rate”

La bolletta certifica come reale la lettura del 2011 e da qui parte il ricalcolo.

Questo è solo un esempio del sistema perverso utilizzato per la misurazione dell’energia elettrica che, come si nota dalle letture successive indicate nella bolletta, continua a basarsi su consumi stimati, nonostante l’utente paghi il corrispettivo della gestione del contatore che, associato al trasporto, vale in questo caso 355€.

Perché tutta questa attività di recupero credito proprio adesso? Perché, con il  mercato libero alle porte, bisogna mettere a posto i numeri e chissenefrega se non ho letto i contatori per sei anni anche se venivo pagato per farlo.

I casi di ricalcolo sono numerosi.

D’altro canto la stessa TERNA conguaglia, a suo piacimento, gli sbilanciamenti tenendo in scacco le società di trading.

#contatorillegali

La tariffa “obbligatoria”

La tariffa è il prezzo di un servizio e definirla “obbligatoria“, anche se non c’è il servizio, è sbagliato.

Ci sono bollette che fatturano consumi inesistenti, solamente per addebitare altre voci di costo; ci spiegano che sono consumi “obbligatori” e che comunque vanno pagati.

La tariffa della distribuzione di energia elettrica é applicata a tutti i clienti finali.

Per le utenze domestiche, con una potenza contrattuale di 3 kW, la tariffa si compone di tre voci, aggiornate annualmente da Arera:

  • SIGMA1 = 20,28 €/anno 
  • SIGMA2 = 63,72 €/anno
  • SIGMA3 = 0,00724 cent/kWh.

Per tutte le utenze domestiche in bassa tensione, SIGMA1 comprende la tariffa MIS – servizio di misurazione – che copre i costi di installazione e di manutenzione del contatore, di rilevazione e registrazione delle letture di consumo..

In bolletta troviamo la voce: “trasporto e gestione del contatore”.

Quindi, senza consumare neppure un kWh, non c’è ovviamente alcun trasporto ma i distributori, che ci stanno sostituendo i contatori, incassano 84 € ogni anno per i prossimi quindici.

Quanto ci costano i nuovi contatori? Non doveva essere tutto gratis? A chi servono? E per le seconde case quanto incassano?

 

 

Proroga tutela a condizione che

ARERA ritorni alla sua missione originale e cioè ” la promozione della concorrenza e dell’efficienza nel settore dei servizi di pubblica utilita’, di seguito denominati “servizi”, nonche adeguati livelli di qualita’ nei servizi medesimi in condizioni di economicita’ e redditivita’, assicurandone la fruibilita’ e la diffusione in modo omogeneo sull’intero territorio nazionale, definendo un sistema tariffario certo, trasparente e basato su criteri predefiniti, promuovendo la tutela degli interessi di utenti e consumatori”.

Non intervenga in materie che non le competono, come la metrologia legale, della quale è unico responsabile il MISE. Nello specifico, vengono installati decine di milioni di sistemi di misurazione illegali, che funzionano male e che oltretutto il consumatore paga con la bolletta.

Denunci l’impossibilità di promuovere la concorrenza, e quindi la tutela degli interessi di utenti e consumatori, in presenza della chiara posizione dominante di Enel, che dalla fine del mercato tutelato, e con il monopolio della distribuzione, sarebbe l’unica a trarre vantaggio.

Metta in condizione i consumatori, attraverso una seria e mirata campagna di informazione, di capire quanto consumano e quanto spenderebbero passando al mercato libero. I comparatori di offerte non sono assolutamente adeguati, né fruibili  dalla quasi totalità dei consumatori.

Semplifichi radicalmente le bollette, sull’esempio di quelle degli altri paesi europei, che sono utili e non aggravano il lavoro dei fornitori, che in Italia viene poi scaricato sul prezzo.

Rediga, con il MISE, l’atteso albo dei fornitori per evitare in futuro situazioni oggettivamente sconcertanti.

Riveda il contratto di maggior tutela a garanzia dei consumatori. Quello attuale non funziona per evidente responsabilità dominante del distributore.

Annulli la procedura di conciliazione che allontana ulteriormente i consumatori dal far valere i propri diritti.

Quantifichi, con precisione, l’ammmontare degli oneri di sistema, che ormai pesano per più di un terzo sul valore delle bollette, da qui a dieci anni confutando, in modo molto più efficace del passato, gli ulteriori aggravi.

 

 

Senza ritegno

Consumo “reale” in bolletta, ma per Enel il contatore non va.

Così un lettore di Repubblica:

” Il 9 aprile ho ricevuto da Enel una raccomandata, in cui mi chiedeva di regolarizzare i consumi (in base ad un prospetto con tutte le rilevazioni da loro stimate dal 2014 al 2018) in quanto il contatore secondo loro non trasmetteva la lettura.

Abbiamo sempre pagato tutte le bollette, sulle quali tra l’altro c’è scritto “lettura reale”. Nel 2016 ci hanno anche mandato una bolletta con conguaglio (a nostro debito) per discordanza tra rilevazione remota e lettura reale. Potete indicarmi come mi posso comportare? Devo rispondere adeguatamente entro 30 giorni a Enel”

La risposta é semplice:

Se il contatore è di tipo omologato MID, e cioè sulla targa dello strumento si rileva una M dopo il marchio CE, vale l’art.10.5 dell’Allegato I alla Direttiva 2004/22/CE.

Da sempre, e non dall’entrata in vigore della direttiva MID, è il dato che l’utente legge sul contatore e non quello teletrasmesso a far fede nella transazione commerciale. Inoltre, se le bollette precedenti dichiaravano “letture reali”, essendo documenti fiscali, potrebbe ipotizzarsi il reato di falso, con l’aggravante che il documento viene emesso da un incaricato di pubblico servizio di tipo essenziale. Per quanto precede, la bolletta di conguaglio può essere pacificamente impugnata.

Ravvedimento sui contatori in UK

Un articolo del Telegraph denunciava l’anno scorso i problemi degli smart meters: difficile controllo delle bollette, rilevamento dei dati di consumo simile a una lotteria, cattivo segnale di trasmissione, display illeggibile, sicurezza del software e privacy.

In definitiva, nessun risparmio per il consumatore.

Il governo, che inizialmente voleva sostituirli tutti entro il 2020, dopo i primi sette milioni ha fatto retromarcia perché la sostituzione aumenta solo le bollette.

Molto interessanti le recenti considerazioni di Ofgem – l’autorità inglese per l’energia – in merito ai diritti del consumatore.

In Italia la situazione é grottesca: l’incumbent – per i non addetti l’Enel – decide di punto in bianco, e senza chiedere il permesso a nessuno, di sostituire 44 milioni di contatori perché, non solo li costruisce ma potrà anche gestirli come meglio gli aggrada.

Per dare un minimo di ufficialità all’operazione, il cui costo sarà a totale carico dei consumatori, le specifiche vengono predisposte dall’Autorità per l’energia, che però non ha alcuna competenza in metrologia legale.

Con il risultato che il nuovo contatore diverrà parte di un sistema di misura illegale e sarà manipolabile da remoto dall’incumbent, che deciderà quanto consumiamo.

 

 

Manovra sulle bollette

Gli oneri di sistema valgono un terzo della bolletta dell’energia elettrica e, senza consumare un solo kWh, paghiamo bollette da 30€ al mese.

Al solo scopo di incassare gli oneri di sistema, i venditori si inventano kWh inesistenti che non vengono né trasportati né consumati: le bollette sono degli autentici falsi.

Ovvio che c’è qualcosa che non funzione e allora ecco l’idea: toglierli dalle bollette e trasformarli in tasse, facendoli pagare a tutti, utenti e non.

Se è possibile “socializzare” i buchi delle banche, e nessuno spara, perché non farlo con le bollette?

Sono 16 miliardi di euro all’anno!

Con la morosità in crescita, i primi fallimenti e il rischio di non incassarli tutti, devono essere messi al sicuro come tasse.

Il presidente uscente dell’Autorità per l’energia sarà ricordato per aver abbassato le stesse bollette che, durante il suo mandato sono  diventate le più care d’Europa.

Sembrano ormai tutti d’accordo: un TAR ha definito gli oneri  “parafiscali” mentre AGCM, riconosce che “al crescere del peso relativo degli oneri di sistema, nonché del tasso di insolvenza dei clienti finali legato anche alle difficoltà create dalla crisi economica, le citate previsioni contenute nei contratti di distribuzione hanno determinato una situazione di crescente esposizione debitoria dei venditori nei confronti dei distributori stessi, che ha portato in alcuni casi alla risoluzione del contratto di trasporto, e conseguentemente all’uscita dal mercato di alcuni soggetti”.

Cioè il problema non è l’utente, che non riesce più a pagare le bollette, ma che quelli che trasportano energia elettrica, oppure la producono incassando gli incentivi, continuino a guadagnare, a prescindere.

AGCM parla di  “ridotta marginalità e quindi una scarsa capacità competitiva dei venditori non direttamente riconducibile a carenze di efficienza, bensì a effetti di clausole contrattuali che, addossando sui venditori la responsabilità integrale del pagamento degli oneri di sistema, determinano una ripartizione del tutto squilibrata del rischio derivante dalla insolvenza dei clienti finali relativamente a elementi, quali gli oneri di sistema, che prescindono dalla gestione industriale del servizio”.

Il problema di un umbundling farlocco viene sfiorato da AGCM: “Il descritto effetto di alterazione del mercato aggravato dalla circostanza che nel mercato italiano della vendita di energia elettrica al dettaglio operino in concorrenza fra loro soggetti presenti solo in questo segmento della filiera e soggetti verticalmente integrati, a monte, nella distribuzione”.

AGCM non può assolutamente dire che Enel, con 44 milioni di nuovi contatori, avrà il totale controllo della misurazione e quindi del mercato; e questo in concomitanza con la fine del mercato tutelato.

Secondo AGCM ci sono oggetti che “oltre a godere di vantaggi nella gestione finanziaria del rischio di insolvenza dei clienti finali in quanto appartenenti a gruppi societari (parent company guarantee) – possiedono, data la contestuale natura di concorrenti diretti e controparte obbligatoria dei soggetti venditori non integrati nei richiamati contratti, forti incentivi a comportamenti anticoncorrenziali”.

Il risveglio di AGCM mette anche in luce “la carenza di potestà regolatoria della stessa Autorità per l’Energia” nel senso di “carenza di potere di ( etero ) integrazione del contratto tra distributore e venditore rispetto alle previsioni in materia di garanzie per la parte relativa agli oneri”.

Si capisce poco se non che l’Autorità ha le sue colpe!

E così, in attesa delle nuove tasse, tutti avranno fatto il proprio lavoro: AEEGSI nutrire il sistema, con cifre da capogiro senza opporsi, AGCM di ritenere solo ora “necessario e urgente un intervento di carattere normativo” con due opzioni: “riconoscere pienamente la natura fiscale degli oneri ed eliminare la necessità di una loro specifica trattazione nell’ambito delle pattuizioni fra venditori e distributori”; oppure “prevedere una diversa distribuzione del rischio finanziario derivante da un’eventuale insolvenza dei clienti finali per gli oneri di sistema, in modo tale che lo stesso sia ripartito nell’ambito della filiera elettrica, evitando che esso gravi unicamente sulla parte liberalizzata del mercato”.

Traduzione: se ne occuperanno come sempre Governo e Parlamento che, con i tempi che corrono, non potranno che metterci le mani nelle tasche, con la novità che lo faranno anche se non consumiamo nulla, come peraltro stanno già facendo.

Ci si chiede a cosa servano le Autorities visto che ci costano centinaia di milioni all’anno.

 

La sostituzione coatta

Ci stanno sostituendo i contatori del gas con quelli di tipo elettronico.

Nel caso di un condominio di Milano  il distributore locale – UNARETI –  fa esporre in portineria l’avviso che entro quattro giorni verrà sostituito il contatore a tredici utenti, elencandoli.

Saranno solo clienti A2A? Probabile: gli utenti dell’edificio sono più di venti, UNARETI é di A2A e l’umbundling in Italia funziona così.

Nell’avviso viene espressamente richiesta la presenza dell’utente.

Il giorno successivo, il fornitore di UNARETI, incaricato dell’appalto, telefona all’amministrazione dello stabile confermando la data degli interventi, dichiarando “che non é necessaria la presenza dell’inquilino perché, se non c’è, vuol dire che non usa il gas” e quindi chiede il permesso di poter effettuare le sostituzioni.

L’amministratore rifiuta, non avendo alcun titolo in merito ai contratti tra gli inquilini e i loro fornitori e non potendo,ovviamente, impegnare gli assenti.

Inutili le rimostranze di chi vuole intervenire, il richiamo alle delibere dell’Autorità per l’energia e alla “prassi” seguita altrove.

Questo é il risultato di una regolazione raffazzonata che non difende i consumatori ma solo il sistema che li spreme.

Il consumatore dovrebbe presenziare alla sostituzione, non fosse altro che per verbalizzare la lettura del contatore “vecchio” e per evidenti ragioni di sicurezza.

Per i contatori di energia elettrica è ancora peggio e le associazioni dei consumatori dormono.

Contratti vocali

Attenzione alle proposte telefoniche!

Enel Energia scrive all’utente “che il Codice Civile non stabilisce l’obbligo della forma scritta ed é prevista espressamente la possibilità di stipula del contratto di fornitura attraverso forme di comunicazione a distanza quale il telefono”.

Il contratto vocale  rappresenta la conclusione legittima dell’accordo tra le parti, senza che lo stesso debba essere sottoscritto dall’utente.

Uno specifico decreto regola la materia, mentre ulteriori considerazioni sono reperibili qui.

Entro un paio d’anni, tutti dovremo scegliere un fornitore di mercato libero ma i fornitori si sono attivati da tempo con un autentico bombardamento di telefonate.

La quasi totalità degli utenti non é in grado di capire e di valutare quanto viene proposto in una telefonata, fatta spesso in un italiano stentato, che si conclude con una registrazione.

Ovvio che in famiglia l’argomento dovrà essere affrontato per evitare che persone impreparate, o senza titolo per rispondere, possano prendere impegni e cadere nella trappola.

Il baco dei contatori

Il vizio, nella ormai avviata sostituzione dei contatori dell’Enel, non è il contatore elettronico in sé, ma il suo utilizzo in un sistema interconnesso di tele-gestione. 

Dal centro operativo che controlla i contatori da remoto, per esempio, si può modificare la variabile “tempo”, quella cioè che consente l’applicazione di diverse fasce tariffarie. 

Ma da remoto si possono fare tante altre cose: se l’utente scopre, e denuncia, anomalie nei propri consumi, rispetto a quelli che il distributore registra da remoto, il distributore può metterci una pezza senza dirlo all’utente millantando che é tutto a posto.

Se l’utente non paga, dal centro operativo gli si riduce la potenza contrattuale installata a disposizione (per la maggioranza degli utenti sono i 3kW) e non esiste alcuna possibilità di verifica che l’operazione venga effettuata anche quando l’utente paga regolarmente.

L’illegalità consiste quindi nell’utilizzo di un contatore, omologato come strumento autonomo (stand alone), che diventa illegale se connesso con altri strumenti o con programmi che ne possano modificare le variabili di calcolo del consumo.

Un sistema così strutturato viola la direttiva europea MID sugli strumenti di misura che al punto 8.1 – protezione dall’alterazione – recita:” le caratteristiche metrologiche dello strumento di misura non debbono essere influenzate in modo inammissibile dal collegamento di tale strumento ad altro dispositivo, da alcuna caratteristica del dispositivo collegato o da alcun dispositivo remoto che comunichi con lo strumento di misura”.

E cosa significa “in modo inammissibile”: significa per caso “fraudolento” ?

Nella pratica, solamente chi tele-gestisce il contatore da remoto – cioè il distributore – dispone delle credenziali per accedervi ed é ovvio che potrebbe variare, in modo arbitrario, il consumo dell’utente o la produzione di un impianto fotovoltaico.

L’illeicità della telelettura veniva peraltro richiamata dall’Autorità per l’energia nel verbale esito della consultazione n° 27/07 del 9 luglio 2007, n. 27/07 dove é scritto: ” Con riferimento al tema della metrologia legale in soggetto, invocando il punto 10.5  dell’allegato I al decreto MID, afferma che l’utilizzo dei dati rilevati a distanza non  è riconosciuto dall’attuale legislazione metrologica. Sul tema della metrologia legale  l’Autorità non ha poteri istituzionali e non può, di conseguenza, dare risposta alle questioni ad essa inerenti.”

Traduzione: ci dev’essere un pazzo in giro ma non sono affari miei!

L’atteggiamento di AEEGSI su questi argomenti é sempre coerente: quando sente puzza di bruciato si chiama fuori.

Per la MID, gli obblighi dei fabbricanti di strumenti di misura sono: “All’atto dell’immissione sul mercato  o  della  messa  in  servizio  dei  loro strumenti di  misura,  i  fabbricanti  garantiscono  che  sono  stati progettati e fabbricati conformemente ai requisiti essenziali di  cui all’allegato I e agli allegati specifici dello strumento.”

Tale rispetto, preclude la possibilità di omologare apparecchi di misura come strumenti autonomi per poi collegarli ad un sistema di telegestione in violazione appunto dei requisiti essenziali, di cui all’Allegato I della MID.

Grottesco il fatto che la MID sia nata per garantire il consumatore: con quanto sta succedendo in Italia, i principi della direttiva risultano talmente stravolti da rendere scontato un ricorso alla Corte europea.

Chi volesse approfondire può riferirsi al dossier Enel.

 

L’interpretazione delle sentenze

Le considerazioni dell’ANIE sulla sentenza della Corte Europea, che trattava i sistemi di misurazione di energia termica,vengono spesso richiamate per imporre la sostituzione dei misuratori di energia elettrica.

L’Autorità per l’energia, interpellata in Parlamento, pur non avendo alcuna  competenza in metrologia legale, ha richiamato la sentenza a favore delle sostituzioni.

Questa la sentenza:

L’articolo 34 TFUE e la direttiva 2004/22/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 31 marzo 2004, relativa agli strumenti di misura, devono essere interpretati nel senso che ostano ad una normativa e ad una prassi nazionali secondo le quali un contatore dell’acqua calda, conforme a tutti i requisiti imposti da tale direttiva, connesso ad un dispositivo di trasmissione remota (telemetrica) di dati è da considerarsi un sistema di misurazione e per tale motivo non può essere usato conformemente alla sua destinazione fintantoché, assieme a tale dispositivo, non è stato sottoposto a verifica metrologica in quanto sistema di misurazione.
L’allegato 1 del decreto di recepimento della MID ( la direttiva 2004/22/CE ) elenca i requisiti essenziali del contatore.

Il pt.1 dell’art. 8 – protezione dall’alterazione – non da adito ad interpretazioni:

“Le caratteristiche metrologiche dello strumento di misura non debbono essere influenzate in modo inammissibile dal collegamento di tale strumento ad altro dispositivo, da alcuna caratteristica del dispositivo collegato o da alcun dispositivo remoto che comunichi con lo strumento di misura”.

I contatori,che e-distribuzione sta sostituendo in tutta Italia,sono collegati a dispositivi remoti che possono influenzare le caratteristiche meteorologiche del contatore, tanto é vero che all’utente moroso viene ridotta, da remoto, la potenza a sua disposizione.

Il fatto quindi che il contatore sia omologato MID, ma che venga utilizzato, o possa essere manipolato da remoto a mezzo di protocolli di comunicazione noti solo al distributore, rende la transazione commerciale tutt’altro che trasparente.

 

 

 

E io pago

Pochi verificano le cifre incomprensibili delle bollette e i consumi sui contatori, impresa più difficile con i nuovi smart meters.

Difficile quindi sapere con esattezza quanto si consuma anche perché le bollette fatturano sempre consumi stimati.

Invece sarebbe sufficiente leggere bene, perlomeno una volta, la bolletta e gli allegati. 

In questo caso si scopre che il prezzo unitario del kWh è venti volte il prezzo dell’energia all’ingrosso.

Una seconda casa inutilizzata costa 300€ all’anno solo perché connessa alla rete elettrica. 

Poi ci sono il gas, l’acqua e i rifiuti: in pratica una seconda IMU.

Consumi e voti

Il sistema che gestirà da remoto i nuovi contatori dell’Enel non sarà molto diverso dalla piattaforma operativa utilizzata dal M5S per la validazione dei voti o dal PD per le primarie.

Un autentico atto di fede, con la differenza che a un partito si può aderire volontariamente, mentre alla rete elettrica dell’Enel siamo collegati da sempre e senza alcuna possibilità di cambiare.

In questo modo, da remoto, qualcuno stabilirà, senza dover rendere conto all’utente e senza alcun controllo esterno, il consumo di energia o la produzione di un impianto fotovoltaico.

Così, se sulla piattaforma M5S votano 100.000 persone, e il sistema decide chi vince, sulle reti elettriche pochi individui e ignoti algoritmi, decideranno per 44 milioni di utenti.

La rete elettrica é un’evidente dittatura ed é il rovescio della medaglia della tanto osannata “internet of things ” utile a chi gestirà il potere da remoto.

Contatori illeggibili

In un condominio ligure, nel 2006, dodici contatori dinamici (ndr. quelli con la rotella che gira), furono sostituiti con gli elettronici e sistemati insieme in un armadio, dove sono tuttora.

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Undici contatori non sono omologati e uno riporta le marcature conformi alla Direttiva Europea MID.

Il display a cristalli liquidi, degli undici contatori illegali, è illeggibile: non é quindi possibile per l’utente verificare il consumo e se le bollette sono corrette.

I contatori fanno parte di un sistema complesso di lettura, concentrazione e gestione del dato di consumo e sono manipolabili da chi distribuisce energia elettrica nella zona.

Del sistema, il consumatore sa poco o nulla mentre il distributore, da remoto, può fare quello che vuole: se non paghiamo la bolletta, ci viene ridotta la potenza e, appena paghiamo, tutto ritorna normale.

Non esiste,allo stato, alcuna codifica delle operazioni che un distributore di energia elettrica può, o non può fare da remoto senza renderne conto a nessuno e tantomeno al consumatore.

E ciò é pacificamente illegale, anche se i contatori sono omologati.

In attesa che il MISE – Ministero dello Sviluppo Economico – a cui compete il problema chiarisca la situazione, se il display del vostro contatore è spento, sospendete i pagamenti fino alla sua sostituzione,per la quale sarà necessario il vostro assenso scritto,e alla ricostruzione storica dei consumi.

 

Idee confuse al MISE

Il D.M. 24 marzo 2015, n. 60 viene emanato ai sensi dell’art. 19, comma 2 del D.Lgs. 22/2007 (recepimento della direttiva MID): “Il Ministero dello sviluppo economico stabilisce, con uno o più decreti, i criteri per l’esecuzione dei controlli metrologici successivi sugli strumenti di misura disciplinati dal presente decreto dopo la loro immissione in servizio”.

La direttiva MID regola l’immissione sul mercato di dieci categorie di strumenti di misura, tra le quali i contatori di energia elettrica attiva e il decreto di recepimento, emanato in forza della delega conferita dal Parlamento al Governo, all’art.22 stabilisce che : I dispositivi ed i sistemi di misura di cui all’articolo 1, comma 1, se utilizzati per le funzioni di misura previste al comma 2 del medesimo articolo e per i quali la normativa in vigore fino al 30 ottobre 2006 non prevede i controlli metrologici legali, qualora già messi in servizio alla data di entrata in vigore del presente decreto, potranno continuare ad essere utilizzati anche senza essere sottoposti a detti controlli, purché non rimossi dal luogo di utilizzazione.

Questa clausola voleva “salvare” decine di milioni di contatori non omologati, installati da Enel a partire dal 2001; non essendo omologati non é possibile effettuare su di essi alcuna prova in contraddittorio, e a Milano vengono confiscati.

Il decreto 60, emanato dopo otto anni, non poteva che riguardare i soli contatori omologati MID , eppure l’art. 5, comma 6, recita: I contatori di energia elettrica, già messi in servizio ai sensi delle disposizioni transitorie di cui all’art. 22 del decreto legislativo 2 febbraio 2007, possono essere sottoposti a controlli casuali o, su richiesta, a controlli in contraddittorio, da parte delle Camere di commercio per accertare il rispetto degli errori massimi tollerati previsti dalle pertinenti norme o Raccomandazioni OIML”.

Il ministero dovrebbe chiarire:

  1. come sia possibile che i contatori  siano stati messi in servizio ai sensi delle disposizioni transitorie di cui all’art. 22 del decreto legislativo 2 febbraio 2007  essendo in realtà illegittimamente in servizio alla data di entrata in vigore del decreto.
  2. che non é possibile alcuna prova in contraddittorio su contatori non omologati.

 

Contatori e privacy/1

Il parere di un avvocato, e lettore del blog, é che i contatori che Enel intende installare in più di trenta milioni di case, saranno talmente intelligenti da violare la nostra privacy.

Dopo la telefonia, con whatsapp e sms che rimangono nella memoria dei centri operativi, arriva il grande fratello anche in un altro servizio essenziale.

Misurandoci luce e gas ogni, e ad intervalli ristretti di tempo, sapranno di quanta potenza abbiamo bisogno, rispetto a quella che comunque paghiamo, quando ci facciamo una doccia o quando andiamo nella seconda casa, quando avviamo il condizionatore o il forno a microonde.

A cosa serve il garante per la privacy se uno dei suoi compiti é proprio di: “vietare in tutto od in parte, ovvero disporre il blocco del trattamento di dati personali che per la loro natura, per le modalità o per gli effetti del loro trattamento possano rappresentare un rilevante pregiudizio per l’interessato”.

The “internet of things” sbandierata continuamente da chi vuole metterci in casa i nuovi contatori, facendoceli anche pagare, violerà la nostra vita privata e darà in pasto a terzi le nostre abitudini. Gli stessi che poi ci telefoneranno ogni sera per proporci qualcosa. Si avvierà inoltre un florido mercato di dati sulle nostre tasche.

La sostituzione dei contatori

Ci stanno sostituendo i contatori del gas e un lettore di Milano riceve un avviso da una società che nemmeno conosce, perché non é quella che gli invia la bolletta.

L’avviso infatti é del distributore, quello che, in teoria, dovrebbe venire a leggerci il contatore,ma poi non viene mai e così paghiamo sempre consumi stimati.

Della sostituzione dovrebbe avvisarci il fornitore – che é la nostra controparte contrattuale – ma non é così: é il distributore che avvisa per conoscenza.

Invece di venire a leggere i contatori, come in tutta Europa, i distributori, con la benedizione dell’Autorità per l’energia, hanno deciso di sostituirli con quelli elettronici per un unica ragione, perché li pagheremo noi con le bollette.

Ci raccontano che é tutto gratuito ma non é vero: centinaia di euro spalmati negli anni per un servizio del tutto inutile per il consumatore, il quale già non legge il contatore meccanico e non leggerà neppure quello elettronico.

In compenso il nuovo contatore sarà letto e gestito da remoto consentendo a chi lo controlla di decidere cosa dovremo consumare.

Restano infatti irrisolti rilevanti problemi di metrologia legale di competenza del  MISE – Ministero dello Sviluppo Economico – che non si pronuncia da decenni.

Per il gas viene data facoltà al consumatore di chiedere la verifica metrologica del contatore installato, consigliata sempre e in particolare nel caso il vostro contatore sia stato fabbricato prima del 1980, perché costa solo cinque euro.

Ma la stessa facoltà non viene invece concessa per i contatori della luce che, essendo illegali non possono neppure essere provati in contraddittorio perché mancano le norme di riferimento.

La loro sostituzione comporterà quindi la distruzione della prova di misurazioni illegali.

 

Le bollette false

Quando cambiate il fornitore di energia elettrica è meglio dare un’occhiata al contatore.

Dopo aver contrattato il prezzo, dovete verificare il consumo e, verbalizzarlo. 

Se avete un contatore vecchio, quello con la rotella che gira, dovrete verbalizzare la lettura di chiusura.

Se invece avete quello elettronico elettronico, fanno tutto da remoto ed è un atto di fede.

Potrebbero fatturarvi così un consumo maggiore ma ve ne accorgerete solo quando riceverete la bolletta finale di chiusura del contratto precedente, dopo circa un mese.

Controllerete e il contatore potrebbe segnare meno di quanto giá vi addebitavano.

Alle vostre giuste rimostranze, il vecchio fornitore risponderà che:

  1. non sono affari suoi;
  2. fattura quello che gli viene comunicato dal distributore;
  3. dovrete rivolgervi al nuovo fornitore (il quale peraltro nulla può sapere del pregresso mentre inizierà a fatturarvi energia partendo da un dato falso).

Con la fine del mercato tutelato, il consumatore potrà essere facile preda di truffe, complice l’Autorità per l’energia, talmente schierata con il sistema da non ritenere necessaria la vostra presenza quando sostituiscono il contatore.

Il consiglio invece é di verbalizzare sempre la lettura del vecchio contatore e fotografarla.

Se vedete che i conti non tornano, li informate.

Se, nonostante le vostre giuste rimostranze, mantengono la loro posizione, pagate la bolletta falsa e li denunciate per truffa.

 

 

 

 

Il consumatore digitalizzato

Per l’attuale presidente dell’Enel “la pietra miliare dell’internet of things é stato il contatore intelligente” , uno strumento illegale, che Enel ha deciso di sostituire con un sistema che lo é altrettanto.

Il vecchio contatore intelligente è servito solamente a chi lo ha istallato e a chi ci misura l’energia elettrica;  il consumatore lo ha pagato con le bollette senza alcun vantaggio concreto: pagava i consumi stimati prima e continua a pagare i consumi stimati adesso.

Sfido chiunche a capire come funziona il contatore e come può essere manipolato da remoto.

Provate a rilevare il vostro consumo schiacciando il bottone se, ovviamente, avete la fortuna di trovare il visualizzatore a cristalli liquidi ancora acceso.

Ma siete pigri e  non sapete neppure dove si trova il contatore; o non siete in grado di capire le informazioni che dà, per confrontarle con le bollette.

Sarebbe invece il caso di darci un’occhiata!

Quando vi pesano le patate al mercato non date una sbirciata alla bilancia?

Quell’aggeggio misterioso, il contatore,che avete pagato chissà quante volte senza neppure rendervene conto, e che vi addebita centinaia, se non migliaia di euro all’anno, é illegale e a Milano continua a venire confiscato, in forza dell’art. 692 del Codice Penale.

Ora verranno a sostituirlo perché hanno deciso così, cosa volete farci é l‘internet of things, non potete fermare il progresso!  Tranquilli, lo pagherete di nuovo voi con le bollette!

Non andrete a leggere neppure il nuovo ?

Ma che soddisfazione venire digitalizzati a proprie spese e senza capirci una mazza!

Pensate che, con il sistema che hanno intenzione di utilizzare, potranno stabilire da remoto il vostro consumo: se sarete simpatici consumerete meno e, in caso contrario,di più.