La direttiva europea MID, che regola dieci categorie di strumenti di misura, stabilisce che il dato della transazione resta quello indicato dal contatore.
Quel dato è importante per il consumatore che, leggendolo regolarmente, può tenere sotto controllo i propri consumi e la relativa spesa.
Se il contatore é “omologato” MID, non c’è alcuna necessità di “validare” il dato di consumo eppure Arera – autorità per l’energia – impone ai fornitori di energia elettrica e gas – quelli che emettono le bollette – di farsi confermare il dato dal distributore.
Con il risultato che la conferma arriva cronicamente in ritardo, perché i distributori non leggono i contatori, oppure perché il dato si perde durante la trasmissione tra contatore e centro operativo del distributore.
Il fornitore emette così bollette basate su consumi stimati, che sono sempre maggiori di quelli effettivi.
Fatturare consumi sempre maggiori di quelli effettivi, rappresenta evidenti vantaggi per tutti meno che per il consumatore: il fornitore incassa di più, il distributore incassa il corrispettivo di un servizio non reso, il consumatore paga più oneri di sistema e lo Stato incassa più accise, imposte e IVA.
Il distributore, unico responsabile del servizio misurazione, che si fa strapagare con la bolletta, rimane così il giudice inappellabile della transazione, con la possibilità di correggere eventuali errori pregressi.
Quando fornitore e distributore fanno capo alla stessa società, il giochetto é semplice!
Il caso segnalato da un lettore é utile per capire come funziona: dopo alcuni anni di fornitura, il distributore si accorge di avere commesso un errore: l’energia fornita era maggiore di quella conteggiata perché un fantomatico coefficiente K era diverso da quello impostato nel contatore in fase di installazione, operazione effettuata dallo stesso distributore e della quale il distributore è il solo responsabile.
Essendo uno strumento omologato MID, tutti gli eventuali coefficienti correttivi – come senz’altro si evince dalla dichiarazione di conformità dello strumento prevista dalla direttiva – sono una caratteristica intrinseca dello strumento e, se è stato impostato o utilizzato male dal distributore, non é senz’altro colpa del consumatore.
La MID infatti prevede che, una volta posizionato e installato, non possono essere modificati i parametri metrologici del contatore, né localmente né da remoto.
Operazioni che i distributori fanno in pacifica violazione della legge.


