Misurazioni errate:chi paga?

Una delibera dell’Autorità per l’energia si pronuncia in merito ad alcuni casi di errata misurazione di energia elettrica.

Nessuna delle parti in causa sembra fare correttamente il proprio lavoro:

  1. il distributore di energia elettrica rileva, e trasmette per anni al fornitore dati di consumo errati – la metà del reale consumo – per sua colpa evidente e, quando finalmente se ne accorge, presenta il conto;
  2. il fornitore, che deve fatturare il maggior costo al suo cliente, non sa come giustificarlo e sporge reclamo all’Autorità. Nella prassi, il fornitore prende sempre per buono quanto gli viene comunicato dal distributore: come si vede, un errore madornale perché ne risponde sempre lui al cliente!
  3. l’Autorità fa da paciere, allargandosi però su problematiche di metrologia legale che non le competono come contatori illegali, installati o rilevati male, coefficienti K: temi che hanno conseguenze economiche rilevanti, visti i consumi dei casi in esame.
  4. il Ministero, cui compete la metrologia legale, legge e tace invece di pronunciarsi su coefficienti che andrebbero sicuramente capiti e legalizzati. Com’è possibile che ci siano contatori in funzione dove é necessario moltiplicare il consumo per un coefficiente “K”? Sono o non sono legali?

Da notare la grottesca autodifesa del distributore: “i vostri clienti, furbetti, sapevano benissimo che consumavano più di quello che io misuravo, ma si sono ben guardati dal dirlo”.

clienti, furbetti o meno, che pagano da anni energia elettrica misurata da sistemi illegali, non denunciano la situazione perché gli allegati della delibera vengono secretati dall’Autorità; non potranno quindi che continuare a pagare, anche se a rate.

Sicuri che i casi, come quelli presi in esame, siano solo 113 in tutta Italia?

 

Il distributore onnipotente

Il distributore misura l’energia elettrica che consumiamo ma nessuno controlla come lo fa!

Nell’attesa delle letture dei distributori, i fornitori fatturano consumi stimati, magari anche per anni.

I consumi stimati sono sempre maggiori di quelli reali, quindi tutti ne traggono vantaggio come lo Stato che incassa più accise, imposte e IVA.

Tutti meno il consumatore, al quale era stato promesso che, con i nuovi contatori elettronici, avrebbe pagato solo il consumato.

Le prevaricazioni sugli utenti, da parte dei distributori che operano in condizione di monopolio, sono frequenti.

In un primo caso un distributore, invia una lettera, a fornitore e utente, ammettendo di aver sbagliato a installare il contatore e, secondo il suo inappellabile giudizio, l’utente consumava di più di quanto gli veniva rilevato e addebitato.

Per giustificarsi, il distributore tira in ballo coefficienti che la metrologia legale non prevede. L’utente in questo caso non ci sta e chiama tutti a giudizio.

Il secondo caso riguarda un utente domestico che riceve questa bolletta:

errore lettura

Tra letture errate e letture stimate, e un contatore che avrebbe dovuto essere letto da remoto, l’utente paga molto più del dovuto.

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