Una delibera dell’Autorità per l’energia si pronuncia in merito ad alcuni casi di errata misurazione di energia elettrica.
Nessuna delle parti in causa sembra fare correttamente il proprio lavoro:
- il distributore di energia elettrica rileva, e trasmette per anni al fornitore dati di consumo errati – la metà del reale consumo – per sua colpa evidente e, quando finalmente se ne accorge, presenta il conto;
- il fornitore, che deve fatturare il maggior costo al suo cliente, non sa come giustificarlo e sporge reclamo all’Autorità. Nella prassi, il fornitore prende sempre per buono quanto gli viene comunicato dal distributore: come si vede, un errore madornale perché ne risponde sempre lui al cliente!
- l’Autorità fa da paciere, allargandosi però su problematiche di metrologia legale che non le competono come contatori illegali, installati o rilevati male, coefficienti K: temi che hanno conseguenze economiche rilevanti, visti i consumi dei casi in esame.
- il Ministero, cui compete la metrologia legale, legge e tace invece di pronunciarsi su coefficienti che andrebbero sicuramente capiti e legalizzati. Com’è possibile che ci siano contatori in funzione dove é necessario moltiplicare il consumo per un coefficiente “K”? Sono o non sono legali?
Da notare la grottesca autodifesa del distributore: “i vostri clienti, furbetti, sapevano benissimo che consumavano più di quello che io misuravo, ma si sono ben guardati dal dirlo”.
I clienti, furbetti o meno, che pagano da anni energia elettrica misurata da sistemi illegali, non denunciano la situazione perché gli allegati della delibera vengono secretati dall’Autorità; non potranno quindi che continuare a pagare, anche se a rate.
Sicuri che i casi, come quelli presi in esame, siano solo 113 in tutta Italia?
Egr. ing. Beltrame
vorrei aggiungere qualche altra considerazione a quanto espresso in precedenza: come mai il MiSE, ministero competente, non ha mai preso in considerazione 1) il fatto che i contatori sono illegali, 2) il fatto che il sistema di trasmissione dati dal contatore alla centrale sia certificato e conforme ad una normativa che non esiste.
L’Italia è il paese delle banane perché, se esistono le leggi, dovrebbero essere applicate.
E invece le normative sono calpestate in nome di interessi che non servono a tutelare il cliente.
Quello che mi ha sorpreso, girando su Internet, è il numero di società che forniscono servizi, nate come funghi , come se detti servizi non avessero un costo per loro ma che sicuramente fanno ricadere sul cliente.
Una volta esisteva il letturista che effettuava periodicamente le letture e le comunicava alle società.
Oggi il letturista non esiste più, eccetto per i contatori dell’acqua, in quanto è tutto automatizzato dato che i dati del contatore sono trasmessi in centrale: quale è l’affidabilità di questo sistema e quale società ne ha certificato la regolarità dei dati trasmessi dal contatore alla centrale: personalmente ho molti dubbi che tuttora non sono stati eliminati dalle risposte avute dalla società ma soprattutto dal fatto che non esiste nessuna verifica, attestata da unte di certificazione, che mi dica con certezza che il dato trasmesso corrisponde al dato ricevuto.
Roma 14/08/2017 Giuseppe Costantini
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Egr. ing. Beltrame
guardi che uno di questi casi è capitato proprio al sottoscritto in quanto tra la lettura effettuata al 31/12/2016 e quella comunicata dal distributore al fornitore c’erano (sic!!) circa 7000 kWh di differenza in più (se legge i miei interventi troverà proprio questo fatto)
Come me lo spiega la società distributrice che comunica un dato notevolmente superiore a quello reale in data precedente rispetto alla lettura comunicata?
Quello che noto è che il macigno, vedi fatture legate a consumi diciamo inverosimili, cadono sempre sul consumatore e ben di rado noto che il Garante dia credito a queste situazioni anomale.
Non solo ancora oggi non riesco a comprendere come ci siano in giro, come nel mio caso, contatori né certificati né conformi secondo la direttiva europea: ma tanto siamo in Italia dove le leggi possono essere tranquillamente non applicate quando ledono gli interessi delle grandi società.
Mi scusi la frase: tutto fa brodo purché il cliente paghi quanto richiesto dai distributori.
Se poi qualcuno si azzarda a reclamare vorrei sapere se viene preso in considerazione oppure prevale l’interesse delle grandi società.
Ancora non riesco a capire come mai viene supportato il sistema di trasmissione dati dal contatore alla centrale quando lo stesso non è stato certificato che fornisca, in tempo reale, i dati trasmessi dal contatore: ci dobbiamo affidare alla Divina Provvidenza perché tanto sulla terra gli uomini sono soggetti a sbagliare e in molti casi non di poco.
Roma 12/08/2017 Giuseppe Costantini
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