Contratti vessatori

Sono intestatario di due POD e due PDR, serviti ognuno da un contratto “di maggior tutela”.

Desidero far presente che i contratti furono stipulati, e da me controfirmati, nel luglio 1993 con AEM (P.IVA 01199250158) e che, negli ultimi 30 anni, non ho mai firmato nessun nuovo contratto, né mi è stato richiesto di approvare aggiunte e/o modifiche che allineassero i contratti in essere alle disposizioni via via emanate da codesta Autorità.

Inoltre, negli ultimi 30 anni, non ho mai conferito mandato al Fornitore (prima AEM e poi A2A) per la stipula di contratti di trasporto con il Distributore.

Di fatto il mio è un contratto mai modificato rispetto alle pattuizioni iniziali, per l’inerzia del fornitore e del distributore.

A seguito delle nuove disposizioni che prevedono il termine del “Servizio di maggior tutela” ho esaminato le proposte contrattuali di alcuni fornitori e non ho trovato nessuna proposta di fornitura chiara ed esaustiva su alcuni aspetti contrattualmente significativi.

Ad esempio:

  • per quanto riguarda i rapporti con il Distributore vengono proposte condizioni di fornitura in cui il Cliente è obbligato ad accettare le condizioni tecniche eventualmente definite dal Distributore (e chi è? che cosa ha deciso? come faccio a controllare quali esse siano?? E se cambia il Distributore che faccio?’ chi mi tutela?’)
  • si dice che i contratti possano essere modificati – senza obblighi di informazione al Cliente – in base a norme emanate da ARERA (ma devo forse verificare in maniera continuativa e sistematica la vostra produzione normativa??) – a disposizioni di enti competenti (e chi sono?? come faccio a controllare la congruità?)
  • Viene chiesto di accettare disposizioni contrattuali che sono in palese conflitto con la fattispecie contrattuale in essere (email modificate con il mio assenso). Mi viene poi, ad esempio, richiesto di dare mandato al Fornitore a sottoscrivere un contratto con il Distributore, senza nessuna pubblicità di quanto sottoscritto.A supporto di quanto affermo, allego le condizioni generali di fornitura previste da A2A. Preciso che altre società di vendita prevedono clausole del tutto simili (e palesemente vessatorie nei confronti del Consumatore)

Conclusioni

Alla luce di quanto evidenziato, essendo chiaramente impossibilitato a compiere una scelta consapevole ed informata per il passaggio al Mercato libero,

Chiedo cortesemente a codesta Autorità di attivarsi con il mio fornitore A2A (come sopra identificato)

per mantenere in essere per i quattro contratti di fornitura, la presente situazione contrattuale, “Servizio di maggior tutela” oppure, in alternativa, di prevedere che venga predisposta dai Fornitori una contrattualistica che sia completa, corretta ed esaustiva a tutela dei diritti del consumatore.

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Lettera di un consumatore di Milano ad Arera (settembre 2023)

La caccia agli ultimi polli

Scegliere tra mercato libero e tutelato

Dopo decenni di tira e molla,sembra concludersi la telenovela del libero/tutelato.

Metà delle famiglie italiane, circa dieci milioni di utenti, preferisce rimanere “tutelata” perché non ha alcuna idea di quanto consuma e a malapena sa quanto spende.

Il consumatore italiano non solo è ricco ma é anche pigro: non legge i contatori, non verifica le bollette e sentirsi dire che è “tutelato” lo affascina.

Ma se l’anno scorso avesse dedicato un paio d’ore al problema, e avesse scelto il mercato libero, magari un prezzo fisso, avrebbe risparmiato un bel mucchio di quattrini.

Il mercato tutelato rassicura perché nel libero ci sono più di mille fornitori, tra luce e gas, non tutti sono corretti e non esiste un albo.

Nel caso sceglieste il mercato libero dovrete leggere e capire, riga per riga, il contratto se no é meglio lasciar stare. Potreste avere delle brutte sorprese perché ci sono fornitori molto più aggressivi che professionali, specialmente con i consumatori più deboli!

Dopo avervi asfissiati al telefono, verranno di persona chiedendovi di poter esaminare insieme una bolletta:“con noi risparmierà, firmi qua…. non la sto truffando… avrà tempo per pensarci e, se cambierà idea, quando le telefoneranno, potrà dire di no”.

Il pollo firma senza leggere e, quando gli telefonano, si è già dimenticato tutto, dovrebbe dire di no e invece risponde con una serie di si alla cieca.

Magari la prima telefonata l’ha ricevuta il nonno e nessuno in casa sa nulla.

Comunque tutti i metodi per fregarlo sono buoni.

Chi propone al pollo “uno sconto del 20% sui primi 200 kWh consumati nel mese”.

In questo caso, il pollo non si chiede neppure quanti kWh consuma, né rispetto a quale prezzo si basa lo sconto

L’idea dello sconto lo affascina e firma, firma e firma moduli, tanti!

Magari non si rende conto, tra i vari documenti, di firmare anche una polizza assicurativa, che non copre nulla e serve solo al cacciatore di polli per rifarsi dello sconto offerto.

Solo dopo, il pollo scopre che spende il doppio di prima perché consuma più dei kWh scontati e i kWh eccedenti li paga salatissimi.

Poi ci sono i cacciatori di polli che raccontano la favola dell’energia verde al 100% senza avvisare il pollo che già paga l’energia verde,per legge, con la voce “oneri di sistema” della bolletta.

I cacciatori più creativi propongono lo sconto del 100% sulla quota energia del primo mese: bastano quattro conti per capire che lo sconto equivale a due caffè e che non giustifica il cambio di fornitore.

Ma il pollo gode all’idea del 100% di sconto sul nulla e firma.

In TV lo sconto è di 50€: non dicono su cosa, ma i polli saranno milioni.

Preparatevi per tempo oppure credete ai sondaggi di Nomisma Energia, secondo i quali solo sei consumatori su cento dichiarano di non capire nulla!

Auguri!

Emergenze e prezzi in salita

In alcune ore della giornata, l’andamento del prezzo dell’energia elettrica é spiegabile solamente dall’ingordigia dei produttori.

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A cosa serva la nuova linea di trasmissione con la Sicilia, dove il prezzo dell’energia elettrica presenta lo stesso andamento del passato, nessuno lo ha ancora capito.

In questi giorni il prezzo di mercato in Germania é un terzo di quello italiano,in Francia la metà, e  in una situazione del tutto tranquilla: non fa ancora troppo caldo, non c’è ancora alcun picco di domanda e il prezzo del gas é ai minimi.

Sembra una grande manovra speculativa e un’eventuale emergenza estiva partirà da queste basi di prezzo

Quando c’è emergenza, in Italia, qualcuno ci fa sempre i soldi.

Si temono temperature elevate e ridotta capacità di generazione nel Nord e Centro Nord e di possibili flussi vincolati nelle aree settentrionali e meridionali. Come ogni anno arrivano le raccomandazioni di Entso che denuncia l’inadeguatezza del sistema elettrico europeo e in particolare di quello italiano.

Come ogni anno, Terna predispone così le contromisure i cui costi verranno posti  a carico delle bollette: chiede ai produttori la disponibilità a riaccendere le centrali a turbogas, come peraltro succede già d’inverno, e riconosce l’interrompibilità per 500 MW ad un costo di 36 milioni di euro.

I produttori ringraziano, gli interrompibili anche e i consumatori preparano i soldi.

Se poi le previsioni non erano giuste, non importa, l’emergenza rimane. Tutto finirà nei c.d. oneri di sistema il cui valore si sta avvicinando pericolosamente all’80% del valore delle bollette, esattamente come per la benzina.

Il nuovo documento SEN ( strategia energetica nazionale ) accenna alla possibile cancellazione del PUN ( prezzo unico nazionale ) come prezzo di riferimento: sarebbe un disastro per i gattopardi siciliani dell’energia abituati ad acquistare a PUN e vendere al prezzo isolano squisitamente elevato, quanto la bellezza dell’isola.

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Cambiare fornitore

Nei prossimi mesi, milioni di utenti dovranno saranno costretti a passare al mercato libero: sarà impossibile sottoscrivere un contratto di “tutela simile” senza internet e un corso d’informatica.

Così saranno in molti a concludere contratti al telefono e senza capirli, diventando preda di fornitori senza scrupoli.

Pochi verificano la lettura finale del vecchio contratto che permette al vecchio fornitore di fregare per l’ultima volta l’utente che ha deciso di lasciarlo.

L’operazione dipende dal distributore che, per abitudine, non legge i contatori pur essendo pagato per farlo.

Succede così che il vecchio fornitore addebiti una quantità di energia stimata maggiore di quella effettivamente consumata, lasciando all’utente l’unica possibilità di rivalersi sul fornitore che subentra, il quale invece non c’entra nulla e comincerà a fatturare energia partendo da un dato di consumo sbagliato.

Inizia così una serie di azioni di rivalsa da parte dell’utente che ha tutto il diritto di non pagare una bolletta falsa.

Il cambio di fornitore dovrebbe prevedere la lettura contestuale del contatore cosa che invece, inspiegabilmente, l’Autorità per l’energia nega.

 

La farsa delle sanzioni

Anche se non ricevete la bolletta del gas, state certi che entro i cinque anni previsti dalla legge, vi verrà chiesto il conguaglio per consumi anche di otto anni prima.

Siccome non é colpa vostra se non sono venuti a leggere il contatore, sono loro a proporvi di pagare a rate e senza interessi, senza neppure che lo chiediate.

La novità è che, se siete utenti ENI, potrete anche chiedere e ricevere un rimborso.

Dopo un anno d’indagine, l’Autorità per l’Energia ha sanzionato ENI per non aver letto i contatori e non aver inviato le bollette nei tempi dovuti.

L’impegno contrattuale, che lega il fornitore al distributore e all’utente, è che il distributore effettui perlomeno il tentativo di lettura ma sono gli stessi distributori a certificarlo unilateralmente.

Basterebbe imporre ai fornitori un’unica bolletta di acconto all’anno, ma sarebbe troppo semplice!

La sanzione da 25€, comminata a ENI, equivale, grosso modo,  al costo di una lettura,  che non è stata fatta ed è quindi un rimborso: sono in realtà soldi vostri, perché il servizio di misura é addebitato in bolletta, che venga effettuato o meno.

Quindi una buona notizia per i consumatori, ma un regalo per ENI, perché pagando una sanzione di 2,5 milioni di euro, posticipa crediti esigibili per centinaia di milioni, mette a bilancio il solo costo della materia prima, il gas, e non paga le tasse che dovrebbe.

Una pessima notizia per lo Stato, che non incassa imposte e accise: il gas fornito rimane infatti in sospensione di accise e tasse, fino all’emissione della bolletta di conguaglio.

Così, solo perché non vengono letti i contatori, lo stato dovrà trovare altri modi per tassarci!