Breve storia dell’energia – 4:la SEN e le trivelle

VAlDAGRI_675

Le tangenti prima, e gli incentivi poi, hanno reso le nostre bollette le più care in Europa: un aumento del prezzo del petrolio sarebbe ora devastante e la crisi del nucleare francese, del tutto imprevista, é un’avvisaglia.

Il governo Monti ha tardivamente limitato l’ammontare annuo degli incentivi e Renzi li ha poi spalmati su più anni, senza però alcun vantaggio per i consumatori.

Non si possono fare centrali nucleari né ri-gassificatori perché tutti si oppongono; i russi ci hanno tagliati fuori dal gas, che arriverà direttamente in Germania passando sotto il Baltico.

Dopo aver tenuto i russi sotto embargo compreremo il loro gas dai tedeschi!

Dovevamo diventare l’hub del gas a sud e invece continueremo a distribuire migranti.

E allora cosa resta da fare ai politici per raggranellare ancora qualche soldo? 

Trivellare, ed é un peccato che non ci sia Enrico Mattei per confortarci con i numeri, che sicuramente aveva già.

Torniamo allora sul letto di morte del governo Monti, quando il duo Passera/Clini firma un documento – la Strategia Energetica Nazionale – SEN – che diventa vangelo per i saggi di Napolitano, divenuti poi i saggi di Letta.

Alcuni erano talmente saggi da farsi gli affari propri e venire pizzicati dalla legge.

La SEN viene presa per buona da Letta e infine da Renzi, come se l’avesse imposta qualche mente finanziaria perversa.

Gli ultimi sviluppi, tra intercettazioni e favori, fanno capire l’importanza di quel documento che in realtà era solamente una lista di buoni propositi con previsioni di consumo del tutto errate e una stima sproposita del potenziale sotterraneo.

Quel documento diventa però il pilastro della nuova avventura, che da quanto poi si lesse, vantava numerosi beneficiari.

La SEN dava autorità al potere centrale in temi energetici e serviva anche per confermare la concessione di numerose aree del paese per la ricerca di idrocarburi.

Si sarebbero incassate royalties e tasse, si sarebbero creati  posti di lavoro con la chimera di ridurre la bolletta energetica nazionale.

Il referendum avrebbe ostacolato lo schema ma era scontato che, come suggerito dal governo, tutti alla fine sarebbero andati al mare.

Con un certo ritardo dalla solita  trasmissione di Report, ci ha pensato la magistratura di Potenza.

Il bello è che c’è gente che ancora dice che se non lo facciamo noi lo fanno i Croati o i Maltesi!

E se Obama frantuma intere regioni in America dove aumentano i terremoti indotti, dovremmo farlo anche noi in Basilicata, con pozzi verticali e orizzontali, iniettando prodotti chimici che finiscono nelle falde acquifere.

Pompare petrolio in Italia è un affare perché le regole ambientali possono essere facilmente eluse: si taroccano i numeri e si racconta che a Viggiano l’aria é caraibica, dopo aver unto la popolazione.

Vedremo i risultati dello studio sui tumori.

La vicenda delle concessioni viene da molto lontano e Renzi l’ha solamente ereditata!

(continua …)

Business is businnes, apart from embargo

While media interest focuses on refugees, Gazprom has reduced its commitment on the Turkish Stream pipeline and moved to more reliable customers, Germany Northern Europe.

Recent the agreement for the doubling of Nord Stream, a pipeline that already carries gas directly to Germany, through the Baltic, with no transit risks. The goal is to increase the annual capacity from the current 55 billion cubic meters to 110.

This is an evidence that, for Europe, there will not be so many alternatives to the Russian gas which will always appear as the most competitive.

It is also an evidence that Italy shall never become a gas hub, as the italian governments led to believe, by imposing useless works. Algerian and Libian pipelines are in trouble, Turkish Stream shall connect Russia to Turkey and from there to Balkans and the Tap from Greece is still to be defined. Small chances for the american shale being competitive, once it will be available.

Assets exchange, with the German BASF, will allow Gazprom to take control of a major share of the distribution system and gas storage in central Europe, as well as shares in oil fields in the North Sea.

Similar swap transactions are envisaged for Austrian OMV and with Dutch Shell.

Gazprom will fully control Wingas, which distributes gas in the central Europe and has storage facilities in Austria and Germany. In addition to other distribution companies, Gazprom will acquire 50% of Winz, active in extracting offshore in the Netherlands, Denmark and Britain. In return, Gazprom will sell units of two blocks of rich siberian Urengoy field.

On one hand Europe must maintain the embargo to Moscow,as imposed by Brussels, on the other hand Germany and northern Europe are doing excellent business ensuring themselves the supply of gas, which in case will be addressed to south.

When the MOU of Nord Stream doubling was signed, Brussels officially deemed it as “superfluous”.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: