“Dequalificare” un contatore?

A cosa è a chi servono?

Il periodo di prescrizione è stato ridotto da cinque a due anni.

Significa che, se il distributore non effettua le letture nei tempi imposti da Arera, ha due anni di tempo per chiedere il conguaglio.

I consumatori possono quindi aspettare anche due anni prima di ricevere una bolletta.

Qualcuno tenta ancora il colpo, confidando nelle impreparazione del consumatore, utilizzando le società di recupero del credito.

A pag.21 del documento di consultazione, ARERA “dequalifica gli smart meters” che sono molto meno smart di quanto volevano farci credere.

I consumatori invece pagano puntualmente, con ogni bolletta, il servizio “gestione del contatore”, e quindi anche la lettura dei contatori dovrebbe essere puntuale.

Invece le bollette addebitano consumi stimati che, ovviamente, risultano essere sempre maggiori di quelli effettivi. 

E quand’anche il consumatore, ligio alle istruzioni della bolletta, comunica l’auto-lettura, il fornitore attende per mesi che il distributore lo confermi e, nel frattempo, continua a fatturare consumi stimati.

Il bollettone di conguaglio arriva quando il distributore finalmente si degna di leggere il contatore.

Quando trova, e succede spesso, qualcosa che, secondo il suo inappellabile giudizio non va, ricostruisce unilateralmente lo storico dei consumi elencando letture, presunte o meno, che risalgono magari a otto anni prima.

Con il bollettone arriva di solito anche la proposta di dilazionare il pagamento in rate, cosa che tutti accettano senza sapere che i contratti impongono al distributore di leggere il contatore a scadenze precise e se queste non vengono rispettate vanno contestate.

Sempre attenta ai diritti del consumatore, Arera ha così “inventato” il tentativo di lettura che avviene quasi sempre in periodi festivi, o magari il 15 agosto di otto anni prima, tanto non c’è nessuno che può contestare.

Quando poi il consumatore decide di cambiare fornitore é il delirio: il fornitore subentrante chiede al distributore di leggere il contatore, quello non lo fa e così, per mesi, arrivano bollette sia del vecchio che del nuovo fornitore, che a sua volta fattura consumi stimati.

É tutto questo accade perché nei contratti di fornitura non é prevista una lettura contestuale di inizio contratto: il vero scandalo tutto italiano.

Invece di ridurre il periodo di prescrizione, sarebbe stato molto più utile limitare drasticamente il numero delle bollette di acconto ( una all’anno) imponendo ai distributori di rendere il servizio per il quale sono profumatamente pagati.

Con il provvedimento si procrastina invece una situazione scandalosa, aggravata dal fatto che, con i nuovi contatori, la lettura dovrebbe essere effettuata in tempo reale, il che ovviamente non é vero, in attesa che i contatori siano tutti attrezzati mentre, con la delibera, si concedono due anni per non farlo.

Ma come mai i fornitori possono attendere anni per fatturare ingenti partite economiche che restano in sospensione di accisa e imposte ai danni dello Stato? 

I consumi stimati di gas

Meglio controllare che, con i nuovi contatori del gas, le bollette non vi addebitino consumi stimati.

Il caso di un lettore è emblematico: la casa è vuota, il consumo è nullo, il contatore è nuovo di zecca eppure gli viene addebitato un consumo stimato inesistente.

E quindi si chiede: perchè mi avete sostituito il contatore se non è cambiato nulla? Non leggevate il contatore vecchio, non leggete quello nuovo ma, nel frattempo, pago il gas che non ho consumato, pago il nuovo contatore che mi avete installato e pago anche una “gestione del contatore” inesistente.

Quella dei contatori elettronici del gas é una riuscita operazione industriale per i distributori di gas, e lo si vede dai risultati economici che conseguono, ma un pessimo affare per i consumatori che già pagano il gas più caro in Europa.

Ai distributori del gas il contatore costa 50/60€ e possono ammortizzarlo al 130% , ottenendo anche un premio se mantengono il programma di installazione che hanno concordato con Arera.

Ammortizzare un contatore in pochi mesi, e farselo pagare ogni anno per i successivi quindici, è già un ottimo affare, ma é meglio spremere i fabbricanti, comparsi dal nulla in ogni paese europeo, disposti a tutto pur di vendere, con le gare al ribasso.

Con il risultato che la qualità e la funzionalità di milioni di contatori, sono pessime: molti presentano evidenti difetti di misurazione – definite, da chi li gestisce, “anomalie metrologiche” – e i due terzi dei dati di consumo, che dovrebbero essere tele-trasmessi, vanno persi perché le batterie sono scariche.

Ed ecco spiegati i consumi stimati!

Cioè, in sostanza, è tutto come prima con l’aggravante che il consumatore paga un contatore, complicato da leggere e che quindi non gli serve, oltre a un servizio di misurazione inesistente, a unico vantaggio dei distributori che rimandano qualsiasi intervento sulle reti di distribuzione a favore delle sostituzioni.

Il consiglio é di rifiutarne la sostituzione, anche perché potrebbero essere potenzialmente pericolosi: c’è una valvola interna che può essere manovrata da remoto, che non va bene, oltre alle batterie che potrebbero incendiarli.

Alla proposta di sostituzione, sarà sufficiente richiamare la delibera di Arera che ammette che il progetto è ancora in alto mare.

Gli utenti, ai quali fosse già stato sostituito, dovranno continuare a comunicare l’autolettura per evitare sorprese.

Cambiare fornitore

Nei prossimi mesi, milioni di utenti dovranno saranno costretti a passare al mercato libero: sarà impossibile sottoscrivere un contratto di “tutela simile” senza internet e un corso d’informatica.

Così saranno in molti a concludere contratti al telefono e senza capirli, diventando preda di fornitori senza scrupoli.

Pochi verificano la lettura finale del vecchio contratto che permette al vecchio fornitore di fregare per l’ultima volta l’utente che ha deciso di lasciarlo.

L’operazione dipende dal distributore che, per abitudine, non legge i contatori pur essendo pagato per farlo.

Succede così che il vecchio fornitore addebiti una quantità di energia stimata maggiore di quella effettivamente consumata, lasciando all’utente l’unica possibilità di rivalersi sul fornitore che subentra, il quale invece non c’entra nulla e comincerà a fatturare energia partendo da un dato di consumo sbagliato.

Inizia così una serie di azioni di rivalsa da parte dell’utente che ha tutto il diritto di non pagare una bolletta falsa.

Il cambio di fornitore dovrebbe prevedere la lettura contestuale del contatore cosa che invece, inspiegabilmente, l’Autorità per l’energia nega.