L’Autorità per l’energia conferma la bufala dei ripartitori:
“I sistemi di contabilizzazione indiretta, invece, sono tecnicamente applicabili nella gran parte dei casi in edifici esistenti, ma non sono regolati dalla Metrologia Legale, a garanzia della transazione economica e a tutela del consumatore finale”.
Un decreto impone la contabilizzazione dell’energia termica delle unità immobiliari e la termoregolazione degli ambienti. La materia é anche regolata da Leggi regionali e per la Lombardia trovate i riferimenti qui.
Molti condomìni hanno scelto il sistema di contabilizzazione indiretta, spaventati dalle previste penali dal 1/7/2017.
La contabilizzazione indiretta prevede le valvole termostatiche, con le quali si può regolare il flusso dell’acqua calda ai radiatori, e i ripartitori che stimano grossolanamente l’energia termica fornita da ciascun radiatore.
Negli edifici più datati risulta tecnicamente impossibile installare sistemi di contabilizzazione diretta, che però sono gli unici a misurare legalmente l’energia termica.
I contabilizzatori diretti sono infatti strumenti omologati mentre i ripartitori non lo sono in quanto stimano grossolanamente l’energia termica ceduta dal radiatore all’ambiente.
Non essendo strumenti di misura omologati, i ripartitori non sono strumenti legali perché la legge stabilisce che, se una transazione economica è basata sulla misurazione di una grandezza, tale misurazione deve essere effettuata con strumenti di misura legali e la grandezza deve essere espressa in un’unità di misura legali.
La richiesta di un corrispettivo economico, contro una quantità di energia termica erogata, rientra in questa casistica.
I ripartitori invece, o non si sa neppure cosa misurino, oppure conteggiano “unità numeriche di ripartizione” che non sono unità di misura legali.
La Direttiva 2004/22/CE – MID – regola la messa in commercio di strumenti di misurazione omologati e prevede la sola contabilizzazione diretta, non i ripartitori.
Quindi il simbolo CE, apposto sui ripartitori attualmente in commercio, presume una conformità metrologica che non esiste.
Il ripartitore è quindi illegale ed é nulla qualsiasi pretesa economica basata sulle sue rilevazioni, a prescindere dalle decisioni prese dalle assemblee condominiali.
Era quindi sostanzialmente inutile installare i ripartitori, con buona pace di quelli che hanno speso soldi inutilmente (dai 100 ai 150 euro per termosifone), degli amministratori che ancora continuano a proporre i lavori in assemblea richiamando una legge che non conoscono e dei fabbricanti che propongono ancora i loro prodotti.
Il Ministero, a cui compete la metrologia legale, latita e il cittadino butta i soldi dalla finestra perchè ha paura di dover pagare multe se non installa strumenti illegali.