Oneri di sistema: socializzazione delle perdite

Paghiamo 15 miliardi all’anno con le bollette, ricordatelo quando voterete al prossimo referendum.

Proprio per sensibilizzare i votanti, alcuni esempi di allegra gestione dei nostri soldi.

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La Procura di Roma indaga su una faccenda che potrebbe costare cara ai consumatori.

Enel e Green Network, con la benedizione di Arera,  transavano a carico dei consumatori con le delibere n° 50/2018 e n° 568/2019.

E adesso Arera denuncia Green Network.

Questo l’antefatto (2020)

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I debiti di alcune società fornitrici di energia elettrica vengono coperti dai consumatori.

Un giochetto molto semplice, in apparenza.

I fornitori di energia elettrica operano in un mercato controllato, a monte, dal distributore di riferimento – edistribuzione – al quale devono pagare “sull’unghia” gli OGS – oneri generali di sistema – a prescindere dal fatto che il cliente finale paghi o non paghi la bolletta.

Il distributore monopolista, che fa capo a Enel e che distribuisce quasi tutta l’energia elettrica nel paese, è il vero arbitro del mercato: decide chi deve pagare e chi no, chi può vivere o chi deve morire.

Erano 500 i milioni del buco di  Gala, che poi è fallita, e sono 166 quelli attuali di Green Network, ma ne deve il doppio a Enel.

Così si siedono attorno ad un tavolo e si mettono d’accordo, creditore e debitore, perchè quello che manca la mettano i consumatori.

Non si comprende come sia possibile una tale operazione sulla testa dei consumatori.

Com’è possibile che Enel, attraverso la controllata edistribuzione, possa concludere accordi transattivi – benedetti da Arera – che riguardano soldi che i consumatori hanno già pagato con le bollette e che il fornitore, invece di versare, ha trattenuto per far quadrare i conti

In base a quale specifica delega Arera può decidere di socializzare, a suo modo, le perdite di una società privata gestita malamente?

Forse è per questa ragione che i fornitori sono più di 600, spesso società nate dal nulla e senza alcun controllo, il più destinate a chiudere lasciando debiti che tanto saranno pagati dai consumatori.

Trionfale, invece, il cammino dei distributori e, in particolare, di quello di proprietà di Enel – edistribuzione – che distribuisce e misura, più o meno, tutta l’energia elettrica nazionale.

Può decidere chi e quando deve fallire e chi invece, come Green Network può continuare a vivere e magari tornare utile in futuro.

Se si possono scaricare i debiti dei privati sui consumatori sarà una passeggiata socializzare gli oneri di sistema, per 18 miliardi all’anno

Nelle casse della CSEA, dove arriva annualmente questa montagna di denaro, ci sono sempre un paio di miliardi pronti per le emergenze, come per Alitalia.

Anche quelli sono soldi nostri, pagati perché avrebbero dovuto darci dei benefici, e invece vengono utilizzati per scopi diversi.

E sfido chiunque a dimostrare i benefici economici dell’energia rinnovabile per i consumatori.

E adesso, che il valore degli oneri si avvicina al terzo della bolletta, e la morosità aumenta, ecco la resa dei conti!

Secondo il TAR del caso Gala, gli oneri di sistema sono oneri “fiscali”, rivolti cioè alla generalità dei cittadini.

Mentre, per il regolatore, è l’ex presidente Bortoni che parla: “le sentenze della giustizia amministrativa si rispettano ma hanno travisato la materia; la richiesta di socializzare sarà l’ultima spiaggia, non si andrà subito a socializzare il buco; dovremo riformare le decisioni della giustizia che non stanno in piedi, pur rispettandole; dovremo definire formule di sopravvivenza da qui al nuovo assetto ‘a canone Rai’, spero che il transitorio sia di alcuni mesi, vedremo; stiamo già pensando ai criteri da rispettare per iscriversi all’albo previsto dal Ddl concorrenza“.

Ad oggi, non solo non esiste l’albo dei fornitori ma i piazzisti di energia proliferano, tanto sanno che, come nel caso Green Network, non possono fallire.

Aggio e disagio

Nel 1988, il Comitato Interministeriale Prezzi – governo Goria con Adolfo Battaglia ministro dell’industria – introduceva revisioni alla disciplina della Cassa conguaglio per il settore elettrico (provvedimento n. 3/1988).

Il pt. 3 della delibera prevedeva che le imprese di distribuzione elettrica avrebbero trattenuto lo 0,5% degli importi fatturati in relazione al servizio di trasporto e agli oneri generali di sistema, per “tener conto degli importi inesigibili per morosità”.

Questo accadeva quasi trent’anni fa, in completo regime di monopolio Enel.

La festa é continuata fino al 31/12/2015, come si evince dai bilanci di e-distribuzione (Gruppo Enel) che, su concessione ministeriale, gestisce oggi l’85% della rete di distribuzione nazionale.

Gli importi derivanti dalla succitata delibera hanno permesso alla più grande società nazionale di distribuzione di energia elettrica di ottenere, solo nel 2014 – 2015, ricavi per circa 68 milioni di euro all’anno.

Dal 2008, l’ammontare complessivo dell’aggio è pari a circa 284 milioni di euro.

e-distribuzione richiede ai traders, a mezzo di un contratto di trasporto standard imposto, di essere garantita per il tramite di fideiussioni bancarie/assicurative degli importi fatturati ai trader per un ammontare pari a due volte l’esposizione media mensile, cosa che comportava impegni economici ed oneri finanziari non trascurabili.

La previsione contrattuale delle garanzie bancarie/assicurative ha permesso alle imprese distributrici, e in particolare a e-distribuzione, di vedersi riconosciuta una doppia copertura dal rischio morosità degli utenti: l’aggio appunto e le garanzie che potevano in qualsiasi momento essere escusse.

Infatti, qualora un utente non rispetti i pagamenti del distributore, quest’ultimo può procedere all’escussione delle garanzie stesse e alla successiva risoluzione del contratto del servizio di trasporto, coprendosi così l’esposizione economica.

Dal 01/01/2008 al 31/12/2015, e-distribuzione ha incassato 284 milioni di euro, pagati dalla collettività, per un rischio remoto e ridottissimo. Infatti, dai bilanci di e-distribuzione emerge anche che il principale distributore ha utilizzato il fondo svalutazione crediti, a disposizione per far fronte alla morosità degli utenti del trasporto (trader), nel suddetto periodo per 6 milioni di euro, rispetto all’incasso di 284 milioni.

A fronte di incassi per 284 milioni di euro, sono cioè stati utilizzati solo 6 milioni di euro per coprire reali perdite, mentre 154 milioni sono stati accantonati in un fondo rischi e 124 milioni di euro sono finiti negli utili.

Solo nel 2016, l’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico – AEEGSI – prende disposizioni per eliminare l’aggio alle imprese distributrici, contro un incremento del valore delle fidejussioni dei traders.

La vicenda “Gala” non ha nulla a che vedere con quanto sopra esposto perché riguarda il mancato pagamento del servizio di trasporto relativo all’anno 2017, regolato dalle disposizioni previste dall’AEEGSI dal 01/01/2016 (CADE) che prevedono per i trader il rilascio di adeguate garanzie. Se correttamente applicate, tali procedure avrebbero evitato di scaricare una perdita sulla collettività.

Non si ritiene peraltro corretto che e-distribuzione utilizzi il suddetto fondo di 154 milioni di euro per coprire la perdita causata da una sua scarsa diligenza nel valutare la validità delle garanzie di Gala, dopo aver trasformato in utile 124 milioni di aggio.