Oneri di sistema: io so io e voi siete zero

Una delibera di Arera del 2016 va letta con attenzione per capire come funziona la regolazione del mercato dell’energia elettrica in Italia e come siamo arrivati a pagare le bollette più care in Europa.

Si mettono pezze, dopo, perché tanto i soldi dei consumatori sono sempre pagati prima. Finiscono in automatico sui conti del GSE pronti per essere usati ad ogni richiesta.

Se avrete la pazienza di leggere la delibera vi chiederete per chi è stata scritta e quale lo scopo di pubblicarla.

Una cassa sempre piena e pronta a qualsiasi richiesta, come se l’energia elettrica fosse la benzina alla pompa: un terzo benzina e due terzi tasse e orpelli!

Il caso in esame riguarda una centrale elettrica che viene dichiarata “essenziale” e, come tale, viene incentivata con i soldi delle bollette.

Poi però, risulta indisponibile e cominciano i casini, con corsi e ricorsi.

I livelli di incentivazione delle centrali elettriche sono diversi. Le centrali possono essere dichiarate “essenziali” o “super essenziali” come le utenze che possono essere “interrompibili” o “super interrompibili”.

La creatività paga e Arera non è insensibile alle richieste dei produttori, opportunamente programmati da Terna, che in missione per conto di Dio, decide tutto.

L’ammontare degli incentivi peró, in questo caso, non viene reso pubblico perché è un dato sensibile e sulla privacy non si transige in questo paese dove c’è qualcuno che decide quanto, il consumatore paga al buio e nessuno controlla, magari per anni.

Poi ci si sorprende se gli “oneri di sistema”, pagati sull’unghia ad ogni bolletta, siano esplosi, come dichiarava Bortoni ogni anno, firmando le delibere e secretandone i dati.

Contatori o sistemi?

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Il MISE, interpellato alla Camera, definisce “lacunosa” la legislazione per i contatori di energia elettrica.

Ma anche per quelli del gas la situazione non è chiara.

L’Autorità per l’energia impone ai distributori di gas la sostituzione dei contatori.

Anche i contatori del gas potranno essere letti e gestiti da remoto. 

La sostituzione è a carico degli utenti, che la pagheranno a rate con le bollette.

Sarebbe stato sufficiente imporre ai distributori di leggere sistematicamente i contatori, come la regolazione prevede, ma era troppo semplice e poco costoso per gli italiani che pagano già il gas più caro d’Europa.

I nuovi contatori del gas sono omologati da laboratori europei accreditati, fabbricati e provati in accordo alla direttiva europea nota come MID.

La direttiva stabilisce esclusivamente il criteri d’immissione sul mercato dei contatori ma non definisce il “sistema di misura” del quale lo strumento sarà parte integrante e con il quale interagirà.

In Italia il sistema non è stato omologato dal MISE – Ministero dello Sviluppo Economico – a cui unicamente compete la metrologia legale.

Quindi, non solo il contatore, ma é l’intero sistema di misura a dover essere legalizzato, per assicurare l’utente che non ci siano interferenze sulla trasmissione del dato di consumo. 

Non legalizzando il sistema, si ricade nella medesima situazione dei contatori di energia elettrica, gestiti da remoto senza il controllo di nessuno.

Addebitare il consumo in base a un dato teletrasmesso é diverso dal farlo in base a quanto indicato dal contatore e la legge non lo ammette.

In caso di contestazione, il distributore deve dimostrare il corretto funzionamento del contatore ma spetta al fornitore dimostrare al cliente la rispondenza di quanto fornito con quanto indicato dal contatore.

La direttiva MID stabilisce inequivocabilmente che “è il dato generato del contatore l’unico valido per la transazione”, indipendentemente da come venga poi gestito.

Misurare gas non è un’operazione semplice con l’aggravante che, solo in Italia, si utilizza anche un’unità di misura illegale,lo standard metro cubo.