TAP e dintorni

Di chi é il gas dei gasdotti?

TAP é una infrastruttura, un tubo che trasporta gas di terzi.

I contratti del gas sono noti solamente a quelli che li sottoscrivono.

Nessuno può dire quanto gas si fermi in Italia anche perché con la legge n. 96 del 20.11.2009, l’Italia ha sottratto alla metrologia legale i sistemi di misura del gas installati all’ingresso/uscita del paese “al fine di semplificare gli scambi del gas”.

La legge é quindi lesiva della Direttiva 2004/22/CE del 31 marzo 2004.

Infrazione comunitaria a parte, il risultato é che l’Italia non possiede il dato legale della movimentazione del gas naturale, in entrata e uscita.

Quanto é valido,quindi, il dato trasmesso dagli importatori all’Agenzia delle dogane?

I soci di TAP sono: BP (20%), SOCAR (20%), SNAM (20%), Fluxys (19%), ENAGAS (16%), AXPO (5%) e la portata teorica totale annua del tubo é di 10/11 miliardi di m3. La quota di Snam, ammesso che Snam riservi il gas all’Italia, di un paio di miliardi di m3.

Quindi non conosciamo il volume del gas che entra ma in compenso il prezzo sembra di affezione come pubblica il sole24ore di oggi.

Un prezzo talmente alto che sembra ampiamente giustificare i viaggi della speranza del governo dei migliori in Azerbaijan. Basta fare una divisione per capire che qualcuno ci marcia,e tanto!

Altro problema: perché in Europa il gas si negozia e si misura in €/MWh, un’unità di misura legale e, quando entra in Italia, si misura in standard metri cubi (smc), un unità di misura che legale non é? In base a quale legge?

In base all’allegato A della Delibera ARG/gas 155/08 di ARERA, il gas non viene misurato in metri cubi, come previsto dalla Direttiva comunitaria in materia di unitá di misura, ma in in Smc (Standard metri cubi).

Sulle bollette lo Smc è definita come “unità di fatturazione” ma l’unità di fatturazione non é l’euro?

Comunque, siccome la Direttiva sulle unità di misura legali non prevede lo Standard metro cubo, il suo uso è illegale e titolo per l’applicazione di una sanzione.

In un settore strategico, come quello dell’energia prodotta essenzialmente con il gas, il dato delle quantità movimentate non é legale e invece di mettere a posto la faccenda, che potrebbe nascondere volumi di gas non indifferenti, andiamo ad elemosinare gas all’estero?

Claudio Capozza – Edoardo Beltrame

Quanto gas azero?

É un post di cinque anni fa perché stanno per avviare i lavori della nuova dorsale adriatica, ovviamente a spese dei consumatori.

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Verranno espiantati dieci mila olivi lungo i 55 Km del gasdotto di collegamento tra la stazione di arrivo del TAP a Meledugno, e la rete nazionale all’altezza di Brindisi.

Il collegamento è di competenza Snam e le “poche decine di olivi”, delle quali tutti scrivono, sono solo quelle dell’ultimo tratto del TAP su suolo italiano, otto chilometri.

Perché il TAP non sia “approdato” a Brindisi, per alimentare direttamente la centrale a carbone dell’Enel, ma senza passare tra gli ulivi,resta un mistero. Si dice ci fossero 11 opzioni che sono state opportunamente valutate.

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Ma, oltre al problema degli olivi e quello recente del nuovo sultano turco, non è chiaro se il gas che arriverà con il TAP sarà tutto azero e, quindi, se rappresenterà davvero una diversificazione delle nostre fonti di approvvigionamento, affrancandoci in parte dal gas russo.

Il rapporto dell’OIES di Oxford tratta il tema e pone interrogativi sulla reale capacità dell’Azerbaijan di produrre tanto gas da esportarlo nel lungo termine.

Un rapporto precedente analizzava il mercato europeo del gas e le diverse fonti di approvvigionamento.

I recenti sviluppi in Turchia, i persistenti problemi con l’Ucraina, dovuti al passaggio dei gasdotti, e una sempre maggiore influenza russa, potrebbero in effetti rendere difficile la gestione del gasdotto.

Inoltre, la futura domanda di gas dei balcani potrebbe ridurre sensibilmente i nove miliardi di metri cubi annui, destinati sulla carta all’Italia.

 

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