Tuttora in corso la sostituzione dei vecchi contatori, o misuratori di energia elettrica, con quelli elettronici di “seconda generazione“.
Sono quasi tutti targati Enel ma nessuno ci fa caso.
L’operazione consente teoricamente a Enel, tramite la controllata edistribuzione, che distribuisce energia elettrica in quasi tutto il paese – di conoscere i consumi e quindi controllare il mercato.
Ci sono voluti “solamente” nove anni per cambiare il nome – da Enel Distribuzione a edistribuzione – come vuole l’umbundling ma, nella sostanza, non è cambiato nulla: edistribuzione distribuisce e misura quasi tutta l’energia elettrica nazionale in forza di una concessione che scadrà nel 2030 ma sarà prorogata senza gara entro il 2025, per altri vent’anni, non si sa con quali vantaggi per i consumatori.
Enel iniziò l’operazione “contatori intelligenti” nel 2000, con la promessa che i consumatori avrebbero potuto verificare, e quindi pagare, solo quello che consumavano. Non più acconti, non più conguagli.
Sparito il “letturista”, il consumo sarebbe stato rilevato da remoto e all’utente moroso sarebbe stata ridotta la potenza a disposizione lasciandogli pochi watt per non restare al buio.
In quegli anni, Enel era la “luce” del paese e quindi nessuno si chiese se ciò che Enel stava facendo fosse legale o meno.
E poi, siccome tutta l’operazione veniva spacciata per gratuita, cosa che invece successivamente si rivelò non essere, a nessuno importava se i contatori fossero legali o meno, né come funzionassero.
Erano molto diversi dai precedenti: non c’era più la rotella né la tamburella di numeri che progrediva ma per capire quanto si stava consumando bisognava agire su un pulsante e e vedere i mille lampeggi, equivalenti a un kWh.
All’Enel c’era kaiser Franz Tatò, voluto da Romano Prodi, lo sponsor delle c.d. liberalizzazioni, che poi si rivelarono una farsa.
Il decreto Bersani del 1999, prevedeva infatti la liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica: a Terna sarebbero andate le linee di trasmissione di alta tensione e ad Enel la concessione della distribuzione di energia elettrica in tutto il paese, ad esclusione delle grandi città, dove operavano ancora le società municipalizzate locali.
Dopo vent’anni, la relazione annuale di Arera fotografa una situazione imbarazzante: il settore é tutto meno che liberalizzato.
Stando al decreto Bersani, la completa liberalizzazione non potrà realizzarsi prima del 2030 anche perché, se Enel ha il monopolio della distribuzione, misura tutta l’energia elettrica nazionale, la produce e pure la vende, perché dovrebbe perdere la posizione dominante, visti anche i dividendi che gira al Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Il margine operativo lordo di edistribuzione per il 2024 è di cinque miliardi di euro.
Nel 2000 Enel era talmente potente che decise di non omologare i contatori, come invece la legge imponeva.
Non essendo uno strumento di misura omologato, non si poteva neppure chiamarlo contatore e infatti Enel optó per “elettrodomestico“, marcandolo con un simbolo CE farlocco.
All’installazione infatti il fortunato utente riceveva il manuale del nuovo “elettrodomestico”.

Il nuovo “elettrodomestico” sarebbe rimasto un prototipo per anni: trasmettere i dati di consumo sugli stessi cavi elettrici di potenza era un’impresa piuttosto complicata.
Ma per lo sviluppo del nuovo “elettrodomestico” erano disponibili decine di milioni di ignari consumatori italiani, pronti a pagare l’energia elettrica, misurata tutta dalla stessa società che ancora la produceva e la vendeva.
I contatori erano prodotti da Enel anche in Cina, e nessun ente terzo li avrebbe mai verificati: ancora oggi sono decine di milioni i contatori di questo tipo installati in Italia e nessun ente terzo li può provare in contraddittorio perché, non essendo omologati, mancano le procedure legali di prova.
Ma “tutto era gratis e avremmo finalmente pagato solo quello che consumavamo, magari utilizzando la lavatrice di notte perché, dicevano, costava meno”.
Verificando le bollette si scoprì, dopo, che non era così: pagavamo, e ancora oggi paghiamo, sia il contatore che i consumi stimati, perché la maggior parte dei dati vanno persi durante la trasmissione.
Il progetto veniva sviluppato in itinere e il numero delle sue varianti è ignoto, proprio perché l’elettrodomestico non era stato omologato.
Mentre in Italia venivano installati milioni di nuovi elettrodomestici, il Parlamento Europeo stava discutendo una direttiva che avrebbe stabilito i criteri di fabbricazione, omologazione e commercializzazione in Europa, degli strumenti di misura e, tra questi, proprio del contatore di energia elettrica.
La direttiva, nota come MID, venne emanata nel 2004, entró in vigore nel 2006, quando ormai Enel aveva ultimato l’installazione degli ultimi “elettrodomestici”, ma venne recepita dall’Italia solo nel marzo del 2007.
Siccome gli “elettrodomestici” illegali erano ormai decine di milioni, Enel doveva sistemare le cose, oltre che farsi pagare dai consumatori i contatori perché non sarebbero stati per niente gratis!
E infatti venne subito in aiuto di Enel l’Autorità per l’energia, oggi Arera con la delibera 292/06, del dicembre 2006, “i misuratori attualmente installati presso i punti di prelievo …sono di tipo elettromeccanico e i misuratori orari installati alla data del presente provvedimento presso alcuni punti di prelievo debbano essere preservati”.
Era un falso clamoroso: gli “alcuni punti di prelievo” non erano “alcuni” ma ormai venti milioni ed erano tutti i nuovi “elettrodomestici” di Enel.
Con la voce “oneri di recupero continuità” la delibera scaricava il costo dei contatori in bolletta, con tanti saluti al “non vi costerà niente, é tutto gratuito”.
Ma c’era un ultimo intoppo, il Testo Unico delle leggi metriche, che imponeva, e ancora oggi impone, strumenti di misura legali.
L’elettrodomestico di Enel era un progetto nuovo e un’omologazione in itinere non sarebbe mai stata ottenuta.
L’Autorità per l’energia non poteva più farci nulla, perché la metrologia legale non rientra nelle sue competenze, e allora ci pensó di nuovo Prodi, con uno dei suoi magici provvedimenti “ad aziendam”.
Nel marzo 2007, quando la direttiva MID viene finalmente recepita anche in Italia, un articolo del decreto di recepimento rende legale quello che legale non é, e non potrà mai essere: decine di milioni di contatori illegali potranno continuare a funzionare “fino a quando verranno rimossi”.
Sono quelli che avete ancora in casa e che Enel ha deciso ora di rimuovere.
Il decreto di recepimento, di dubbia costituzionalità, sarebbe stato anche impugnabile per eccesso di delega: una direttiva europea non va recepita per lavare i panni sporchi di casa!
Appena il decreto viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, con un tempismo subdolo, l’Antitrust denuncia la posizione dominante di Enel, ma ormai è tardi.
Solo su intervento dell’Ufficio Metrico di Milano, centinaia i contatori illegali vengono sequestrati.
Adesso i vecchi “elettrodomestici” vengono sostituiti da quelli di “seconda generazione” e spariranno le prove di misurazioni illegali, effettuate da “elettrodomestici” illegali, installati non si sa quando ma che ora, secondo Enel, avrebbero concluso il loro ciclo di vita, probabilmente perché così le tariffe di Arera hanno stabilito.
Eppure, per decreto, i contatori illegali potrebbero operare all’infinito visto che possono restare lì dove sono e cioè “fino a quando non verranno rimossi”.
E chi decide che debbano essere rimossi? In base a quale criterio? Forse al fatto che quasi tutti hanno il display spento?
La metrologia legale compete al MISE – cambia nome ad ogni legislatura – che, a governi alterni, manifesta i suoi dubbi.
L’Autorità per l’energia, invocata dai distributori in occasione delle attuali sostituzione con il nuovo Open Meter, non ha alcuna competenza sul sistema di tele-gestione del contatore, un sistema illegale, perché un contatore omologato MID non può essere gestito da remoto.
Durante i due governi Conte, la questione era stata sollevata in Parlamento senza risultati e anche l’Antitrust aveva avviato delle procedure.
La storia quindi si ripete e il risultato non cambia: prima era l’elettrodomestico ad essere illegale e adesso, che il contatore è legale, lo si gestisce illegalmente da remoto!
Infatti ciò che il distributore può fare da remoto sui contatori non è dato a sapere, perché il protocollo di comunicazione lo conosce solo Enel.
Si sa che possono modificare la potenza a disposizione del consumatore, se non paga, ma lo possono fare anche anche se paga e se hanno problemi di rete.
Possono, o dicono di poter, sincronizzare milioni di contatori per cambiare la fascia oraria di consumo, della quale non frega più niente a nessuno perché l’energia elettrica è più cara di notte che di giorno.
Attraverso il contatore sanno tutto di noi, è come un grande fratello che conosce abitudini di consumo, se siamo presenti, se siamo buoni pagatori, magari il nostro telefono e l’IBAN.
Nessuno ha mai fatto questi controlli perché Enel e i suoi contatori sono intoccabili ma le liste dei consumatori con tutti i dati sono in vendita in rete.
Salve a tutti, ma scusate , se io acquisto un conta Kwh in norma MID e controllo in un mese la differenza tra il contattore Enel ed il mio MID, riscontro una tolleranza, se essa e fuori dai parametri , posso contestare i dati e farmi risarcire del dovuto ,dalla data d’installazione, corretto. Grazie delle risposte. D.
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Egr. ing. Beltrame
mi sono preso la briga di andare a vedere le competenze dell’AEEGSI riguardo all’uso degli strumenti di misura che debbono essere certificati e conformi alle norme non solo italiane ma soprattutto europee, cioè quelle del 2004 che sono:
L’Autorità regola i settori di competenza, attraverso provvedimenti (deliberazioni) e, in particolare:
Stabilisce le tariffe per l’utilizzo delle infrastrutture, garantisce la parità d’accesso, promuove, attraverso la regolazione incentivante gli investimenti con particolare riferimento all’adeguatezza, l’efficienza e la sicurezza;
Assicura la pubblicità e la trasparenza delle condizioni di servizio;
Promuove più alti livelli di concorrenza e più adeguati standard di sicurezza negli approvvigionamenti, con particolare attenzione all’armonizzazione della regolazione per l’integrazione dei mercati e delle reti a livello internazionale;
Definisce i livelli minimi di qualità dei servizi per gli aspetti tecnici, contrattuali e per gli standard di servizio;
Promuove l’uso razionale dell’energia, con particolare riferimento alla diffusione dell’efficienza energetica e all’adozione di misure per uno sviluppo sostenibile;
Aggiorna trimestralmente le condizioni economiche di riferimento per i clienti che non hanno scelto il mercato libero;
Accresce i livelli di tutela, di consapevolezza e l’informazione ai consumatori;
Adotta provvedimenti tariffari e provvede all’attività di raccolta dati e informazioni in materia di servizi idrici;
Svolge attività di monitoraggio, di vigilanza e controllo anche in collaborazione con la Guardia di Finanza e altri organismi, fra i quali la Cassa Conguaglio per il settore elettrico, il GSE, su qualità del servizio, sicurezza, accesso alle reti, tariffe, incentivi alle fonti rinnovabili e assimilate e in materia di Robin Hood Tax.
Può imporre sanzioni e valutare ed eventualmente accettare impegni delle imprese a ripristinare gli interessi lesi (dlgs 93/11).
A questo punto sono andato a leggere sia la delibera del 2007 che quella del 2009 dato che si riallacciava a quella precedente: sono rimasto sbigottito in quanto non si parla della certificazione e conformità dei contatori ma viene messo in discussione il fatto che ENEL DISTRIBUZIONE non avesse ottemperato al fatto di avere effettuato la lettura almeno una volta all’anno e questo per tre anni consecutivi: la società ha ammesso il fatto ma ha anche detto che la lettura era stata delegata ad una società esterna.
La cosa che sorprende è il fatto che ENEL delega un’altra società ad effettuare quello che sarebbe suo dovere fare nei confronti del cliente.
Ma la cosa più grave è che, mentre si mette in gioco la lettura, nulla viene detto sulla legalità del contatore: mi sembra di essere nel paese dei balocchi dove si gioca ma dove non sono prese in considerazione le cose serie.
E sì perché alla base della fatturazione c’è il contatore elettronico, conosciuto solo da chi l’ha installato,
che sembra un oggetto misterioso di cui non bisogna parlare: è assodato che lo strumento è legale e fornisce i dati con grande precisione.Sic!!!
Distinti saluti Giuseppe Costantini
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https://edoardobeltrame.com/2017/01/03/lautorita-per-lenergia-contro-i-consumatori/
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Buongiorno, vorrei raccontare la mia esperienza e chiedere il vostro parere:nel 2012 ho cambiato fornitore elettrico da Enel a gdf Suez. Dopo anni di “quasi” normalità a ottobre 2015 arriva una fattura di 3.200,00 euro.
Gdf Suez afferma che a ottobre 2013 Enel distribuzione mi ha sostituito il contatore è che devo pagare l’errata fatturazione sino ad oggi.
1) il contatore non è stato mai sostituito, si evince dalle letture dei consumi che non ripartono mai da zero;
2) Enel distribuzione può sostituire un misuratore senza che il soggetto intestatario possa vedere e verbalizzare la lettura del vecchio contatore e che il nuovo segni zero?
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http://www.spazioconsumatori.tv/media-gallery/1136-nuovi-contatori-elettrici-al-via-la-sostituzione
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Dott. Beltrame
Come mai, a suo tempo, nella zona di Ravenna è stato sequestrato un contatore su denuncia di una signora?
Come mai adesso sono stati sequestrati altri contatori a Milano per fatturazioni esorbitanti ingiustificate?
Come mai un giudice di Venezia ha ritenuto illegale far pagare l’IVA sulle accise ?
Non le sembra che la situazione stia precipitando e che sia il garante che la politica cercheranno di metterci una pezza?
D’altra parte sono in ballo miliardi di euro e non penso che le grandi società possano sostenere questo salasso.
Volenti o nolenti dovremmo sottostare a regole di mercato infami che non c’entrano affatto con la libera concorrenza, con la struttura che sta alla base dell’erogazione di detti servizi ma soprattutto con gli organismi deputati al controllo del mercato dell’energia.
Come detto solo una class action condotta da associazioni per la tutela del consumatore rappresentanti un notevole numero di clienti possono ottenere una giustizia quanto meno parziale altrimenti andremo avanti con norme e struttuire imposte senza la possibilità di controllo ma soprattutto di essere protetti da una normativa che non serva a tutelare le grandi società.
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I contatori non MID, cioè quelli installati prima del marzo 2007, non possono essere verificati da alcun ente terzo indipendente perché non esistono procedure legali di prova. In tale situazione, farli provare alla stessa Enel é farsi inutilmente del male.Io li farei sequestrare dalla GDF che ha il mandato per la vigilanza del mercato o dal locale Ufficio Metrico, come succede a Milano.
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Grazie per il suo intervento: la situazione é simile a quella di altri lettori. Lei ha centrato i due problemi: contatori illegali e sistema di telegestione del contatore da remoto illegale. Non sappiamo nulla di quello che fanno e di quello che possono fare. Non sappiamo quanti milioni di contatori siano letti da remoto e quanti milioni no. Non sappiamo perchè milioni di contatori hanno il visualizzatore spento e quindi non si può fare neppure l’autolettura, come ha fatto lei. AEEGSI è totalmente impotente così come l’Antitrust. Bisogna stare molto attenti e fare come ha fatto lei. Alla fine, magari dopo anni,tutto si sistema ma la domanda è: e tutti quei consumatori che non si comportano come lei ?
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Avendo disdetto il contratto con la società ENEL ENERGIA SPA dal 01/03/2015 per la fornitura dell’energia elettrica, ho ritenuto opportuno inviare i dati dell’autolettura il giorno 28/02/2015 alle ore 20:25 ma non mi sono stati accettati in quanto nella precedente fattura era prevista l’autolettura entro il 27/02/2015.
Tramite SMS all’inizio del mese mi è pervenuta la comunicazione che era stata emessa la fattura relativa al consumo di energia elettrica nel periodo gennaio-febbraio 2015.
Ho ritenuto opportuno telefonare al numero verde 800900860 per verificare se i dati fatturati coincidevano,con qualche piccola differenza, con quelli da me registrati e comunicati.
La sorpresa é stata quella di sapere che tra quanto fatturato e quello comunicato vi erano 22 kWh di differnza che avrei dovuto consumare nelle tre ore e mezzo che andavano dalle 20:25 alle ore 24:00 dello stesso giorno.
Penso che attiavando tutti i dispositivi elettrici che ho in casa per arrivare a consumare quanto previsto dalla fattura in base alla comunicazione del distributore, sarebbe saltato l’impianto stesso.
Da quanto detto sopra si evince una sola cosa:le letture fatte in centrale con il sistema di telelettura molto probabilmente non collimano a favore non tanto del distributore ma di chi fattura.
Le faccio presente che ho già inviata una raccomandata in cui contesto la validità sia del contatore che il metodo di telelettura in quanto il primo non è tra quelli certificati ed il marchio CE é tipico dei dispositivi provenienti dalla Cina mentre per quanto riguarda la telelettura non esiste una normativa rilasciata da un Ente governativo che, sulla base di norme di legge antecedenti, faccio presente che il mio contatore è stato installato nel 2006, ne attesti la validità.
Infine ribadisco che ho già fatto presente a ENEL ENERGIA SPA di inviarmi i dati forniti dal distributore relativi ad una fattura di conguaglio del 2011 pervenuta dopo tre anni ma, dal mese di novembre 2014, sono ancora in attesa di una risposta.
Detta richiesta è stata motivata da una delibera rilasciata dall’AGEEGSI in data 16/10/2014 alla quale la società ENEL ENERGIA SPA non ha finora ottemperato.
Le consiglio di riportarla nel suo blog in modo che i suoi letteri si rendano conto dei comportamenti scorretti da parte delle società soprattutto nel richiedere i conguagli dopo tanto tempo senza fornire adeguate risposte al cliente che le ha richieste.
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Qualche anno fa installarono nel nostro condominio il contatore intelligente e le nostre bollette sono misteriosamente raddoppiate.
Alla richiesta di verifica, la risposta fu secca: “Noi possiamo anche fare la verifica, ma in assenza di anomalie le addebiteremo l’intero importo dell’intervento, pari a 290,00 €.”
Stessa situazione con altri condomini, qualcuno provò a fare la verifica e… 290,00 € di addebito cadauno in bolletta. Ovviamente si son ben guardati dal rilasciare qualsiasi documento scritto, limitandosi all’atto verbale delle comunicazioni di rito. Strano?
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