Dimenticato in fretta uno dei peggiori disastri ambientali della storia, perché minava la politica energetica di Trump, incentrata tutta sulle nuove trivellazioni alla ricerca di shale
Il metano è più leggero dell’aria e,se non viene bruciato, sale fino agli alti strati dell’atmosfera.
Circa l’1,5% dell’intera produzione mondiale, che equivale a 50/60 miliardi di metri cubi – cioè quanto consumiamo in Italia – viene liberato ogni anno in atmosfera.
Studi recenti, basati sulle osservazioni della Nasa, concludono che, se la quantità di metano liberato in atmosfera aumentasse al 2% della produzione, verrebbero meno i benefici derivanti dal bruciare gas invece che carbone.
Il nuovo metodo di ricerca del gas, utilizzato prevalentemente in USA, consiste nel fratturare le rocce di tanti piccoli pozzi.
Le perdite sono così molto maggiori di quelle derivanti dallo sfruttamento di un unico giacimento,che però, come accaduto in California,comporta rischi ben maggiori.
Ma anche il processo di liquefazione del gas, per renderlo trasportabile via nave, è pesantemente energivoro.
L’idea quindi che il metano, sia esso gassoso o liquefatto, possa essere considerato un combustibile pulito, e per questo alternativo al carbone, risulta totalmente errata.