Stanno per scadere gli incentivi agli impianti di biogas, prodotto da scarti agricoli e utilizzato per produrre energia elettrica, pagata ai produttori 300 €/MWh , cinque volte l’attuale prezzo di mercato, ed ecco allora il biometano – neologismo creato ad hoc – che sarà prodotto dagli stessi impianti che producevano il biogas con l’aggiunta del Forsu, la parte umida della spazzatura.
Se prima, con le bollette della luce, pagavamo l’energia prodotta con biogas, d’ora in avanti pagheremo il biometano con le bollette del gas.
Sembra una replica del CIP6, che assimilava gli scarti delle raffinerie alle energie rinnovabili. D’ora in avanti, con la spazzatura si creerà metano, assimilabile a quello di pozzo,che usiamo tutti i giorni.
Anche la procedura di assegnazione degli incentivi – varata due giorni prima delle elezioni – resta la stessa: chi primo arriva,entro il 2022, vince e, in previsione del nuovo esborso, il GSE ha rallentato il pagamento degli incentivi al fotovoltaico.
Invece di costruire inceneritori, a beneficio di tutti, continuiamo così ad incentivare i privati a macchia di leopardo,senza un minimo criterio di programmazione e di priorità locali e nazionali .