La farsa dei ripartitori

ripartitori

Il termine per l’installazione dei c.d. ripartitori viene prorogato ogni anno ma nessuno dovrà pagare multe per non aver installato strumenti di misura che  conteggiano unità di misura illegali.

Su condominioweb un produttore conferma che i ripartitori non sono strumenti omologati.

Ciò significa che non c’è alcuna garanzia legale sul loro impiego, su cosa e come misurino.

Non possano essere verificati da terzi in caso di contestazione edè possibile manometterli senza essere perseguiti.

Sullo sito viene denunciato un caso di contabilizzazione e di addebito di riscaldamento, durante il periodo estivo, perchè lo strumento rileva la differenza di temperatura sia d’estate che d’inverno.

Comunque, se non sono strumenti legali, non possono essere utilizzati per ripartire quote di riscaldamento addebitandone il corrispettivo: la legge é inderogabile anche dalle assemblee condominiali.

Il produttore intervistato è ancora più esplicito:

“L’incertezza di misura, nel caso dei ripartitori, deriva principalmente dal fatto che il sensore posteriore deve accoppiarsi con il corpo scaldante su cui è montato, pertanto vi è un’operazione umana che influisce significativamente sul risultato della misura”.

“Abbiamo visto ripartitori fissati con nastro isolante da elettricista. Abbiamo visto ripartitori fissati sul tubo di mandata anziché al centro del radiatore. Anche in casi dove il posizionamento era accettabile, abbiamo visto ripartitori montati senza il necessario supporto posteriore (che deve essere riempito con gel conduttivo)” 

L’omologazione di uno strumento di misura serve proprio per impedire questi interventi, che possono favorire, o sfavorire, i singoli condòmini.

I ripartitori non misurano l’energia termica che entra nel radiatore, ma stimano, grossolanamente, quella che ne esce, con palese arbitrarietà:

  • nell’installazione;
  • nell’imputazione dei dati geometrici del termosifone nel ripartitore;
  • nella gestione dei dati trasmessi;
  • nell’imputazione di coefficienti correttivi che dovrebbero tener conto della dispersione di energia termica del locale riscaldato.

La richiamata norma tecnica di riferimento, la UNI 10200 è estremamente complicata mentre lo studio dell’Enea é chiaro.

In assenza di un’omologazione metrologico/legale, ognuno fa quello che vuole e lo strumento non solo può essere installato male, ma può essere manomesso senza che nessuno se ne accorga per anni.

E il proprietario dell’unità immobiliare dovrebbe essere sanzionato se non installa questi sistemi ?  Ma state scherzando?

Autore: edoardobeltrame

“Ho scoperto il modo di ingannare i diplomatici. Io dico la verità, e loro non mi credono mai.” (C.B.C)

28 pensieri riguardo “La farsa dei ripartitori”

  1. Io, sempre a Roma, con 80 mq pago circa 450 euro a stagione, ma dobbiamo tener conto che nelle bollette condominiali sono comprese anche le spese di manutenzione e conduzione e in più nelle bollette del gas è presente una quota fissa; quindi l’opinabile risparmio percentuale dovremmo calcolarlo su una cifra decisamente inferiore a quella che paghiamo e questo è un altro fattore che inganna gli ignari partecipanti alle assemblee. La cosa è talmente eclatante che un semplice calcolo ci ha portato a dedurre che andremmo in una efficienza negativa e si è deciso di attendere gli eventi senza muovere un dito. Inoltre tu hai accennato al “confort degli appartamenti vicini” e questo è un altro punto che assurdamente viene ignorato, perché, come i ripartitori, si entra anche qui nella illegalità. Passare da centralizzato a impianto similautonomo comporta un cambio di paradigma totale nelle modalità del riscaldamento, e soprattutto un cambio di caratteristiche costruttive dell’edificio: in un impianto centralizzato la temperatura degli appartamenti si suppone essere uguale e quindi il disaccoppiamento termico tra gli stessi è irrilevante: la trasmittanza delle pareti divisorie nei vecchi edifici è infatti intorno ai 2 W/mqK quando va bene; negli anni 80 è stata imposta per le nuove costruzioni una trasmittanza molto più stretta di 0,8 W/mqK anche negli impianti centralizzati (anche per problemi di acustica, le due cose vanno a braccetto), con la precisazione che se la parete dà su un locale non riscaldato, tale parete va considerata come esterna e la trasmittanza si aggira intorno ai 0,2 W/mqK (dipende dalle zone climatiche). In un edificio costruito con l’autonomo, si suppone che un appartamento possa spegnere il suo riscaldamento, quindi anche le pareti che dividono gli appartamenti stessi vanno considerate come esterne e infatti i muri divisori hanno coibentazioni simili a quelli che danno sull’esterno. Il vanto della contabilizzazione è proprio quello di trasformare un impianto centralizzato in un similautonomo, ma l’edificio non soddisfa la normativa di disaccoppiamento termico tra appartamenti e di fatto l’edificio va fuori legge. Ma questo aspetto non viene mai messo ben in evidenza come impedimento tecnico alla realizzazione della contabilizzazione e lo stesso CNI (Consiglio Nazionale Ingegneri) che ha redatto le modalità di accertamento per le deroghe non ne fa cenno (ma non accenna nemmeno alla illegalità dei ripartitori). Deduco che gli stessi ingegneri che dovrebbero redigere l’attestazione di deroga non hanno le idee chiare sulle illegalità che comporta la contabilizzazione nei vecchi edifici. Ricapitolando quindi, oltre alla inefficienza in termini di costi, esistono due impedimenti tecnici: non esiste un metodo metrologicamente legale per misurare il calore negli impianti a distribuzione verticale e, ancora più pesante, con la contabilizzazione, i vecchi edifici andrebbero fuori legge per difetto di disaccoppiamento termico tra appartamenti. Il cercare la deroga ad ogni costo è stato bollato dai soliti noti come tentativo di elusione, ma al contrario è un tentativo per rientrare in una legalità calpestata da queste direttive. Del resto resistere fino alle estreme conseguenze è l’unica maniera per opporsi ad una truffa tipicamente lobbistica da parte di ditte tipicamente tedesche (guarda caso) e come si sa le direttive europee sono completamente pilotate dalla Germania con la completa sottomissione dei nostri politici (e anche la Germania non brilla per onestà, vedi Siemens condannata per corruzione internazionale e l’ultima assurdità della Volkswagen).

    "Mi piace"

  2. Questo purtroppo non é un forum e interventi come il suo sono rari. Direi una mancanza di onestà intellettuale mista all’ignoranza totale e interessata degli amministratori. Questo mi é capitato di vedere
    personalmente. La proroga data il 27 dicembre per sei mesi raccoglierà gli ultimi indecisi e poi, ci sarà un’altra proroga di sanzioni che non potranno essere mai comminate. Questo é il paese ma resistere si può.

    "Mi piace"

  3. Ma perché è così difficile anzi praticamente impossibile trovare un tecnico disposto a mettere per iscritto in una perizia tecnica (come prescrive la norma) tutto quanto si legge circa l’inopportunità della contabilizzazione del calore in vecchi edifici (da eseguirsi necessariamente con i “famigerati” ripartitori) anche in zone climatiche favorevoli ?
    Manca forse una seria cultura tecnica o una sufficiente onestà intellettuale fra i tecnici ?
    Ad esempio, in un appartamento in Roma di circa 60 mq.(2 camere ed accessori), dove spendo circa 500 euro di riscaldamento all’anno, mi accingo a spendere più di 1000 euro (ovvero il doppio di quanto spendo annualmente) fra: valvole termostatiche, ripartitori, nuove pompe a portata variabile, trasmettitori per la rilevazione, analisi energetica e redazione di nuova tabella millesimale, spese di rilevazioni (quest’ultime ripetibili annualmente); dovrei pertanto “risparmiare” più di 100 euro all’anno in 10 anni solo per recuperare quanto ho anticipato, e tutto dovrebbe andare liscio pur andando a manomettere un vecchio impianto. Sinceramente non saprei come potrò risparmiare quanto preventivato in teoria dato che anche attualmente non sempre raggiungo i 20 °C. Al più risparmierà solo chi non usa l’appartamento ma sbilancerà la distribuzione di calore riducendo il confort degli appartamenti contigui. E dopo 10 anno mi troverò a dover nuovamente “spendere” per sostituire valvole e ripartitori … E’ evidente l’inopportunità (anzi la “follia”) di un tale intervento eppure dietro le pressioni (interessate ?) di tecnici ed amministratori non si è riusciti ad evitarlo ! Ed allora lo ripeto: perché non si trovano tecnici che mettano per iscritto (ovviamente dietro adeguato compenso che tenga conto anche di eventuali controversie e contestazioni) quanto si legge in questo forum ? Germano

    "Mi piace"

  4. Allora vediamola da un’altra prospettiva. L’installatore deve installare strumenti legali. Lei non è d’accordo sul contratto e diffida l’amministratore dal dargli esecuzione

    "Mi piace"

  5. La ringrazio per la tempestività della risposta, ma sono comunque in una situazione difficile perchè se io non accettassi di installare i contabilizzatori indiretti mi dovrei difendere per vie legali nel caso che mi vengano comminate le sanzioni amministrative previste dalla 102/2014. Una procedura civile che sarà sicuramente lunga e dispendiosa. Mentre con un ricorso al TAR avremmo una pronuncia di un giudice per far valere i nostri diritti.
    Oppure come succede nel campo fiscale posso fare un interpello all’ufficio metrico della mia zona?
    cordialmente

    "Mi piace"

  6. Vede Marco è un problema di metrologia legale. Se i contabilizzatori indiretti non sono strumenti omologati io non me li faccio installare perché l’assemblea non me lo può imporre. Cioè la legge è inderogabile per tutti!

    "Mi piace"

  7. Salve leggo con interesse tutte le notizie che voi pubblicate visto che proprio ieri l’assemblea condominiale ha deliberato il via all’installazione dei contatori indiretti. La paura delle sanzioni amministrative ha vinto su tutto. L’ingegnere che è intervenuto all’assemblea dopo la mia domanda sulla «inefficienza in termini di costi e sproporzione rispetto ai risparmi energetici potenziali», secondo le indicazioni della Uni En 15459 ha risposto che secondo lui c’era comunque un risparmio che la perizia costa e quindi non valeva la pena farla.
    Per me l’unica via è un ricorso al TAR con l’aiuto di Confediliza visto che hanno team di avvocati e sono combattivi, per lo meno a parole, con il supporto tecnico dell’ing. Edoardo Beltrame per cercare di bloccare la 102/2014 sui contatori indiretti.
    Cosa ne pensate?

    "Mi piace"

  8. https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=2&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwiaj4r8y4nOAhWIJMAKHd4wCsIQFgguMAE&url=http%3A%2F%2Fwww.caleffi.com%2Fsites%2Fdefault%2Ffiles%2Fsc_home%2F09006_mid.pdf&usg=AFQjCNFqwU2rxKyJaaYoE4ys12t2gEeJLQ

    Documento della Caleffi sulla direttiva MID in cui si ricorda – con riferimento ai contatori di calore – che “ogni installatore è tenuto ad accertarsi che gli strumenti utilizzati siano conformi alla direttiva MID”, e che “l’art. 20 comma 1 del D.Lgs. 2/2/2007 n.° 22 prevede a carico dell’installatore una sanzione da 500 € a 1500 € per ciascuno strumento messo in servizio non conforme alla normativa MID”.

    "Mi piace"

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.