In attesa dei nuovi contatori elettrici vogliono cambiarci quelli del gas.
Mentre in tutta Europa i contatori del gas venivano sostituiti dopo un certo numero di anni, in Italia non é mai stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto attuativo di una legge del 1991, senza il quale non sussiste ancora l’obbligo di sostituirli.
Pezzi d’antiquariato industriale del primo dopoguerra sono ancora in funzione.
Nel 2008, la Procura di Milano indagò sulla misurazione del gas e l’Autorità per l’energia, prima segnalò al Governo e al Parlamento rilevanti problemi di Metrologia Legale e poi, senza aver avuto nessuna risposta,deliberò sulle procedure di teletrasmissione del dato di consumo.
Incurante del fatto che il dato di consumo potesse venire generato da contatori obsoleti, l’Autorità impose un onerosissimo programma di adeguamento elettronico, scaricandone il costo in bolletta. Tutti i sistemi di misura del gas, che peraltro la Metrologia Legale non ha ancora definito, sarebbero stati interessati:dai più grandi, per i consumi industriali e commerciali, a quelli domestici.
Ma perché trasmettere e gestire un dato che nasce male?
Quali i reali vantaggi per il consumatore?
Se, per utenze industriali e commerciali, l’intervento era giustificato dal valore economico del volume del gas consumato, proporre lo stesso intervento a decine di milioni di utenti che utilizzano il gas per cucinare o per farsi una doccia, sembrò subito un’inutile forzatura.
Ma in Italia siamo per il progresso e anzi, dobbiamo essere un faro anche per gli altri paesi.
Si attendono sessant’anni per sostituire un contatore, che il consumatore avrà nel frattempo pagato chissà quante volte, per mettergli in casa la Ferrari dei contatori, senza aver ancora capito come funziona e raccontandogli le solite balle.
Da noi il gas è già il più caro d’Europa, il consumatore non sa neppure quanto consuma, nessuno legge il contatore e non saranno quindi 500 € in più a mandarlo in rovina.
Non se ne accorgerà neppure perché saranno spalmati negli anni con la voce “gestione del contatore”, magicamente comparsa nelle nuove bollette,aggregata alla voce “trasporto”.
Con l’avviso della sostituzione, devono avervi proposto di provare il vecchio contatore: se la prova confermerà che il contatore è conforme – e quindi non vi ha fregato negli ultimi decenni – dovrete pagarla; se invece risulterà non conforme – e quindi probabilmente vi sta fregando da decenni – è gratuita.
I risultati della gestione del dato di consumo sui primi due milioni di contatori installati sono deprimenti, le bollette continuano a fatturare il consumo stimato e il consumatore paga un servizio inesistente.
E allora?
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“Investimenti che i venditori non sono inclini a effettuare?”
Ma se alla fine paga tutto la bolletta!
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Per fatturare consumi reali (letti o teleletti che siano) occorrono processi di lavoro adeguati un altro grande investimento che i venditori non sempre sono inclini ad effettuare.
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E perché? La società che gestisce i sistemi di teletrasmissione dei dati non fornisce alcuna informazione circa il sistema adottato e quindi mi può sorgere il dubbio che quanto fatturato non corrisponda a quanto misurato dal contatore.
Come mai i contatori elettrici non sono stati mai certificati? Come mai AGEEGSI ha deliberato in merito ai dati forniti da remoto? era il MiSE che doveva pronunciarsi circa la loro utilizzazione.
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Per la legge è il dato sul contatore quello valido. Generato da uno strumento omologato è quello che legge il consumatore. Mi sembra di una chiarezza inoppugnabile
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Mi permetta ma continuo a non capire il buon senso (non quello della legge) del dato fidefacente. Vale di più un dato digitato su un terminalino da un operatore (con tutti i possibili errori di digitazione) di un dato teletrasmesso solo perché la legge non lo disciplina? A me sembra che il grado di incertezza sia assolutamente migliore con un dato teletrasmesso rispetto ad uno rilevato da un operatore.
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