La caccia agli ultimi polli

Scegliere tra mercato libero e tutelato

Dopo decenni di tira e molla,sembra concludersi la telenovela del libero/tutelato.

Metà delle famiglie italiane, circa dieci milioni di utenti, preferisce rimanere “tutelata” perché non ha alcuna idea di quanto consuma e a malapena sa quanto spende.

Il consumatore italiano non solo è ricco ma é anche pigro: non legge i contatori, non verifica le bollette e sentirsi dire che è “tutelato” lo affascina.

Ma se l’anno scorso avesse dedicato un paio d’ore al problema, e avesse scelto il mercato libero, magari un prezzo fisso, avrebbe risparmiato un bel mucchio di quattrini.

Il mercato tutelato rassicura perché nel libero ci sono più di mille fornitori, tra luce e gas, non tutti sono corretti e non esiste un albo.

Nel caso sceglieste il mercato libero dovrete leggere e capire, riga per riga, il contratto se no é meglio lasciar stare. Potreste avere delle brutte sorprese perché ci sono fornitori molto più aggressivi che professionali, specialmente con i consumatori più deboli!

Dopo avervi asfissiati al telefono, verranno di persona chiedendovi di poter esaminare insieme una bolletta:“con noi risparmierà, firmi qua…. non la sto truffando… avrà tempo per pensarci e, se cambierà idea, quando le telefoneranno, potrà dire di no”.

Il pollo firma senza leggere e, quando gli telefonano, si è già dimenticato tutto, dovrebbe dire di no e invece risponde con una serie di si alla cieca.

Magari la prima telefonata l’ha ricevuta il nonno e nessuno in casa sa nulla.

Comunque tutti i metodi per fregarlo sono buoni.

Chi propone al pollo “uno sconto del 20% sui primi 200 kWh consumati nel mese”.

In questo caso, il pollo non si chiede neppure quanti kWh consuma, né rispetto a quale prezzo si basa lo sconto

L’idea dello sconto lo affascina e firma, firma e firma moduli, tanti!

Magari non si rende conto, tra i vari documenti, di firmare anche una polizza assicurativa, che non copre nulla e serve solo al cacciatore di polli per rifarsi dello sconto offerto.

Solo dopo, il pollo scopre che spende il doppio di prima perché consuma più dei kWh scontati e i kWh eccedenti li paga salatissimi.

Poi ci sono i cacciatori di polli che raccontano la favola dell’energia verde al 100% senza avvisare il pollo che già paga l’energia verde,per legge, con la voce “oneri di sistema” della bolletta.

I cacciatori più creativi propongono lo sconto del 100% sulla quota energia del primo mese: bastano quattro conti per capire che lo sconto equivale a due caffè e che non giustifica il cambio di fornitore.

Ma il pollo gode all’idea del 100% di sconto sul nulla e firma.

In TV lo sconto è di 50€: non dicono su cosa, ma i polli saranno milioni.

Preparatevi per tempo oppure credete ai sondaggi di Nomisma Energia, secondo i quali solo sei consumatori su cento dichiarano di non capire nulla!

Auguri!

Ma quale liberalizzazione?

Grande agitazione in vista della fine del mercato tutelato:venti milioni di consumatori presi in giro da vent’anni di promesse di risparmi, di contatori illegali e di bollette incomprensibili che dovranno scegliere un nuovo fornitore.

Gli unici a non capire cosa stia succedendo sono proprio loro, i consumatori, perseguitati ogni giorno da fornitori insistenti e da offerte incomprensibili. In vent’anni non si é visto alcun risparmio in bolletta e i consumatori sono stati volutamente mantenuti nell’ ignoranza: non sanno quanto consumano, quanto e come pagano le bollette più care in Europa.

La distribuzione é solidamente in mano a Enel che misura tutta l’energia, consumata e prodotta, ne controlla la produzione e – dicono gli esperti del ministero – il 73% della vendita.

Le bollette sono bancomat gravate da una tale serie di balzelli e tasse che é ormai impossibile quantificare la pura energia elettrica, prodotto originario della transazione.

Sono bastati pochi di anni di liberalizzazione del mercato all’ingrosso per fare pulizia dei traders parassiti e far lievitare i prezzi, con grande soddisfazione dei produttori che ricominciano a fare soldi.

Messa in sicurezza Enel e sodali, adesso intervengono gli esperti del ministero che propongono di introdurre un tetto antitrust progressivo al solo operatore dominante, ossia Enel, considerando che la posizione dominante dei distributori locali delle grandi città “non appare in sé lesiva della concorrenza”.

La prevista riduzione del monopolio é onirica: 60% al 2019, 50% al 2020, 40% al 2021, 30% nel 2022.

Quindi, nel 2023, i consumatori che non avranno ancora scelto il fornitore verranno messi all’asta con gare che saranno organizzate, e gestite da un soggetto terzo, quale l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ( fantastico!) o l’Autorità per l’energia.

“Al di là dell’eventuale violazione delle norme antitrust già vigenti” è l’unico riferimento ad una Autorità antitrust che ignora da sempre la situazione.

È ora il momento di convegni e simposi dove blaterare sulla centralità del consumatore che però deve restare inconsapevole – Girotto M5S – e al quale gettare qualche bonus ogni tanto, senza che capisca perché lo riceve.

Un’attenta lettura del rapporto Enel al settembre 2017 dà un idea di cosa sta succedendo.