Arsenico, benzene, formaldeide, piombo e mercurio sono solo alcune delle sostanze tossiche trovate nei fluidi utilizzati per il fracking – fratturazione idraulica – finiscono nelle acque reflue e possono quindi rappresentare gravi rischi per la salute.
Ma per Nicole Deziel, esperta di salute ambientale all’Università di Yale, l’elenco sarebbe più lungo perché alcune sostanze chimiche sono note solamente alle imprese che operano nel controverso processo di perforazione, che spara acqua pressurizzata nelle rocce per liberare gli idrocarburi.
Negli Stati Uniti hanno deciso che lo shale gas é il futuro, mentre in Inghilterra cominciano a porsi il problema dei terremoti.