Soldi per pochi, i soliti

In pieno lock-down, con le industrie ferme, i signori dell’energia annunciavano risultati trionfali.

Le posizioni monopolistiche, e le concessioni, rendono e il sistema politico ha tutto l’interesse a mantenerne il controllo.

Con buona pace di Draghi e della concorrenza.

Su tutti brilla Terna, che in monopolio gestisce così la rete elettrica nazionale di alta tensione.

Poi ci sono Enel, Snam, le ex-municipalizzate che, con pochi altri, si spartiscono una torta multimiliardaria.

Soddisfatti i ministeri, che le controllano, e le scremano per conto dello Stato, tronfi i managers, che intascano bonus immeritati, e felici anche i cinesi, ai quali, in parte,sono state vendute

Sono state conferite ai cinesi, parte delle infrastrutture che erano state pagate con le bollette di generazioni di consumatori italiani.

Nessuno reagisce , anche perché le operazioni restano sotto traccia

Per i gestori dei servizi essenziali – luce, gas, acqua – le bollette sono soldi garantiti, perché l’italiano medio le paga senza fiatare.

Magari non sa quanto paga, o quanto consuma ma con un RID in banca risolve tutto.

Se poi con la bolletta gli fanno pagare altro che con luce e gas non c’entra per nulla, come la televisione, se ne fa una ragione:”tanto non cambia nulla”.

Anche le PMI, chiuse durante il lock-down, dovranno pagare il doppio della bolletta di prima.

Tutti quei soldi serviranno a mantenere un sistema, autoreferenziale, che non sa come giustificare gli utili.

La morosità aumenta e il governo dovrebbe affrontare il problema degli oneri di sistema: 18 miliardi prelevati con le bollette.

E invece stanzia 600 milioni di euro per Alitalia, li prende dalle bollette come aveva fatto già l’anno scorso, con risultati facilmente prevedibili.