Perché le bollette italiane fatturano la prestazione di un servizio e non il solo prodotto “energia elettrica“?
Perché paghiamo IVA su voci che nulla hanno a che vedere con il kWh che consumiamo?
Perché, dopo sei anni, non è stata ancora recepita la Direttiva UE 944 del 2019?
Nonostante la direttiva sia cristallina e affronti proprio i problemi che assillano il consumatore italiano, sia di energia elettrica che di gas – dove peraltro il criterio di fatturazione è illegale – tutto tace e nessuno fa nulla.
Alcuni passaggi della direttiva

Forse la ragione del ritardo è il Codice di consumo , un decreto legislativo che risale al 2005 che equipara la fornitura di energia elettrica alla prestazione di un servizio.
L’IVA del 22% , applicata indistintamente non solo alla componente energia ma agli oneri di sistema, che nulla hanno a che vedere con essa, oltre che alle accise, non esiste in nessun’altra bolletta europea.
L’unico responsabile delle situazione è il regolatore – Arera – che ha permesso, e permette, enormi ricarichi trasformando le bollette in documenti incomprensibili che confondono il consumatore al quale viene richiesto, per es., un pagamento anche con consumo nullo.
Una datata risposta di enel sull’argomento ad un lettore del blog.
2.1) In Italia vi sono bollette da 43 €/mese con consumo zero KWh, si impongono costi
fissi scollegati dalla reale erogazione del prodotto, in violazione dell’art. 115 e 13 del
Codice del Consumo, art. 3 e 2 comma 2 Legge primaria fondativa 481/95 di AEEG ora ARERA, art. 5-7 Direttiva UE 2019/944
2.2) In Germania i costi fissi sono minimi e vincolati al contratto scelto, spesso sotto i 5
€/mese. In Portogallo esistono piani “pay-as-you-go” (paga come vai) senza costi fissi: si paga solo l’effettivo consumo.
2.3) In Italia si paga la spesa materia energia di 36,88 € anche con 0 KWh, perché si spacchetta la tariffa in componenti fisse + quote potenza + costi occulti, violazione dell’art. 13 Codice del Consumo (che richiede prezzo unitario completo), art. 2 comma 2 L. 481/95
2.4) In Francia il prezzo dell’energia elettrica è contrattualmente chiaro: un solo prezzo al
kWh comprensivo di tutto, indicato nella bolletta. In Spagna, i contratti prevedono
fasce tariffarie semplici e leggibili.
2.5) In Italia si fattura 82,19 € per 10 KWh (oltre 8 €/kWh!), perché si distribuiscono
costi fissi sproporzionati anche su minimi consumi, penalizzando chi risparmia e
meno inquina, violazione dell’art. 3 L. 481/95 e art. 2, comma 2 Codice del Consumo.
2.6) In Belgio, per consumi inferiori a soglia mensile (es. 50 kWh), si applicano sconti o
esenzioni automatiche sui fissi. In Danimarca, i bassi consumi sono premiati con
offerte dedicate.
2.7) In Italia i software di calcolo delle bollette non sono accessibili al consumatore, perché i fornitori utilizzano sistemi elettronici non verificabili, che sfuggono a qualsiasi controllo dell’utente: violazione dell’art. 13 Codice del Consumo, art. 7 Direttiva UE 2011/83 e art. 41 Cost.
2.8) In Olanda e Irlanda, i fornitori devono fornire al cliente uno strumento di
simulazione del costo basato sul proprio contratto. In Finlandia, ogni bolletta è
verificabile tramite simulatore online governativo.
2.8) In Italia si impongono oneri di sistema anche senza consumo: perché ARERA
impone il pagamento di voci sganciate dall’erogazione effettiva del prodotto :
violazione dell’art. 3 L. 481/95, art. 1 Codice del Consumo, art. 47 Carta dei Diritti UE
2.9) In Svezia e Austria, gli oneri generali si sospendono automaticamente sotto soglie di
consumo o per utenze stagionali. In Portogallo sono legati solo ai consumi effettivi.
Quanto sopra è solo un piccolo contributo per aiutare a scoperchiare le illegittimità delle cosiddette Autorità ITALIANE: che vessano le famiglie Italiane e nascondono e/o non applicano le direttive EUROPEE; con la furbata che in televisione dicono che la colpa è dell’Europa? Mentre sono le furbate delle nostre nostrane cosiddette Autorità? Quindi s’invita l’Ing. Edoardo Beltrame di continuare ad approfondire le differenze applicazioni delle direttive Europee: tra l’Italia e il resto d’Europa.
Luigi Tambasco
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