Gli “oneri di sistema” si pagano con le bollette dal 1999, anno dal decreto Bersani.
Nati per compensare Enel per le centrali nucleari dismesse dal referendum, negli anni sono diventati un bengodi per i beneficiari che hanno chiesto ai governi di turno di partecipare alla festa finanziata dalle bollette.
Una rara slide di Arera, della già catastrofica situazione di dieci anni fa.

L’utilizzo di questa immensa quantità di denaro è un atto di fede, tutti pagano, nessuno chiede e, come vedremo, nessuno controlla. Ovviamente qualcuno ne approfitta e ha tutto il tempo per farla franca.
Una delibera dell’Autorità per l’energia – ARERA – mostra come non funziona il sistema:
un produttore di energia elettrica “assimilata alle rinnovabili” – che risulta ancora oggi incentivata con un decreto del 1992 – immette in rete più energia di quella contrattata col GSE incassando più di quanto avrebbe diritto.
La truffa va avanti per anni, non interviene la magistratura ma l’indagine viene invece affidata da ARERA, il regolatore, al GSE, il potenziale truffato.
Conflitto d’interessi a parte, ARERA delibera il recupero amministrativo di quanto indebitamente incassato dal produttore, ma non è chiaro perché:
- siano necessari dieci anni per chiedere la restituzione dei soldi, ammesso che possano essere ancora recuperati;
- nessuno ha mai controllato;
- se ne occupino ARERA, il GSE, la Guardia di Finanza e non la Magistratura;
- l’Allegato A della delibera, con i dettagli della convenzione tra GSE e produttore e su quanto indebitamente incassato, non viene reso pubblico, “perché contiene dati e informazioni commercialmente sensibili”.
I dati sono sensibili per chi ha fatto il furbo e ha rubato, e non per il consumatore che l’ha riempito di soldi?
Da pag.165, la relazione annuale di ARERA enumerava gli interventi ispettivi effettuati.
Non erano tanti 258 controlli, tenuto conto delle cifre in ballo, come erano insignificanti le poche decine di milioni di euro recuperati, su oltre tredici miliardi versati.
E dieci anni fa i produttori di energia fotovoltaica erano solo un terzo degli attuali!
Ci si chiede quanti siano quelli che hanno fatto e continuano a fare i furbi e quando c’è ne accorgeremo?
Eppure un metodo ci sarebbe: confrontare l’energia verde prodotta (rapporti di Terna), o solamente dichiarata verde, con quella venduta.
E se, per esempio si scoprisse che l’energia elettrica venduta è il doppio di quella prodotta? E che magari ci sono i furbi che pure ci speculano!
La situazione aggiornata è questa

Ing. Beltrame
Analizzando l’ultima fattura relativa al consumo di energia elettrica, ho calcolato quanto incidono i consumi sul totale della fattura. Già avevo preventivato che ci doveva essere qualche anomalia ma arrivare al punto che i consumi equivalgono a tutte le altre voci è veramente una cosa scandalosa.
Penso che l’Autorità con le le sue delibere tuteli le grandi aziende mettendo nella fattura voci che, molto probabilmente, in altri paese non sono prese in considerazione.
La cosa che mi ha colpito maggiormente è la voce relativa alla dismissione delle centrali nucleari: paghiamo un’imposta a favore dello stato ed un’altra a favore delle regioni dove sono installate le vecchie e non più funzionanti centrali: fino a quando?
Inoltre vorrei capire perché devo pagare l’IVA sull’imposta di consumo che è già di per sé un’imposta.
Ma in quale paese viviamo: quale è il senso di pagare un’imposta su un’altra imposta?
Sarebbe opportuno che l’Autorità rivedesse, al più presto, la struttura delle fatture che siano fatte in modo che prevalga il fattore consumo e non le altre voci incontrollabili.
Ultimo aspetto: sono stanco di vedere che le fatture sono fatte in base ai consumi comunicati dai distributori con un sistema che non è mai stato omologato e del quale non si conoscono le caratteristiche e quindi illegale anche perché la legge italiana prevede che il dato fatturato é quello del contatore mentre i consumi fatturati sono quelli misurati a distanza.
Per ultimo Le faccio presente che alla mia società fornitrice ho inviato una mail certificata nella quale ho chiesto che non permetterò la sostituzione del contatore fino a quando la società distributrice non mi fornirà la garanzia che il contatore è certificato e conforme alle norme europee. Inoltre mi dovranno assicurare anche quali sono le caratteristiche del sistema di gestione del contatore e trasmissione dati, se esistono, dal contatore alla centrale, in quanto la legge italiana prescrive che il dato di misura è quello fornito dal contatore.
Mi scusi se mi sono dilungato ma ho voluto precisare alcune delle questioni tuttora pendenti sulla legalità dei contatori e sul sistema di fatturazione basato su dati trasmessi a distanza di cui non si sa niente.
Distinti saluti Giuseppe Costantini
"Mi piace""Mi piace"