Breve storia dell’energia (2): il CIP 6

Il 1992 é l’anno di Tangentopoli.

Enel viene privatizzata e, mentre la Magistratura indaga per capire quanti miliardi sono “girati” con le tangenti ai partiti, non costruirà più centrali.

La politica trova subito un altro metodo per fare cassa con l’aiuto dell’Europa, dove si sta parlando da tempo di energia rinnovabile e di incentivi, e in Italia “incentivo” significa affari per pochi.

Solo perché arrivano gli incentivi, prelevati direttamente dalle bollette, saranno i privati a costruire centrali, al posto di Enel e saranno i privati a produrre, e vendere energia a prezzo “politico”.

Ma la vera invenzione del decreto CIP6 é l’energia “assimilata” alle rinnovabili, concetto sul quale c’è gente che ci campa da 30 anni!

Come potevano essere assimilati alle energie rinnovabili, gli scarti di raffineria, i rifiuti e, qualche lodevole tentativo, lo stesso gas naturale, resta un mistero.

La “convenzione CIP6″ non solo lasciava ampi spazi interpretativi ma veniva rilasciata in base a graduatorie, stilate per tipologia di impianto e di combustibile.

Graduatorie che nascevano sulla base di semplice richiesta: bastava indicare un sito, che poteva, poi, anche non essere quello definitivo, e la potenza che si sarebbe voluta installare.

Senza neppure verificare i titoli del richiedente, una volta in graduatoria, veniva concessa la possibilità di trasferire, non solo la titolarità della Convenzione, e quindi la sua proprietà, ma addirittura il sito produttivo.

Si creavano così veri e propri crediti finanziari trasferibili: piccole società, oppure i loro titolari entravano in graduatoria con più siti, rivendibili speculando.

Con il CIP6 vengono cosí costruite centrali dappertutto.

Ne approfittano subito i grandi gruppi industriali, che già producono energia per proprie esigenze, e le municipalizzate, con i primi inceneritori.

Ma ne approfittano anche società di scopo senza alcun impianto, che solamente intendano utilizzare, qualsiasi tipo di combustibile come per es. il catrame, i combustibili da rifiuti, gli scarti di lavorazione e i cascami termici.

Si racconta che il termine assimilate venne aggiunto di notte, in un momento di distrazione generale dei parlamentari; i lobbisti si superarono spiegando a chi votava che, in fin dei conti, anche il gas naturale era in qualche modo rinnovabile, anche se ci metteva milioni di anni.

Il decreto è stato periodicamente aggiornato e, ad ogni inutile tentativo di ridurre il costo delle bollette, si parla di cifre diverse.

Non c’è traccia delle prime graduatorie, come se si volesse dimenticare la vicenda, che invece pesa ancora come un macigno sulla bolletta.

Siamo nel 2025 e il giochetto sembra essere lo stesso!

(continua…)

 

#dodobeltrame

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Autore: edoardobeltrame

“Ho scoperto il modo di ingannare i diplomatici. Io dico la verità, e loro non mi credono mai.” (C.B.C)

3 pensieri riguardo “Breve storia dell’energia (2): il CIP 6”

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