Oneri di sistema eterni

Dovremmo modificare l’art. 1 della Costituzione e sostituire con “debito” la parola “lavoro”.

Perché oltre a sole e mare, spaghetti e arte, è il debito la linfa del paese e, più le agenzie di rating ci premiano, più possiamo farne di nuovo.

In questo paese solo se hai già milioni di debiti ti fanno un mutuo mentre il costo per il recupero di 41 miliardi euro di cartelle non pagate, è dell’8%. (Cfr il sole 24ore di oggi)

Il governo, alle prese con una crisi industriale devastante, vorrebbe ora dilazionare i debiti pregressi, presenti e futuri delle famiglie e delle PMI, alle prese con le esose bollette dell’energia elettrica.

Sarebbe più giusto che il governo mettesse mano all’intero sistema elettrico ma, siccome gli garantisce rendite da capogiro attraverso le controllate, è meglio lasciarlo così com’è e dedicarsi alla finanza creativa e alla componente ASOS delle bollette.

La componente ASOS è solo uno degli oneri di sistema che pagate con ogni bolletta, incentiva i produttori di energia rinnovabile. Arera ne cambia il nome ogni tanto, o tenta di nasconderla, ma è sempre lì.

Vale da vent’anni, e sarà così per i prossimi venti, una decina di miliardi di euro all’anno e attualmente aumenta di 45 €/MWh le bollette di famiglie e PMI le quali, bontà loro, finanziano già le imprese c.d. energivore, riducendone della metà la bolletta.

La “cartolarizzazione” permetterebbe di spostare in avanti l’enorme debito residuo del sistema elettrico verso i beneficiari degli incentivi, cioè i produttori di energia rinnovabile che, chissà come mai, continuano ad arrivare a frotte da tutto il mondo.

Quindi una parte del pregresso, che conoscono solo Arera e il GSE, più i nuovi 200 miliardi (se relativi ai prossimi vent’anni anni) verrebbero assorbiti a sconto dal mercato finanziario.

Le bollette pagherebbero un minor costo diluito in più anni.

A condizione che, nel frattempo, non inventino, ma purtroppo sta già succedendo, nuovi incentivi e/o nuovi costi.

Tutto è sotto traccia mentre e il governo è occupato ad incassare le rate del PNRR i cui progetti porteranno a nuove tariffe e a nuovi oneri.

L’operazione prevederebbe l’emissione di obbligazioni da parte di una società veicolo, e l’acquisto delle stesse obbligazioni da parte degli operatori del mercato, a fronte ovviamente di opportune remunerazioni prelevate sempre dalle bollette.

Il costo per lo stato sarebbe nullo e minimo il rischio, perché spalmato su milioni di clienti, che devono comunque pagare la bolletta per non restare al buio. Infatti la regolazione prevede che gli oneri di sistema, debbano essere pagati a prescindere.

Quindi, se gli accumuli fisici di energia elettrica – i BESS – servono ai produttori di energia rinnovabile a evitare remunerazioni negative, gli accumuli finanziari dilazionerebbero la spesa di famiglie e PMI, sempre a favore delle fonti rinnovabili e delle imprese energivore.

In sostanza gli stessi fondi che finanziarono gli impianti alimentati dagli incentivi dei conti energia, adesso finanziano il sistema per garantirne la redditività

Venite in Italia, paghiamo noi con le bollette!

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Autore: edoardobeltrame

“Ho scoperto il modo di ingannare i diplomatici. Io dico la verità, e loro non mi credono mai.” (C.B.C)

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