In occasione della presentazione del referendum di www.aept.it a Terni, mi è stato chiesto quanto é informato il consumatore di energia elettrica.
Rispetto a quelle europee, ignorate del tutto da Arera, ma reperibili qui nel blog, le bollette italiane sono complicate e fuorvianti.

Il dimissionario presidente di Arera ha promesso, per l’ennesima volta, che miglioreranno, ma anche la nuova versione è una delusione.
Arera, più che un “cane da guardia”, come viene chiamato il regolatore britannico, è un mediatore di interessi diversi. Per statuto dovrebbe difendere anche i consumatori ma lo fa con un certo distacco, perché risponde a chi la mantiene, e per sapere chi lo fa basta verificare le sue entrate.
Un regolatore molto “democratico”: prima di qualsiasi delibera, ARERA emette un documento di consultazione, cioè chiede a tutti cosa ne pensano e poi li mette d’accordo.
Meglio sarebbe imporre le regole, senza tante contrattazioni, ma così facendo,invece, sono tutti contenti e del consumatore chissenefrega! Anche le associazioni dei consumatori fanno molto poco al riguardo.
Se poi si presenta grosso problema Arera emette una PAS – una segnalazione a governo e parlamento – che resta senza risposta.
Come la PAS 1/08, del 2008, che trattava della misurazione del gas!
Ma perché i consumatori dovrebbero essere informati se non leggono neppure il contratto che firmano?
Già perché la stessa Arera ha permesso che, sempre dopo aver chiesto, il contratto potesse essere concluso anche con un semplice SI telefonico.
Comunque, più le bollette sono complicate più il consumatore paga, perché i fornitori dedicano più risorse per modificarle!
Con il risultato che sono in pochi a leggere la bolletta, ancor meno quelli che la capiscono mentre tutti vedono i soldi da pagare e gridano.
Una bolletta dovrebbe invece servire per consumare meno e forse spendere meno. Però sono molto pochi quelli che confrontano le letture della bolletta con quelle del contatore.
Il consumatore dovrebbe invece fare attenzione ai contatori, specialmente da quando vengono sostituiti anche in sua assenza, altra genialata di Arera, per la felicità dei distributori, compreso quello che fa capo a Enel, la quale ha realizzato i contatori per tutti.
Quindi nessuna chance di risparmiare, nessuno ha detto alla signora Maria che non serve più far andare la lavatrice di notte.
Eppure la bolletta è il semplice prodotto di una quantità per il prezzo
- la quantità è rilevata da contatori una parte dei quali si trova nella medesima situazione degli autovelox, e l’altra viene gestita illegalmente da remoto.
- Il prezzo: pochi dividono gli euro della bolletta, per i kWh o i metri cubi di gas, solamente per avere un’idea di quanto pagano: così da bolletta a bolletta i prezzi variano di 3/4 volte.
Luce e gas non sono prodotti venduti a misura ma sono parte di un servizio ed ecco l’IVA al 22%, anche sulle accise!
Un decreto del 2005, noto come codice di consumo, escludeva luce e gas dall’essere pagati a misura, e ora non possiamo recepire la direttiva EU 944 del 2019 che chiede assoluta trasparenza dei prezzi di questi beni.
Da sempre Arera ha trattato i consumatori come gli utili idioti del sistema, catalogandoli in “tutelati”, “tutelati gradualmente” e poi finalmente, dopo tanti anni e a ragione, “vulnerabili”.
Ma va anche detto che al consumatore italiano piace essere in qualche modo assistito: infatti non sa chi vende, non sa chi distribuisce, non sa chi chiamare se sente puzza di gas oppure se ha il contatore rotto.
È il cosiddetto “umbundling” all’italiana dove “enel distribuzione” ci ha messo solo sette anni per cambiare nome in “edistribuzione”, facendosi pagare, con le bollette, anche la nuova carta intestata.
Se poi il consumatore va a vedere il contatore, altre sorprese.
Il contatore non segna? La risposta del distributore è “tanto leggiamo lo stesso da remoto,non si preoccupi” quando invece la legge prevede che il dato che fa fede nella transazione sia proprio quello segnato dal contatore e letto dal consumatore.
Ecco la bolletta di una seconda casa a Milano: 3 kW e 260 kWh in due mesi, 4,3 kWh al giorno,il minimo per vivere. La mostro perché le cifre sono scandalose.

Ma per venire incontro alle esigenze del consumatore, ecco un’altra invenzione di Arera, sempre dopo aver chiesto a tutti: il “comparatore di offerte” retribuito a provvigione dai fornitori.
E qui la domanda viene ribaltata: quali sono le informazioni che i consumatori danno al sistema senza rendersene conto?
- Con i contatori, gestiti dai distributori
- Rispondendo ai call center: “leggiamo insieme la sua bolletta”
- Compilando i siti dei comparatori di offerte
Il consumatore ignaro delega così a terzi la gestione dei propri soldi e le liste dei consumatori, con i loro dati sensibili, finiscono su Facebook, poi arrivano le telefonate mentre l’autorità della privacy dorme.
Della situazione possono così approfittare 800 fornitori che lavorano su una quota marginale del mercato saldamente in mano ai mopolisti.
Le tabelle allegate alle relazioni annuali Arera sono molto chiare!
Ma non esiste un albo dei fornitori e il “turismo” energetico riprenderà, in forza di un’altra recente delibere di Arera; turismo energetico inteso nell’aprire e chiudere contratti senza pagare la bolletta. Tanto i “buchi” verranno ripianati dagli oneri di sistema.
Poi vengono emesse bollette con consumo stimato (sempre maggiore del reale) oppure a consumo zero o con consumo falso solo per giustificare le altre voci
Se un utente lo fa notare la risposta è “se non emettiamo anche una bolletta del tutto falsa come facciamo recuperare i soldi che dobbiamo dare ai distributori”

ARERA & Co. e gli amichetti del quartierino: la non uniformitá delle informazioni nelle bollette per non far capire all’utente che le uniche differenze tra fornitori sono il PCV – Prezzo Commercializzazione e Vendita, e lo spread rispetto al PUN del costo al KWh sembra sia fatto piú per proteggere il distributore che il venditore. Roberto Caspani
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