Perché, quando impongono la sostituzione dei nuovi contatori di energia elettrica, non chiedono il consenso per il trattamento dei dati che i contatori saranno in grado di raccogliere, registrare e trasmettere?
Quanto valgono quei dati, e di chi sono?
I nuovi contatori violano la privacy dei consumatori?
Il parere di un gruppo di lavoro europeo sui contatori risale al 2011 (art. 29 della direttiva europea 95/46/CE):
Non potendo, per legge, essere gestiti da remoto, non solo opereranno illegalmente ma permetteranno di profilare gli utenti, consentendo, alle società fornitrici collegate a quelle che gestiscono i contatori, evidenti vantaggi commerciali.
Alla sostituzione del contatore, l’utente non viene avvertito che i suoi dati verranno trasmessi a sistemi remoti e saranno gestiti da terzi; non viene avvisato sulla modalità di trattamento, né di tutela degli stessi.
Potrebbe aver accettato clausole liberatorie con il proprio fornitore, ma chi installa il contatore è il distributore, un terzo.
Manca, in sostanza, la certificazione del processo dei dati di consumo, da quando vengono rilevati dal contatore a quando vengono addebitati con la bolletta, con la possibilità che i dati diventino di dominio pubblico e che siano venduti al miglior offerente.
Non viene comunicato all’utente il nominativo del responsabile del loro trattamento, né gli viene fatto firmare alcun consenso.
La sostituzione dei contatori va rifiutata anche per questa ragione, oltre che per quella, ben più grave, della loro gestione illegale da remoto.
Il tutto con salvezza del diritto di rivolgersi al Garante alla Privacy, nei casi in cui l’operazione di sostituzione sia già avvenuta, in violazione dei suddetti diritti e con ogni consequenzialità.
Il tema è molto attuale anche all’estero.