Attenti al gas

Dieci decessi all’anno per fughe di gas sono considerati “fisiologici”, ma quanti sono gli incidenti che non ne provocano?

Il pericolo è sottovalutato, specialmente nelle abitazioni più vecchie, dove il fornitore è lo stesso da anni,se non decenni.

I nuovi contratti prevedono infatti la sospensione della fornitura, in caso di morosità, agendo da remoto su una valvola posta all’interno del contatore.

Quando il cliente paga, la valvola viene riaperta, sempre da remoto, ma cosa succede se la valvola viene riaperta e l’impianto a valle non è sicuro?

Una volta, al cliente moroso veniva sigillato il contatore, una procedura costosa ma sicura, mentre oggi si manda un impulso e la valvola si chiude, lasciando in campo uno strumento potenzialmente pericoloso e soggetto a manomissioni.

I contratti prevedono chiare responsabilità: il fornitore ci vende il gas, il distributore ce lo porta e lo misura, ma dal contatore in poi sono tutti problemi del cliente finale.

A meno di emergenze segnalate dal cliente, l’utente non ha mai rapporti diretti con il distributore, anzi pochi utenti sanno chi sia.

Per la cronaca, sono i distributori che ci stanno sostituendo i contatori è ci avvisano ma senza passare dal nostro fornitore.

In passato, distribuzione e vendita facevano capo alla stessa società, che aveva tutto l’interesse a garantire ai clienti la sicurezza dell’impianto; con la liberalizzazione del mercato, e la separazione tra fornitura e distribuzione, il “post-contatore” è ora di responsabilità dell’utente.

Se, per esempio, il contatore è installato in un’area comune condominiale, l’utente risponde del tratto di tubazione a valle del contatore.

Gli amministratori dovrebbero informare i condòmini e provvedere alle verifiche.

I fornitori avvisano gli utenti che però non leggono oppure sottovalutano il problema.

Anche il nuovo contatore, che ci stanno sostituendo, presenta delle criticità essendo dotato di una valvola interna che può essere azionata da remoto.

ARERA – l’autorità per l’energia e il gas – ha ammesso l’uso della valvola ai soli  fini “gestionali”.

La valvola però non é normata ai fini della sicurezza e perché nessuno abbia sollevato il problema è un mistero.

Se il contatore è installato all’interno dell’abitazione, la sostituzione andrebbe rifiutata.

La validazione del dato di consumo

La direttiva europea MID sugli strumenti di misura stabilisce che il dato fidefacente la transazione é quello indicato dal contatore, dato che viene letto dal consumatore per verificare e tenere sotto controllo i propri consumi.

Se il contatore é omologato MID, e si presume quindi che funzioni correttamente, non c’è alcuna necessità di validare il dato di consumo ma in Italia non é così.

Per l’Autorità dell’energia, cui non compete la metrologia legale, i fornitori di energia elettrica e gas, devono farsi confermare la correttezza del dato dal distributore

In attesa della conferma, che é sempre cronicamente in ritardo perché i distributori hanno la tendenza a non leggere i contatori o perché il dato si perde durante la trasmissione tra contatore e centro operativo del distributore, il fornitore emette bollette basate su consumi stimati, che sono sempre maggiori di quelli effettivi.

Fatturare consumi sempre maggiori di quelli effettivi, rappresenta evidenti vantaggi per tutti meno che per il consumatore: il fornitore incassa di più, il distributore incassa il corrispettivo di un servizio non reso, lo Stato incassa più accise, imposte e IVA.

Il distributore, unico responsabile del servizio misurazione, rimane così il giudice inappellabile della transazione, con la possibilità di correggere eventuali errori di lettura degli ultimi cinque anni.

Se poi fornitore e distributore fanno capo alla stessa società, il gioco é più semplice.

Il caso segnalato da un lettore  del blog é utile per capire come funziona: dopo alcuni anni di fornitura, il distributore si accorge di avere commesso un errore: secondo il distributore l’energia fornita era maggiore di quella conteggiata perché un fantomatico coefficiente K era diverso da quello impostato nel contatore in fase di installazione, operazione effettuata dallo stesso distributore e della quale il distributore è il solo responsabile.

Essendo uno strumento omologato MID, tutti gli eventuali coefficienti correttivi – come senz’altro si evince dalla dichiarazione di conformità dello strumento previsto dalla direttiva – sono una caratteristica intrinseca dello strumento e, se è stato impostato o utilizzato male dal distributore, non é senz’altro colpa del consumatore.

La MID infatti prevede che, una volta posizionato e installato, non possono essere modificati i parametri metrologici del contatore, né localmente né da remoto.

 

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