Il presidente dell’Autorità per l’energia dichiarava un anno fa alla Commissione Industria del Senato:“il complessivo fabbisogno di gettito annuo degli oneri di sistema raggiungerà 15 miliardi nel 2015, il doppio del 2011”.
Una cifra allucinante, una TAV all’anno!
Ma, se in quattro anni sono raddoppiati, cosa accadrà in futuro? Quali sono le azioni correttive?
Con gli oneri generali di sistema, che pesano ormai per un terzo del costo della bolletta, paghiamo:
- gli incentivi alle fonti rinnovabili e assimilate, che pesano per più dell’80%;
- le spese per ri-bilanciare il sistema elettrico, sbilanciato dalle rinnovabili;
- la messa in sicurezza del nucleare, la compensazione territoriali e centinaia di milioni al bilancio dello Stato;
- le agevolazioni alle imprese energivore;
- la promozione dell’efficienza energetica;
- i regimi tariffari speciali delle FFSS;
- le compensazioni alle reti elettriche minori;
- il sostegno alla ricerca del sistema elettrico;
- il bonus alle società energivore che verrà spalmato sugli oneri di quelli che consumano meno.
Bortoni auspicava una riforma perché diceva “hanno raggiunto livello eccessivo”.
Sarebbe stato meglio definirlo catastrofico tant’è che l’idea che si sta facendo strada è di trasferirne una parte sulla fiscalità generale del Paese, non più in bolletta ma in tasse.
Si giustificava Bortoni:”Gli oneri gravano sulla competitività del nostro sistema produttivo e sul bilancio delle famiglie italiane, in relazione alla notevole complessità che si è venuta a creare per la sovrapposizione di diversi meccanismi originata da altrettanti fonti normative”.
Le fonti normative sono le leggi che poi impongono all’Autorità di spalmare le voci di costo nelle bollette.
Nonostante il tardivo e per ora inascoltato allarme di Bortoni, negli oneri di sistema e nei servizi di rete – altra voce della bolletta che pesa per il 17% – stanno per essere scaricati miliardi di euro derivanti da:
- la vendita della rete delle FFSS a Terna;
- il cavo sottomarino con il Montenegro;
- i maggiori incentivi alle rinnovabili;
- l’elettrodotto sottomarino con la Sicilia;
- l’elettrodotto aereo con la Sicilia;
- il commissariamento degli impianti termoelettrici, siciliani e sardi;
- il capacity payment;
- la chiusura delle centrali dell’Enel;
- la gestione delle scorie nucleari;
- i contatori elettronici di seconda generazione e il cablaggio delle abitazioni;
- la chiusura anticipata degli incentivi ai certificati verdi;
- la maggior remunerazione degli investimenti di Terna e Snam.
Il costo medio degli oneri di sistema ha raggiunto gli 80€/MWh pari al 34% della bolletta. La contrazione dei prezzi all’ingrosso della materia prima è stata annientata; continuiamo a dare più soldi a Terna e Snam per la felicità dei cinesi.
Il governo brancola nel buio più totale se le risposte ad un’interrogazione alla Camera sono queste.