La guerra mette a rischio la filiera delle forniture di due servizi essenziali come l’energia elettrica e il gas.
Con l’aumento della morosità, per approvvigionarsi sui mercati le imprese fornitrici dovranno pagare in anticipo e presentare garanzie prendendosi il rischio di non essere pagate dai clienti finali che, nel frattempo, hanno ridotto drasticamente i consumi e non rilevano l’energia ordinata.
Le imprese fornitrici ribaltano il rischio sui clienti finali chiedendo le stesse garanzie.
Se prima della guerra erano normali rischi d’impresa, il “terremoto” dell’ultimo anno li ha moltiplicati e le società meno capitalizzate sono destinate a soccombere.
Il regolatore del mercato – Arera – non ha saputo gestire l’emergenza, che dura da più di un anno e, alla fine, sarà l’ignaro consumatore a pagare, perché resterà senza fornitore e forse anche al freddo.
Ignaro perché magari si era affidato ad un fornitore che prometteva ciò che ora non può mantenere.
I fornitori sono centinaia e del tanto discusso albo, promesso da anni da Arera, neppure l’ombra.
La novità è che i fornitori in difficoltà dovranno morire lentamente perché sembra sarà un giudice a stabilire se potranno risolvere unilateralmente il contratto e, nel frattempo, dovranno continuare a fornire la clientela.
Sara un giudice a stabilire quale fornitore potrà scaricare i suoi clienti sul FUI, fornitore di ultima istanza. Sarà un giudice a valutare l’operato del fornitore degli ultimi anni. Un attività complessa che richiede tempo, forse anni.
Il comunicato congiunto Arera – AGCM recita: “Ciò che il venditore non può fare è ritenere di per sé risolto il contratto senza pronuncia giudiziale e chiedere l’attivazione dei servizi di ultima istanza per risoluzione contrattuale: quest’ultima condotta viola la regolazione dell’ARERA in materia di attivazione dei servizi di ultima istanza”
I servizi di ultima istanza vanno immediatamente regolamentati se no il sistema collasserà in pochi mesi!