Le buone intenzioni del governo di ridurre il costo delle bollette resteranno tali:
1) con lo “spalma incentivi” il governo vuole imporre ai produttori di energia rinnovabile la rimodulazione degli incassi su un periodo più lungo, 25 anni invece di 20.
Scontata la resistenza dei produttori come Enel Green Power, società quotata in Borsa, che deve tutelare gli interessi di tutti i suoi azionisti, tra i quali Enel, che ne detiene il 70%. L’azionista di riferimento di Enel è il Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Assieme a numerose aziende del settore, Enel Green Power ricorre così al Tar, e quindi contro il Ministero.
Ha buone probabilità di successo perché il ricorso viene presentato dai legali di Assorinnovabili, coordinati dallo studio dell’ex-presidente della Corte Costituzionale, Valerio Onida.
Assorinnovabili raggruppa 500 aziende “verdi” nazionali e una potenza installata di 10 Gigawatt.
Stesse misure sono state adottate in Germania, ma senza toccare i diritti pregressi degli investitori, e in Spagna, dove però gli incentivi sono a carico del bilancio dello Stato, e non dalle bollette dei consumatori.
2) La cessione della rete elettrica delle Ferrovie dello Stato a Terna.
Le FFSS sembrano in buona salute e stanno per essere privatizzate.
Un aiuto al bilancio giova alla futura quotazione in borsa e così le ferrovie venderanno otto mila chilometri di rete elettrica a Terna, per un miliardo di euro, ma continueranno a ricevere contributi pubblici per la sua manutenzione.
FFSS quindi, oltre ad una cospicua plusvalenza, beneficerà di 100 milioni di euro all’anno che sborseranno i consumatori con le bollette.
La rete delle ferrovie è tecnologicamente avanzata solamente nei mille chilometri dell’alta velocità; il resto risente degli anni e richiede manutenzione.
Se si trattasse di un contratto tra privati, e non tra società a maggioranza pubblica, il costo della manutenzione andrebbe detratto dal prezzo di vendita e invece, dall’anno prossimo, gli interventi resteranno a carico di Terna, e quindi dei consumatori.
Ma Terna svolge già un servizio per lo Stato, provvedendo al trasporto dell’energia elettrica.
Il servizio viene remunerato in base alle tariffe stabilite dall’Autorità per l’Energia ed é uno degli “oneri di rete” che ci ritroviamo in bolletta.
Terna presenta sempre trionfali utili perché campa felicemente sulle nostre bollette; facile recuperare il miliardo, per l’acquisto della rete di FFSS e un po’ meno, forse, i 100 milioni all’anno per la sua manutenzione caricati anch’essi sulle bollette.
Finirà così che pagheremo due volte la rete delle ferrovie, perché lo abbiamo già fatto in passato con le tasse.
Con questo vorticoso giro di soldi, cospicui bonus finiranno nelle tasche dei rispettivi amministratori, mentre della riduzione delle bollette non sentiremo neppure il profumo.
Ironia della sorte: tutto era nato quando il governo Renzi aveva denunciato proprio il fatto che le FFSS godevano di tariffe agevolate sull’energia alle quali provvedevamo noi utenti, sempre con le bollette!
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