Continua la sostituzione dei vecchi contatori di energia elettrica con quelli di “seconda generazione“, tutti con il marchio Enel.
Un’operazione che potrebbe consentire ad Enel, tramite edistribuzione, di controllare il mercato dell’energia elettrica al dettaglio.
Ci sono voluti solo nove anni per cambiare il nome – da Enel Distribuzione a edistribuzione – ma nella sostanza non è cambiato nulla: edistribuzione distribuisce e misura quasi tutta l’energia elettrica nazionale in forza di una concessione che scadrà nel 2030.
Enel partì con la prima operazione “contatori intelligenti” venti anni fa, con la promessa che i consumatori avrebbero potuto verificare e pagare solo quello che consumavano.
Spariva la figura del “letturista”, il consumo sarebbe stato rilevato da remoto e chi non avrebbe pagato la bolletta sarebbe rimasto al buio.
A quel tempo Enel era la luce e nessuno si chiese se ciò che Enel stava facendo era legale o meno.
Siccome tutta l’operazione veniva spacciata per gratuita, cosa che poi si rivelò non essere, a nessuno importó se i contatori fossero legali o meno, o come funzionassero.
Erano diversi, non c’era più la rotella che girava e una tamburella di numeri che progrediva. Bisognava schiacciare un bottone e perderci una mezz’oretta per capirci qualcosa. Cosa che nessuno fece!
All’Enel regnava kaiser Franz Tatò, voluto da Romano Prodi, lo sponsor delle false liberalizzazioni.
Il decreto Bersani, del 1999, prevedeva la liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica: a Terna sarebbero andate le grandi linee di trasmissione di alta tensione e ad Enel la concessione della distribuzione di energia elettrica in tutto il paese, ad esclusione delle grandi città, dove operavano ancora le società municipalizzate, che non mollarono l’osso.
Sono passati vent’anni e la relazione annuale di Arera fotografa una situazione imbarazzante: il settore appare tutto meno che liberalizzato.
E la completa liberalizzazione non potrà realizzarsi prima del 2030 perché,se Enel ha il monopolio della distribuzione, misura tutta l’energia elettrica nazionale, la produce e pure la vende, perché dovrebbe perdere la posizione, visti anche i dividendi che gira al Ministero dell’Economia e della Finanza.
Secretate, come sempre in questi casi, le condizioni della concessione che porta nelle casse della capogruppo otto miliardi di euro all’anno, pagati supinamente dalle bollette in cambio di un servizio a dir poco scadente.
Quando partì con l’operazione contatori, Enel era talmente potente che decise volutamente di non omologare i contatori, come invece la legge imponeva.
Non essendo uno strumento di misura omologato, lo strumento non si sarebbe neppure potuto chiamare contatore e infatti Enel optó per “elettrodomestico“, marcandolo con un simbolo CE farlocco.
All’installazione, l’utente riceveva il manuale del nuovo “elettrodomestico”.

Il nuovo elettrodomestico sarebbe rimasto un prototipo per anni: trasmettere i dati di consumo sugli stessi cavi elettrici di potenza era un’impresa mai tentata da nessuno.
Ma per lo sviluppo dell’elettrodomestico c’erano pronti trenta milioni di ignari consumatori italiani, pronti a pagare l’energia elettrica, misurata tutta dalla stessa società che ancora la produceva.
I contatori erano prodotti da Enel in Cina, e nessun ente terzo li avrebbe mai verificati: ancora oggi sono decine di milioni i contatori di questo tipo installati in Italia e nessun ente terzo li può provare in contraddittorio perché, non essendo omologati, mancano proprio le procedure legali di prova.
Ma siccome “tutto era gratis e avremmo finalmente pagato solo quello che consumavamo, magari utilizzando la lavatrice di notte perché costava meno” nessuno ebbe nulla da dire.
Verificando le bollette si scoprì, dopo, che non era così: pagavamo, e ancora oggi paghiamo, sia il contatore che i consumi stimati, perché la maggior parte dei dati si perdono durante la trasmissione.
Il progetto veniva sviluppato in itinere e il numero delle sue versioni è ignoto, proprio perché l’elettrodomestico non era omologato e quindi era illegale.
Mentre in Italia venivano installate decine di milioni di contatori illegali, il Parlamento Europeo stava discutendo una direttiva che avrebbe stabilito i criteri di fabbricazione, omologazione e commercializzazione in Europa, proprio del contatore di energia elettrica.
La direttiva, nota come MID, venne emanata nel 2004, entró in vigore nel 2006, quando ormai Enel aveva ultimato l’installazione degli ultimi “elettrodomestici”, ma venne recepita dall’Italia solo nel marzo del 2007.
Siccome gli “elettrodomestici” illegali erano ormai decine di milioni, Enel doveva sistemare le cose, oltre a farsi pagare i contatori perché non erano per niente gratis!
Venne subito in aiuto l’Autorità per l’energia, oggi Arera.
Secondo la delibera 292/06, a dicembre 2006, “i misuratori attualmente installati presso i punti di prelievo …sono di tipo elettromeccanico e i misuratori orari installati alla data del presente provvedimento presso alcuni punti di prelievo debbano essere preservati”.
Era un falso clamoroso: gli “alcuni punti di prelievo” non erano “alcuni” ma ormai venti milioni ed erano tutti i nuovi elettrodomestici di enel.
Con la voce “oneri di recupero continuità” la delibera scaricava il costo dei contatori in bolletta, con tanti saluti al “non vi costerà niente, é tutto gratuito”.
Ma c’era un ultimo intoppo, il Testo Unico delle leggi metriche, che imponeva, e ancora oggi impone, strumenti di misura legali.
L’elettrodomestico di Enel era un progetto nuovo e un’omologazione in itinere non sarebbe mai stata ottenuta.
L’Autorità per l’energia non poteva più farci nulla, perché la metrologia legale non rientra nelle sue competenze, e allora ci pensó di nuovo Prodi, con uno dei suoi magici provvedimenti “ad aziendam”.
Nel marzo 2007, quando la direttiva MID viene finalmente recepita anche in Italia, un articolo del decreto di recepimento rende legale quello che legale non é, e non potrà mai essere: decine di milioni di contatori illegali potranno continuare a funzionare “fino a quando verranno rimossi”.
Sono quelli che avete ancora in casa e che Enel ha deciso ora di rimuovere.
Il decreto di recepimento, di dubbia costituzionalità, sarebbe stato anche impugnabile per eccesso di delega: una direttiva europea non va recepita per lavare i panni sporchi in casa.
Appena il decreto viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, l’Antitrust denuncia la posizione dominante di Enel, ma ormai è tardi.
Solo su intervento dell’Ufficio Metrico di Milano, sono centinaia i contatori illegali sequestrati.
Adesso i vecchi “elettrodomestici” saranno sostituiti da quelli di seconda generazione e spariranno le prove di misurazioni illegali, effettuate da “elettrodomestici” illegali, installati non si sa quando ma che ora, secondo Enel, avrebbero concluso il loro ciclo di vita.
Eppure, per decreto, i contatori illegali potrebbero operare all’infinito visto che possono restare lì dove sono e cioè “fino a quando non verranno rimossi”.
E chi decide che debbano essere rimossi? In base a quale criterio?
La metrologia legale compete al MISE che, a governi alterni, manifesta i suoi dubbi.
L’Autorità per l’energia, invocata dai distributori in occasione delle attuali sostituzione con il nuovo Open Meter, non ha alcuna competenza sul sistema di tele-gestione del contatore, un sistema illegale, perché un contatore omologato MID non può essere gestito da remoto.
Durante i due governi Conte, la questione era stata sollevata in Parlamento senza risultati e anche l’Antitrust aveva avviato delle procedure.
La storia quindi si ripete e il risultato non cambia: prima era l’elettrodomestico ad essere illegale e adesso, che il contatore è legale, lo si gestisce illegalmente da remoto!
Fanno quello che vogliono
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Continuo a non capire come sia possibile che, con un contatore G2, non vengano trasmessi o teleletti i consumi. E non solo per un mese, ma per molti mesi, come appare evidente dal Portale dei Consumi.
Inoltrato reclamo alla compagnia venditrice (Acea Energia) ma non mi hanno risposto (e te pareva?)…
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C’è un modo per esprimere in maniera corretta il rifiuto? Se si, quale?
1) Perchè l’obbligo per gli utenti non sussiste? Non è stata resa obbligatoria la sostituzione dall’ Aeegsi?
4)In che senso il funzionamento della valvola non è normato?
5)Ma perchè dicono che è gratuito se poi non lo è?
Grazie per aver risposto.
Saverio
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Per quanto ho già esposto in numerosi post che trattano l’argomento, la sostituzione va, per ora, rifiutata in quanto:
1) l’obbligo sussiste per i distributori e non per l’utente;
2) per quanto a mia conoscenza, la trasmissione del dato di consumo non é ancora stata attivata;
3) se la trasmissione del dato di consumo non viene attivata, anche con il nuovo contatore, la fatturazione continuerà ad essere basata sui consumi stimati;
4) il funzionamento della valvola, posta all’interno del contatore, non é normato ai sensi della sicurezza;
5) dalla sostituzione, pagherà in bolletta il costo del nuovo contatore.
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Buongiorno, ho ricevuto dal mio fornitore, il preavviso di installazione del nuovo contatore del gas. Sto cercando di capire se la sostituzione sia effettivamente obbligatoria o meno avendo trovato pareri discordanti sull’argomento. Potete aiutarmi a capire?
Grazie.
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Perché costa mentre con le letture stimate e comunque conguagliate dopo tot anni i soldi sono garantiti senza sforzo
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No non puoi farlo. Devi eventualmente chiedere una verifica al distributore e se il contatore ha errore oltre le norme più chiedere il ricontegiabile, ma se è entro i parametri ti addebitato l’intervento (150-250€).
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Che la misura dell’energia sia da considerare una barzelletta basterebbe analizzare la stragrande maggioranza dei contratti che vede la fatturazione in fasce di picco e fuori picco non disponibili sul contatore tanto che si utilizza una formula per la conversione delle tre fasce. I più preparati diranno, ma ci sono a disposizione le curve di carico, vorrei vedere quanti Clinti finali sono in grado di gestirle.
A questo punto dovremmo porci un altro problema è non parlare solo di e-distribuzione.
Ci chiediamo se chi ha una fornitura a Roma dove ACEA non mette a disposizione le curve di carico come controlla i consumi in picco e fuori picco. Un contatore dovrebbe permettere la lettura diretta al display delle misure utilizzate per la contabilizzazione dei kWh. Aggiungo un ultimo dato, i contatori 2G non fisualizzano sul display le fasce orarie ma solo il totale della lettura che si incrementa, mentre dalle curve di carico si hanno i consumi e non le letture, tanto da dover scaricare i dati di consumo e ricostruire le letture obbligatorie ad esempio per le dichiarazioni annuali all’ Ufficio Dogane. Questo è il quadro. A volte mi chiedo come questo Ufficio non si pone il problema che le letture devono essere ricostruite sulla base dei consumi. Per altri gestori di rete in Lombardia o altro. Non siamo uniti in questa nazione nemmeno sulla gestione dei rilievi dei kWh, figuriamoci sul resto.
Se vi sembro polemico avvertiti che smetto di commentare.
Umberto Bianchi.
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HO PRESO DI MIRA IN QUESTI GIORNI PROPRIO LE BOLLETTE.
HO FATTO LE PULCI A QUELLE DEL GAS E SONO SCONVOLTO.
FATELO ANCHE VOI
CHIEDETE TUTTE LE LETTURE DEL CONTATORE DALL’INIZIO FORNITURA E FATE IL CONTO CON L’ULTIMA LETTURA CONTROLLATE TUTTI I FORNITORI QUANTI MC TU HAI PAGATO E VEDRAI CHE E PAZZESCO I SOLDI CHE HAI PAGATO SENZA CONSUMI REALI.
PROCEDERò AL CONTROLLO BOLLETTE LUCE . SVEGLIAMOCI.
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solo se il contatore é MID
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